Ecco il programma e le prime mozioni presentate dalla segreteria nazionale.
Negli ultimi decenni da più parti è emersa fortemente la necessità di individuare, nei processi politici e nella società, gli elementi caratteristici di una azione che sappia definire in maniera chiara e strutturale, il ruolo e la funzione della Destra in una società in continua evoluzione e trasformazione. Riva Destra intende dare il suo contributo a questo processo di ridefinizione e attualizzazione della Destra italiana.
PREMESSE
Nel dopoguerra, conclusosi con la sconfitta militare dell'Italia e con la fine della guerra civile, si riaffaccia un timido tentativo di emersione della Destra storica italiana ad opera di alcuni esponenti della RSI, con l'intento di salvaguardare, fin dove possibile, un modello di società ed un ideale messo al bando dalle forze del cosiddetto arco costituzionale.
L'anticomunismo è il collante e la base su cui si fonda l'azione politica del Movimento, comunque ghettizzato dai grandi sistemi comunicativi e intellettuali, e' costretto a sopravvivere ai margini della società italiana. Un percorso, quello del MSI, altalenante, costretto a posizioni di ripiego sui grandi temi che trasformeranno, entro la fine degli anni sessanta, il tessuto sociale e la stessa società italiana, orientata sempre di più a forme di capitalismo e di colonialismo economico.
Sono gli anni in cui il PCI si appropria della cultura (dalle scuole all'università) dell'apparato giudiziario, delle masse popolari (attraverso i sindacati) e ne guida i processi di trasformazione. Dall'altra parte la DC, guidata dai desiderata atlantisti (Stati Uniti, Inghilterra) e dalla finanza internazionale fatica a proporre un modello di Società con una propria identità e con obiettivi strategici.
Il MSI svolgerà in quegli anni la funzione di guardiano o meglio di garante dell'Unità nazionale prestando il fianco a quella parte di Società che, nonostante continui ad emarginarlo, di volta in volta, ne chiede e ne richiede l'ausilio.
Cadono nell'oblio, in nome dell'anticomunismo e dell'emergenza, le motivazioni ideologiche e politiche che ne hanno caratterizzato il pensiero e l'azione.
Il progetto di socializzazione della società, colonna portante della politica della Destra italiana fino alla fine degli anni trenta, alberga nel dimenticatoio, così come l'azione riformatrice e la spinta propulsiva delle corporazioni (oggi categorie).
Ripiegato su se stesso il MSI, subisce le continue incursioni degli apparati dello Stato e quelle, ben più devastanti delle 'milizie' comuniste.
Eppure al suo interno si sviluppa un dibattito culturale ed ideologico di grande prospettiva. Si analizzano criticamente le posizioni di politica internazionale (NATO e ATLANTISMO), quelle delle politiche sociali (con la riproposizione del progetto di socializzazione), quelle della cultura (nonostante l'ostracismo dell'intellighenzia dominante), quello della Chiesa (in difesa della sua identità storica e popolare), della famiglia, dei giovani.
Un dibattito a porte chiuse, che ebbe punte e spunti di grande interesse, ma che ebbe effettive difficoltà ad emergere per l'acclarato ostracismo della Repubblica antifascista.
Fu Giorgio Almirante, eletto segretario alla morte di Arturo Michelini, a tentare di uscire dall'angolo e a sdoganare il MSI, con la creazione della Destra Nazionale.
Un'aggregazione politica con il comune denominatore, ancora una volta, dell'anticomunismo. Siamo agli anni di piombo, quelli della caccia al fascista e dell'assalto armato alle sezioni e ai giovani missini. Il tributo di sangue versato sarà pesantissimo.
Decine saranno i morti innocenti, senza che le coscienze di coloro che avevano in mano i processi di governo mostrassero un qualsiasi moto di ripulsa per la strisciante guerra civile che quotidianamente si combatteva nelle piazze della nazione.
