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giovedì 1 febbraio 2018

ELEZIONI 2018: AUTOESTINZIONE O PULIZIA ETNICA DELLA DESTRA? MA FORSE E’ MEGLIO COSI’…

Il 4 marzo, a ben guardare le liste dei candidati presentati dai partiti di centrodestra, tracce di destra ve ne saranno rimaste poche. Avremo nell'ordine, la destra ‘saltapartiti e riciclata doc’, infiltratasi furbescamente nelle liste salviniane. Professionisti del salto sul carro del vincitore e cresciuti all'ombra dei colonnelli finiani, complici della distruzione della destra italiana. Gente senza scrupoli, pronta a pugnalare alle spalle i propri padrini, di fronte alle loro inevitabili e meritate cadute, e ben allenata sin da piccola al famigerato salto della quaglia. Maschere di un triste carnevale, abituate a scodinzolare prima a Fini, poi a Berlusconi. Qualcuno tornato poi al Fini dell’era Tulliani e qualcun’altra passata all’Alfano ‘di governo’. 
E infine ripulitisi con Salvini. 
I risultati si vedranno presto. Non temete. 
Si farà poco e male con chi ha sempre e solo campato pensando a come azzannare gli altri, per farsi largo e per nascondere la propria inconsistenza umana prima che elettorale. Poi c’e’ Fratelli d’Italia. Un partito che per continuità dovrebbe raccogliere quasi in toto il testimone ideale e il bagaglio elettorale della defunta Alleanza Nazionale. Una destra ‘famigliare’, se mettiamo al microscopio le scelte fatte. Che forse arriverà a superare di poco il 5%. Un partito nato infatti da una corrente, seppur laboriosa, ma sempre corrente dell’ex glorioso MSI del dopo Fiuggi. Di fatto, una destra che sopravvive a stenti. Una destrina, che può al massimo recitare il ruolo di comparsa in una coalizione, non di certo forte da influenzarne più di tanto le scelte di un eventuale governo. Poi, Noi per l’Italia. La quarta gamba, ove notiamo in lista anche qualche sparuto pioniere, alla ricerca di riprodurre in vitro un po’ di destra, tra tanti scudocrociati. Sembra di vedere un astronauta disperso nello spazio, alla ricerca di un pianeta, ove però bisognerà attendere il 4 marzo per verificarne le reali condizioni di vita, politica ovviamente. Infine Forza Italia. Ebbene, qui non servono neanche gli occhiali da riposo, per osservare da vicino l’estinzione quasi assoluta di quegli esponenti post finiani passati da tempo, armi e bagagli, sotto il cielo di Arcore. Tutti sistematicamente esclusi dalle liste. Domandarsi il perché è ovvio. Si vuole preparare una nuova pattuglia di parlamentari disposti senza problemi a una ‘grosse koalitionen’ con il Pd renziano? 
I Fratelli d’Italia hanno preteso e ottenuto dal Cav di non candidare gente di destra, perché quello spazio lo devono coprire, e garantire, seppur al minimo, solo loro? Dentro Forza Italia, di fatto, non c’è più posto per gli orfani della destra finiana. Della serie ‘abbiamo già dato e foraggiato assai’? Il dato di fatto è che, tolto l’irriducibile Gasparri, la scure del biscione li ha colpiti uno ad uno. Compresi parlamentari uscenti che un peso sul territorio lo avevano a fatica mantenuto: il romano Aracri, l’abbruzzese Di Stefano e l’umbro Laffranco. Loro forse non lo meritavano davvero. Tutti insomma tagliati. Senza esclusione, eccezion fatta del sopracitato Maurizio e di tale Alessandra M. Ops, dimenticavamo. Mancava il (ri)tirato fuori dal cilindro duo sovranista, rieditato in salsa padana, ‘Alemanno-Storace’. A giudicare dagli stracci che volano di nuovo tra i due -nell'azzannare le briciole lanciate loro, sotto al tavolo ovviamente, da Salvini- sembrerebbe che la profezia dell’highlander (“ne rimarrà soltanto uno”), sara’ stravolta in “neanche uno”. Autoestinzione? Pulizia etnica? Chissà, ma forze non tutti i mali vengono per nuocere. Magari si avvicina davvero per la destra l’anno zero. Quel giorno in cui si potrà ricostruire. E non turarsi più il naso. O andare (inutilmente) al mare.

Il cavaliere nero... 

P.S. Gianfranco Fini sarà forse l’unico che se la starà ridendo, sempre che abbia ancora il coraggio di ridere…lui, il vero ‘nulla assoluto’. 

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