Aggiornamenti e News

sabato 7 marzo 2015

Mille Patrie per l'Italia : l'intervento di Matteo Salvini VIDEO ESCLUSIVO.

L'evento promosso dal circolo culturale IL TALEBANO, 
in collaborazione con RIVA DESTRA, si è svolto a Roma 
il 28.02.2015 alle ore 9,30.
Vi ha preso parte, tra gli altri, il Segretario Nazionale 
della Lega Nord MATTEO SALVINI. 

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Mille Patrie per l'Italia con Matteo Salvini : intervista esclusiva a Gotz Kubitschek di PEGIDA

In occasione dell'evento promosso dal circolo culturale 
IL TALEBANO, in collaborazione con RIVA DESTRA, 
che si è svolto a Roma il 28.02.2015 alle ore 9,30 ed al quale 
ha preso parte, tra gli altri, il Segretario Nazionale della Lega Nord MATTEO SALVINI, è stato intervistato in esclusiva 
Gotz Kubitschek, noto esponente di PEGIDA 
movimento identitario tedesco.
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martedì 3 marzo 2015

Mille Patrie per l'Italia : l'intervento di Pietrangelo Buttafuoco

Il convegno, promosso da Riva Destra, si è svolto a Roma 
il 28.02.2015 alle ore 9,30 e vi ha preso parte, tra gli altri, 
il Segretario Nazionale della Lega Nord Matteo Salvini.

Solidarietà a Marcello Veneziani, via da Il Giornale contro la “pascalizzazione” di Berlusconi

Il messaggio di saluto di Marcello Veneziani
Cari Lettori,
ora vi spiego. Siete in tanti a scrivermi e telefonarmi per sapere come mai non appare più il cucù sul Giornale. Non posso andar via come un clandestino. Il Giornale mi ha comunicato la decisione di chiudere il mio rapporto di lavoro. Subito o al più entro l’estate. La decisione dell’Editore è presa e finirà in modo consensuale. La motivazione formale è lo stato di crisi dei giornali e del Giornale stesso che impone tagli e prepensionamenti.

Al Giornale, si sa, esprimevo una linea dissonante, la mia rubrica era un’isola. Cominciai a scrivere sul Giornale venticinque anni fa, chiamato da Indro Montanelli, ne uscì quando mi parve che la sua posizione non rappresentasse più i suoi lettori e la necessità di una svolta nel Paese; vi ritornai con Feltri per due volte. Lascio a ciascuno pensare al risvolto politico, giornalistico, ma anche umano e professionale, della vicenda in corso; vi risparmio il mio stato d’animo. Chi ha idee come le nostre non è facile che trovi tribune accoglienti. Tengo a farvi conoscere lo stato delle cose, senza polemiche, anche per rispondere a quanti in precedenza mi chiedevano come mai la rubrica quotidiana saltava così spesso negli ultimi tempi, non per mia negligenza. Ho un ruolo pubblico, rappresentativo di un’area d’opinione, la mia attività è esposta in vetrina ogni giorno. Dunque è giusto essere trasparenti fino alla fine e giustificare a voi lettori, che siete i miei veri editori, la futura assenza e la scomparsa della rubrica cucù, dopo quattro anni di vita.

Ho già vissuto situazioni analoghe, alcuni ricordano precedenti esperienze, censure, licenziamenti, casi come l’Italia settimanale ma non solo. E’ il prezzo amaro della libertà e dell’incapacità di essere cortigiani, ruffiani e puttani. Non è un mistero che da tempo reputo conclusa la parabola politica di Berlusconi: da anni non esprime una posizione politica e non interpreta il sentire del suo popolo, perché è preso nelle proprie vicende e nella tutela, pur comprensibile, dei suoi interessi. Lo scrivo da tempo, in un crescendo di toni, da La rivoluzione conservatrice in Italia, ed. 2012 (“la fine del berlusconismo”), poi sul Giornale stesso e giorni fa sul Corriere della sera. Criticai pure la “pascalizzazione” di Berlusconi, i messaggi sulla famiglia, i trans, l’animalismo.