Secondo il principio che tutto ciò che era negativo era sempre e comunque di stampo fascista.
Occorrerà attendere la caduta del Muro di Berlino e la fine della prima repubblica per riaprire i giochi. Si deve ad un campione del capitalismo nostrano (Berlusconi) l'idea di sdoganare l'MSI. Ancora una volta nel nome dell'anticomunismo. Un'occasione che, pur legittimando l'esistenza politica del MSI, non fu colta dall'allora classe dirigente (tranne qualche sporadica eccezione) per formulare un progetto di rilancio e di riaffermazione delle politiche della Destra.
Si preferì la gestione del potere tout court (con la nascita di AN) alla riaffermazione dei principi e degli ideali della Destra per un effettivo cambiamento e trasformazione della Società Italiana.
Eppure gli argomenti a disposizione erano e rimangono molti.
Dal principio di socializzazione delle aziende, a quelle della politica estera (dalla Nato all'attuale impianto dell'Europa), dalla difesa dell'identità nazionale a quella della cultura e dell'istruzione, dalla riaffermazione della fede cristiana delle genti italiche alla difesa del tessuto economico della Nazione, dalla necessità di riscatto dai poteri finanziari alla autodeterminazione delle politiche sociali e di sviluppo.
Non è andata così.
Nel terzo millennio, la Destra Italiana si ritrova cosi' senza padri né figli, orfana e in balia di un disegno disgregatore e di un mondialismo (la cosiddetta globalizzazione) che punta all'asservimento incondizionato delle coscienze e delle identità, nel nome di un potere oligarchico e finanziario che persegue la disgregazione dei valori della Civiltà e delle Tradizioni. Senza opposizioni.
L' Italia oggi, si muove sulla scia di quella globalizzazione, alimentando a dismisura le distanze tra il popolo e le oligarchie, con la colpevole complicità della politica.
Oggi, l'asserito populismo della Lega di Salvini, pur contenendo elementi interessanti di riflessione sulle politiche di salvaguardia della identità nazionale, pare non avere un riferimento ideologico al quale appellarsi per riprodurre un modello di società che sia al contempo popolare (e non populista) e identitario della storia e delle tradizioni dei popoli e delle genti del Mediterraneo.
L'unico terreno davvero fertile e' quello solcato in questi ultimissimi anni, da Giorgia Meloni, donna coerente, coraggiosa, instancabile, alla quale va il grandissimo merito di aver restituito una speranza a un’area politica, da troppo tempo umiliata e non più rappresentata appieno.
- IL RUOLO DI RIVA DESTRA
Esaminati, sommariamente, i punti di contatto con la storia della Destra Italica, Riva Destra intende proporre un dibattito tra gli uomini e le donne di cultura proprio sul ruolo e sulla funzione della Destra nella Società Italiana, Liberamente, senza censure e senza condizionamenti. È un appello che rivolgiamo agli uomini delle arti e delle professioni, agli studenti ed ai docenti universitari, a quelli di cultura, agli imprenditori, al ceto medio ed a quello popolare, al clero ed alla Politica, affinché diano il loro contributo alla ridefinizione di una Destra moderna e proiettata al futuro.
Sul piano più strettamente politico/organizzativo Riva Destra proporrà un dibattito su alcuni temi di grande attualità:
- Debito pubblico
Attualmente l'Italia, con un enorme debito pubblico è asservita al potere finanziario mondiale che ne impone le scelte in ogni comparto dell'economia e dei gangli vitali della società.
L'alternativa è ricomprarsi il debito, affidandolo nelle mani delle famiglie e delle imprese, attraverso anche la nazionalizzazione di settori economici strategici, vitali per la Nazione (credito, energia, trasporti, difesa). Le grandi imprese pubbliche potrebbero così destinare una percentuale minima del 20% dell'utile, dell'acquisto del debito pubblico senza interessi. Così come le famiglie potrebbero ritornare ad acquistare massicciamente Bot e Bpt come forma di risparmio e di investimento.
