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venerdì 19 giugno 2020

VERONA-IN.IT Riva Destra Verona: "in Parlamento lo strano e bizzarro caso delle rendite catastali per le imprese"

(fonte verona-in.it)
Mentre il Governo è impegnato nelle ville romane a scrivere il libro dei sogni, il Coordinatore Provinciale di Riva Destra Verona, Filippo Spadafora, punta l’attenzione sulle rendite catastali. Proprio in questi giorni mentre il Governo, malgrado la crisi pandemica che ha attanagliato il mondo, si riunisce per gli “Stati Generali dell’economia”, non si è nemmeno preoccupato di far pervenire la cassa integrazione a tutti gli operai, scaricando l’onere ad alcune imprese di anticiparla, sottraendo pertanto liquidità al sistema.
Pertanto Riva Destra Verona sta verificando se molte delle rendite catastali dei fabbricati industriali, alberghi, e di altri edifici produttivi (quei fabbricati all’interno dei quali si produce lavoro e tramite questo si assicura la sopravvivenza a milioni di famiglie) sono correttamente calcolate.
Il problema nasce dalla mancata applicazione dei coefficienti previsti dalla legge istitutiva del catasto che prevedeva l’applicazione al “capitale fondiario” di un saggio di redditività fisso ed invariabile del 2%. Nel tempo, l’argomento (il saggio di redditività) è sempre stato oggetto di contenzioso, tanto da indurre l’allora Ministero delle Finanze all’emanazione di numerose e specifiche circolari in tal senso, problema di non poco conto arrivato sino al giudizio di legittimità della Corte Costituzionale (Sentenza n° 111 del 22.04.1997).
Malgrado ciò, negli anni scorsi molti uffici periferici hanno notificato ai contribuenti rendite catastali determinate applicando discrezionalmente un saggio di redditività superiore a quello imposto dalle norme, che oltre a risultare illegittimo ha innescato una sperequazione fortemente impattante verso alcune categorie produttive. Differenza fra la rendita catastale determinata adottando il saggio di redditività corretto (2%) e calcolata con un saggio (illegittimo) del 3%.
Per rendere tangibile l’incidenza di quanto denunciamo, si propone l’esempio di un edificio produttivo di categoria D/7 o di un albergo (categoria D/2) con una rendita catastale di 20.000 euro ubicato in comune di Verona e sottoposto ad un’aliquota IMU pari al 7,6%, che deve versare al fisco un importo di 10.374 euro. Lo stesso fabbricato con una rendita catastale di 30.000 euro ne versa invece un terzo in più ovvero 15.561 euro.
Filippo Spadafora, insieme a Fabio Verna, responsabile del dipartimento Economia di Riva Destra Roma, stanno preparando gli atti per un'interpellanza parlamentare da sottoporre ai gruppi di Fratelli d'Italia.