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mercoledì 25 febbraio 2015

PIAZZA DI SPAGNA: HOOLIGANS E ROSSO TREVI, DUE PESI E DUE MISURE.

Fabio Sabbatani Schiuma
LETTERA APERTA A GIAN MARCO CHIOCCI DIRETTORE DE 'IL TEMPO'.
Egregio Direttore, nel complimentarmi per la condivisibilissima, determinata e argomentata vibrata protesta del Suo giornale in occasione della vergognosa devastazione di piazza di Spagna da parte degli hooligans olandesi, mi permetta ora una riflessione sul passato prossimo e una piccola polemica.
Quando l'artista Graziano Cecchini, a cavallo del 2007 e del 2008, utilizzò un colorante del tutto innocuo per tingere di rosso l'acqua della Fontana di Trevi, peraltro premurandosi di non arrecare alcun danno al monumento, o effettuò il lancio di palline colorate dalla scalinata di Trinita' de' Monti, i titoli di alcuni giornali furono roboanti. Si parlò di 'offese al patrimonio architettonico della città'' e di come 'i teppisti feriscono i monumenti'. Erano in realtà azioni di avanguardia artistica neo-futurista, come molti critici riconobbero, che avevano anche il colore della denuncia sociale e non danneggiarono nulla e nessuno.
Cecchini invece si prese, se non sbaglio, una condanna esemplare di 8 mesi di galera, accompagnata da una raccolta di firme dei soliti intellettuali di stampo radical-chic e un processo mediatico infamante.
Invece a questi barbari che hanno danneggiato irrimediabilmente la fontana di Bernini e messo a ferro e fuoco Piazza di Spagna, gli hanno detto in pratica: "arrivederci e grazie", con il silenzio assordante dei benpensanti di cui sopra.

Fabio Sabbatani Schiuma, 
Segretario Nazionale Riva Destra, già vicepresidente del consiglio comunale di Roma

www.studiostampa.com

mercoledì 18 febbraio 2015

IL TEMPO: Armiamoci e partite !

L'Editoriale di
Gian Marco Chiocci
Armiamoci e partite per le crociate. La capriola di Renzi in meno di 12 ore su un tema un tantino delicato come l’intervento militare in Libia, surclassa, ridimensiona, annienta qualsiasi altra performance precedente su promesse brutalmente smentite, assicurazioni puntualmente negate, cambi di passo sempre rimandati. Lo «stai sereno» a Enrico Letta o al Berlusca sull'elezione del Capo dello Stato è niente rispetto a ciò che il premier, con codazzo di ministri in mimetica, è riuscito a dire e a negare agli occhi del mondo e del Califfo che ha piantato le tende a sud di Roma. Se l’altro ieri don Matteo annunciava l’entrata in guerra dell’Italia «pronta a guidare un’operazione militare», lo stesso don Abbondio ieri richiamava goffamente le truppe mandando in crisi il suo ministro della Difesa - che aveva strombazzato l’adunata di 5mila uomini per la Campagna d’Africa - e soprattutto quello degli Esteri, che per aver fatto da megafono ai propositi belligeranti del suo diretto superiore, s’è ritrovato con una fatwa personalizzata dai tagliagola islamici.
A ciò aggiungeteci quel che il ministro dell’Interno è riuscito ad affermare sulla possibilità di un’infiltrazione di terroristi sui barconi, smentendo con ciò almeno cinquanta sue dichiarazioni passate. Si potrebbe infierire sulla figuraccia fatta pure con l’Europa che ha rivelato il menefreghismo italiano nel chiedere aiuto sul fronte Isis, oppure con la decisione di discutere della Libia giovedì in parlamento quando per questioni di propaganda personale il premier è solito convocare i lavori alle 7 del mattino. Se l’avanzata dell’uomo nero e l’esodo via mare preoccupa finalmente tutti (tranne i soliti idioti pacifisti radical chic) a noi terrorizza decisamente altro: l’improvvisazione di quanti dovrebbero pensare a farci dormire sonni tranquilli e invece straparlano senza rendersi conto dei danni che fanno.

Di GIAN MARCO CHIOCCI

www.studiostampa.com