Non ebbi esitazioni a criticare Fini quando era ancora in auge, perché ritenevo che stesse uccidendo la destra, e il tempo poi ci dette amaramente ragione. Per lo stesso motivo non ho esitato a dire che Berlusconi fu la causa principale del trionfo elettorale e poi della dissoluzione del centro-destra. Lo portò al governo e poi alla rovina, col concorso determinante di poteri ostili e alleati ottusi, giudici e media; aggregò forze diverse e poi le disgregò. Espulse pezzi uno dopo l’altro, fino al vuoto, farcito di quaquaraquà. Le mie idee saranno giuste o sbagliate, lo dirà la prova dei fatti, ma quei giudizi nascono da un ragionamento, privo di rancori o vantaggi personali, mosso da passione di verità e da una testimonianza di vita e di coerenza, costi quel che costi. Cercherò di non chiudere il rapporto con voi che mi seguite da tempo e siete abituati al gusto aspro della libera verità, anche quando è scomoda, per noi stessi o per chi abbiamo, in spirito di libertà, sostenuto. Finché ne avrò la possibilità, scriverò dove mi sarà permesso dire quel che penso, e non mancherò di far sentire la mia voce e anche i miei pensieri dell’anima, quelli meno legati all’attualità.
Vi voglio bene, sul serio

Marcello Veneziani 

Fonte: IntelligoNews - Dir. Fabio Torriero

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CHIEDIAMO UNA TREGUA (almeno...)

Fabio Schiuma
Penso sia il caso di sotterrare l'ascia di guerra: l'avversario è a sinistra. 
Salvini, con la manifestazione di sabato 28 nella 'storica piazza delle destra', ha comunque smosso le acque di un'area politica che si era impaludata, ormai quasi alla rarefazione. E questo è un dato di fatto. 
C'è chi come noi ripone le speranza che l'azione culturale di alcuni movimenti attorno a Salvini e di Pietrangelo Buttafuoco, lo stia portando su posizioni più nazionali e meno secessioniste. Non abbiamo la certezza, ma la speranza e la convinzione che la destra non possa essere ricostruita da chi l'ha distrutta. 
Però rispettiamo chi è diffidente e chi preferisce altre strade, partendo dal presupposto che nessuno abbia in tasca la verità.
Si rispetti anche la nostra speranza e il nostro impegno.
Poi il tempo e la storia daranno ragione, speriamo, a qualcuno. 
Ma nel frattempo è inutile scagliarsi l'uno contro l'altro.
Tanto, da parte nostra, non intendiamo portare ancora acqua al mulino a certi colonnelli o colonnellesse, che poi con una mano criticano Salvini e con l'altra gli chiedono appuntamento.
Ognuno faccia la sua strada pensando a costruire più che a distruggere.
Perché ha destra ci sono già troppe macerie e l'avversario dovrebbe essere a sinistra e in Europa. Dovrebbe... 

Fabio Sabbatani Schiuma - Segretario Nazionale Riva Destra

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lunedì 2 marzo 2015

La Lega è cambiata, Salvini l’ha condotta sulla Riva Destra. Ecco come.

