Il primo articolo della nostra Costituzione, dopo aver definito l’Italia come una Repubblica, stabilisce, al secondo capoverso che “la sovranità appartiene al popolo”.
I latini avrebbero detto: "in claris non fit interpretatio”, nel senso che la norma è cosi chiara che non c’è bisogno di interpretazione. Detentore unico dell’esercizio del potere in Italia, è il popolo: principio questo che è la spina dorsale delle democrazie.
Tuttavia, assistiamo ormai da tempo, ad una progressiva, inesorabile e sembra inarrestabile sottrazione della sovranità all’unico soggetto detentore, il popolo appunto.
Un processo che, a mio parere, aggrava la crisi economica, morale, etica del nostro paese. E non mi riferisco alle limitazioni di sovranità previste dalla stessa Costituzione per la partecipazione a soggetti di diritto internazionale, della quale parlerò nel mio prossimo intervento, ma a quel “furto” di sovranità che sta facendo piombare nell'oblio il Bel Paese.
Tutto ha inizio con il cd. “Porcellum”, sistema elettorale dichiarato incostituzionale dal Giudice delle Leggi, con la sentenza di gennaio 2014, che eliminò la possibilità per l’elettore di scegliersi il suo rappresentante. Da qui una serie di “Parlamenti” e di parlamentari si sono succeduti alla guida del Paese disintegrando, col passare del tempo, qualsiasi tipo di contatto, collegamento, rapporto con il corpo elettorale. In effetti che bisogno c’era più di ascoltare le istanze dei cittadini, di provare a dare risposte concrete, se era sufficiente essere amico del segretario di partito per aver certezza della elezione in Parlamento? E’ naturale che ogni istanza dei cittadini venisse considerata un fardello che non si aveva la necessità ed io dico il dovere di risolvere, perché tanto l’elettore era stato derubato del suo potere di scegliere quale personaggio potesse rappresentarlo.
Le segreterie che i Parlamentari avevano presso i collegi in cui erano eletti, e presso le quali i cittadini potevano rivolgersi per presentare le loro istanze, che potevano servire come spunto per la formazione delle leggi, sono state via via eliminate. Da qui una involuzione galoppante del rapporto tra eletti ed elettori, che ha determinato per i primi l’allontanamento dai secondi, e per questi ultimi una “solitudine politica” che ha aggravato quelle crisi economiche, sociali, etiche e morali e che rischiano, con il passare del tempo di esplodere in maniera terrificante. Anche i provvedimenti legislativi che partorisce il Parlamento sono testimonianza dello scollamento tra rappresentati e rappresentanti, perché portano con sé, una indifferenza strisciante, sprezzante ed irritante verso quelli che sono i problemi della vita reale dei cittadini: e ciò è conseguenza della distanza siderale che i cittadini hanno dai Parlamentari.
Se la Corte Costituzionale da un lato ha evidenziato l’illegittima costituzionale del Porcellum, costringendo il Parlamento a legiferare in merito per ripristinare il rapporto tra eletto ed elettore ( suffragio universale e diretto), dall'altro i cittadini, contrariamente a quanto succede oggi, devono pretendere dai Parlamentari, che lo svolgimento del proprio mandato sia caratterizzato dalla trasposizione in Parlamento di quelle che sono le loro esigenze ed i loro bisogni. Tutto il corpo elettorale, deve fare in modo che il freddo glaciale nel rapporto tra cittadini e parlamentari, che ha determinato il Porcellum, in attesa di una legge che lo rinsaldi, sia scongelato dalle proprie proposte, idee, proteste, pretendendo risposte concrete, verificabili sui territori.
Naturalmente questa è solo la prima fase di un processo che ha la necessità di concludersi con la definizione di un sistema elettorale, attraverso il quale chi siederà in Parlamento debba avere un rapporto così stretto con i cittadini da non poterne eludere e deludere le istanze.
In mancanza di ciò rischieremmo veramente che il popolo si riappropri della sovranità utilizzando modi poco ortodossi, che nulla hanno a che fare con il vivere civile, ma che diventano gli unici da utilizzare.
Dott. Francesco DE NOIA
Coordinatore Regione Puglia Riva Destra
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