Alle 10 in punto, giacca chiara e cravatta a strisce blu e rosse, Ignazio Marino, che ieri sera si è dimesso da sindaco di Roma, è uscito dalla sua abitazione. Ai cronisti che gli facevano domande ha risposto, entrando in macchina, "buon lavoro".
Ignazio Marino ha resistito finché ha potuto, poi ieri sera alle sette e mezzo si è dimesso da sindaco di Roma. Asserragliato in un Campidoglio non più casa di vetro ma bunker dove consumare l'ultimo atto. Assediato da quel partito che neanche tre anni fa lo aveva portato trionfante a Palazzo Senatorio. Il fuoco, anzi, il bombardamento amico è stato letale per un Marino già fiaccato dal "casus scontrini". Alle sette e mezzo della sera Ignazio Marino non è più un sindaco. Segue...
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Aggiornamenti e News
venerdì 9 ottobre 2015
Roma, Ignazio Marino si è dimesso da sindaco: "Lascio, ma ora verifica seria, ho 20 giorni per ripensarci".
giovedì 8 ottobre 2015
ROMA: RIVA DESTRA A MARINO, CHI E' CHE TORNA NELLE FOGNE?
(ANSA) - ROMA, 8 OTT - "Se il sindaco Marino non avrà la decenza di dimettersi, la domanda sorgerà spontanea: chi è che allora deve tornare nelle fogne?". Lo dichiara in una nota Fabio Sabbatani Schiuma, già vicepresidente del consiglio comunale di Roma e segretario nazionale del movimento Riva Destra che, insieme a Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio, ha denunciato il sindaco di Roma per "diffamazione in merito al comizio tenuto il 21 giugno alla Festa dell'Unità di Roma, in cui insultò il popolo della destra dicendogli di 'tornare nelle fogne', frase per la quale ora il primo cittadino risulta indagato". "Voglio - prosegue la nota - sperare che, alla luce dei fatti che sanciscono ormai l'impossibilità di continuare in questo modo, tutti i consiglieri capitolini rassegnino le dimissioni e lascino che i romani possano votare un nuovo sindaco". (ANSA). CHI-COM 08-OTT-15 14:16 NNNN
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mercoledì 7 ottobre 2015
SERVIZIO DEL TG 2 alla fiaccolata di ieri per gli italiani in Guinea.
Presentata ieri mozione dal Capogruppo della Lega Nord Centinaio.
Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00473
Pubblicato il 6 ottobre 2015, nella seduta n. 518
CENTINAIO , ARRIGONI , CALDEROLI , CANDIANI , COMAROLI , CONSIGLIO , CROSIO , DIVINA , STEFANI , STUCCHI , TOSATO , VOLPI
Il Senato,
rilevando come i marò, oggetto di un procedimento penale avviato dalla magistratura indiana, solo di recente rimesso ad una corte arbitrale internazionale, non costituiscano l'unico caso increscioso che vede dei cittadini italiani alla mercé di una giustizia straniera poco trasparente; ricordando, in particolare, la condizione in cui si trovano Fabio e Filippo Galassi, padre e figlio, arrestati a Bata, in Guinea equatoriale, il 21 marzo 2015 e da quel giorno detenuti: il primo nell'inferno di "Bata Central", il carcere pubblico gestito dai militari guineani, ed il secondo ai domiciliari dopo qualche giorno trascorso in cella; evidenziando altresì che nella medesima situazione di limitazione della propria libertà si sono trovati anche Daniel e Fausto Candio, egualmente figlio e padre, trattenuti dalle autorità guineane soltanto in ragione del rapporto d'amicizia del primo con Fabio Galassi.
Daniel è stato peraltro appena liberato, mentre a Fausto Candio sono stati concessi i domiciliari; sottolineando come da quel 21 marzo 2015 i Galassi attendano ancora di vedersi formalizzare le accuse da parte della magistratura della Guinea Equatoriale, nonostante il pretesto usato al momento dell'arresto, secondo cui i due avrebbero tentato la fuga dalla Guinea con due trolley pieni di soldi della società nella quale lavoravano, la General work, posseduta al 49 per cento dall'uomo forte della Guinea equatoriale, Teodoro Obiang Nguema Mbasogo; evidenziando che, a quanto si conosce, al momento dell'arresto dei Galassi la polizia guineana non ha invece trovato soldi nelle valigie dei due, accusati da alcuni sedicenti dipendenti della società; considerando che la vicenda dei Galassi fa seguito a quella non meno incresciosa vissuta da un altro imprenditore italiano, Roberto Berardi, solo recentemente rimesso in libertà dopo oltre 2 anni di carcere duro; esprimendo indignazione per gli epiteti utilizzati dai media guineani nei confronti dei Galassi; apprezzati gli sforzi compiuti dalla diplomazia nazionale per assistere i nostri due concittadini rimasti vittime della giustizia guineana, peraltro finora rivelatisi inefficaci;
manifestando preoccupazione per il pericolo che dei nostri connazionali vengano processati senza ragione in Guinea equatoriale, Paese che applica anche la pena di morte e comunque non pare aver ancora formalizzato alle autorità italiane le accuse contro i Galassi; rilevando, infine, la presenza di numerosi coni d'ombra in tutta la vicenda, impegna il Governo ad attivarsi ulteriormente presso le autorità guineane ed in tutte le sedi internazionali, ove ciò sia possibile, per assicurare una tutela adeguata a Fabio e Filippo Galassi, innanzitutto acquisendo informazioni certe sulle effettive imputazioni che gravano su di loro e la società General work, i tempi delle procedure giudiziarie guineane e le pene che potrebbero essere irrogate, con l'obiettivo finale di ottenerne al più presto il proscioglimento e l'autorizzazione a rimpatriare in Italia.
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martedì 6 ottobre 2015
Qualcuno ha deciso che gli italiani debbano essere MINORANZA a casa loro ?
In una scuola materna di Rovereto hanno rimosso una giostrina con la faccia di un maialino perché gli islamici si offendevano.A Schio, un IMAM “educava” i bambini a non ascoltare la musica perché peccato…In una scuola elementare di Ladispoli hanno introdotto un’ora settimanale di lingua rumena obbligatoria. Qualcuno ha deciso che gli italiani debbano essere MINORANZA a casa loro? A me tutto questo pare RAZZISMO! O sbaglio?
Posted by Matteo Salvini on Martedì 6 ottobre 2015
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