Di pari passo proporre una politica di semplificazione o di accorpamento delle migliaia di Enti superflui improduttivi unitamente ad un tetto per i compensi ai dirigenti pubblici.
N.B. Emendamento 1:
"Eliminare la parte riguardante il debito pubblico, giacché il problema potrebbe essere affrontato anche da diverse posizioni ma, semmai, in apposito e dedicato confronto, tenendo anche presente che Riva Destra è oggi un Movimento Federato".
Giancarlo Bertollini e Fabio Sabbatani Schiuma.
- Politiche sociali e del lavoro
Con la nazionalizzazione delle imprese cosiddette strategiche, e in tutte le aziende a capitale o partecipazione pubblica, instaurare un regime di partecipazione delle maestranze al governo dell'impresa (sul principio della socializzazione) ed imporre la redistribuzione degli utili (ovviamente in misura percentuale) alle maestranze.
Di primaria importanza la salvaguardia delle prerogative della famiglia (intesa come nucleo centrale e propulsivo della Società). Lo Stato deve poter garantire il benessere degli adolescenti e dei giovani (che rappresentano il futuro della Società) e quello degli anziani (memoria storica e fonte di saggezza).
- Politiche internazionali
Ribadito il principio di autodeterminazione e di interesse nazionale non si può non prendere atto che gli attuali accordi internazionali (imposti alla fine della seconda guerra mondiale) risultano obsoleti e sicuramente non in linea con la vocazione storica della Nazione. Occorre superare il concetto di ATLANTISMO e superare la NATO per ricostruire un organismo di difesa, non solo militare, che coinvolga i paesi del Mediterraneo. Così come sarebbe opportuno riaprire un dibattito serio sull'attuale EUROPA. Rileviamo che allo stato dei fatti l'Unione Europa è un organismo in balia dei poteri finanziari senza alcuna prospettiva di coesione tra i Popoli. Anzi.
Non si può non osservare che gli interessi dei paesi del nord-europa (radiocomandati dalla Germania e fino a poco tempo fa dall'Inghilterra) stridono fortemente con gli interessi dell'Italia e dei paesi del Mediterraneo.
Occorre prendere atto che non esistono punti di contatto, tra i paesi di lingua germanica, quella anglo-sassone e i paesi di lingua latina.
Storicamente le tre nazioni hanno avuto un rapporto conflittuale, dominato da interessi e idealità contrastanti, se non addirittura in aperta opposizione.
Ciò evidentemente non significa non avere rapporti di buon vicinato, fino a quando le relazioni si muovono su un piano di sincera collaborazione e fino a quando le misure espansionistiche (non già territoriali, ma economiche e strategiche) non minacciano di intaccare la Sovranità dello Stato.
E a proposito di sovranità, bisognerebbe aprire un capitolo a parte che riguarda la rete (internet).
Oggi la comunicazione è in mano a pochi centri di potere (facebook, google, twitter, instagram, linkedin) che decidono come e quando insinuarsi nei più disparati settori della vita sociale, condizionando il pensiero di centinaia di milioni di persone e piegandole, subdolamente, al loro assoluto volere: dall'economia alla cultura, con devastanti conseguenze e ricadute sociali. Occorre prenderne atto e correre al più presto ai ripari con la creazione di una rete (magari interconnessa) nazionale e con strumenti di salvaguardia delle identità nazionali.
Sono questi, alcuni degli argomenti, che in se racchiudono con un filo logico il concetto di Sovranità, sul quale dibattere per arrivare a una definizione strategica e attraverso la quale impostare l'azione politico-amministrativa di una nuova classe dirigente al servizio della Patria.
Spunti di riflessione e di dibattito che, lungi dal voler essere dogmi, ci auguriamo siano da stimolo per la costruzione di un filone ideologico e politico che si richiama alla Destra storica.
www.studiostampa.com