È inutile parlare del movimento di Salvini negli stessi termini in cui si parlava anni fa. La Lega è cambiata, e di molto. Non ha modificato solo le facce, ma ha svoltato anche nei contenuti, come ha dimostrat0 la manifestazione a Roma, la piazza piena di gente che non era la stessa gente dell’acqua del Po. C’era di tutto a Piazza del Popolo. E ora - come rileva Ilvo Diamanti su Repubblica - adesso Roma  fa parte  della sua “identità genetica”, «quella identità  che ai tempi di Umberto Bossi si fermava alla Padania».
Salvini sempre più a destra e i sondaggi lo lanciano
I leghisti sono arrivati nella Capitale e non per contestarla, il partito non è più settentrionale ma nazionale. Il che ha un significato notevole. «Insieme a Salvini - scrive Diamanti - c’erano (e molti ritengono che nemmeno questo sia stato un caso) Fratelli d’Italia e i circoli di Casa Pound». In sostanza, c’era la destra. Diversificata ma pur sempre destra. In più, alle elezioni europee la Lega ha conquistato più del 6%. E i sondaggi, attualmente,  la collocano oltre il 12-13%. a un passo da Forza Italia.«Vince la Lega che ha spostato il suo baricentro al Centro-Sud». I numeri lo dicono chiaro: secondo i sondaggi più recenti di Demos Salvini supera il 20% nelle regioni del Nord, si avvicina al 10% nel Centro-Italia (tradizionalemte feudo della sinistra) e pare aver sfondato nel Centro-Sud (avrebbe il 13% intorno a Roma e nel Lazio e oltre il 6% perfino nelle Isole).
La mappa della Lega
L’analisi porta a una mappa particolare nel mondo che circonda Salvini: c’è la Lega Padana, che riproduce le radici storiche del partito e mantiene  la sua base elettorale  a Nord, dove ha  una struttura organizzativa e un elettorato fedele, oltre  a una presenza estesa nei governi e nelle amministrazioni; la compagine lepenista, alleata di CasaPound, antipolitica e impiantata sull’antieuropeismo. Intesa anche con il gruppo dei militanti di Riva Destra. Sull’intero territorio nazionale questi ultimi coinvolgerebbero circa il 25% degli elettori in genere, ma oltre il 50% di quelli della Lega. Infine c’è la Lega che Ilvo Diamanti su Repubblica chiama “personalizzata”. “Noi con Salvini”, per intenderci. Questi ultimi in grado di integrare e comporre  le altre Leghe e i loro linguaggi  riconducendoli alla figura del capo, in grado di comunicare  con linguaggi diversi a pubblici diversi. Una Lega che si sposta sempre più a destra. E lo dice chiaramente. 

di FRANCESCO SIGNORETTA - Il Secolo d'Italia

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Veneziani: Salvini è la ciambella di salvataggio del centrodestra.

Libero e Corriere della Sera di Oggi !

domenica 1 marzo 2015

ROMA: L'INTERESSANTISSIMO CONVEGNO RISERVATO DEL MATTINO !




Pensatela come vi pare, ma Matteo Salvini ce l’ha fatta.

È una piazza piena come un uovo quella che lo saluta e lo incoraggia. Senza trucchetti, tipo palco a metà o gazebo a delimitare, Piazza del Popolo, già dalle 15, è colma all'inverosimile. Un colpo d’occhio addirittura emozionante. E ti viene un nodo alla gola quando senti esclamare quel signore distinto con consorte al braccio:«È come quando parlava Almirante..». Perché in effetti è così. È come da anni non si vedeva. La storica piazza della destra politica italiana stretta intorno a Matteo Salvini in un abbraccio che è più che un messaggio. Un avviso per il futuro, forse. Un dato da tenere comunque in debito conto per il presente. Anzitutto per tutti quelli che sperano e credono in una possibile rinascita. Ma anche per coloro che invece sono più scettici.
 Del resto un fatto è chiaro: tra i vari leader, quelli veri o quelli presunti, tra tutti coloro che si spendono e discutono, anche a ragione, sulle possibilità di rinascita di una destra nuovamente competitiva, l’unico che s’è preso sulle spalle la responsabilità, l’unico che ha deciso e provato l’azzardo della piazza - e che piazza, poi - è stato Matteo Salvini. Se non è questa una investitura, poco, ma davvero poco ci manca. Ed allora invece di giocare a demonizzare, invece di cercare di sminuire, invece di rifugiarsi nello scetticismo o limitarsi alla scrollata di spalle sarà opportuno e giusto prenderne atto. Sarà opportuno e giusto confrontarsi senza pregiudizi e senza retropensieri. Sui temi unificanti, che ci sono. E sulle divergenze e le diversità che possono essere l’additivo necessario. 
Da stasera o da domani. Anzi, da subito. 

Fabio Sabbatani Schiuma - Segretario Nazionale di Riva Destra

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