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mercoledì 27 febbraio 2019

Qualche riflessione sui confini !

Domande :
° 1) Perché a casa avete la porta ?
° 2) Perché le città avevano le mura ?
° 3) Perché le nazioni hanno i confini ?
Risposte : 
° 1) Per non far entrare chiunque !
° 2) Per evitare ingressi non desiderati !
° 3) Per poter erogare Servizi in un territorio delimitato !
Tentiamo di non confondere il termine Nazione con quello di Patria.
Il primo è un sistema di servizi che non possono essere tecnicamente erogati senza circuito controllato.
Il secondo è la "Terra dei Padri" e la mia è il Centro Storico di Roma !

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venerdì 21 marzo 2014

SCHIUMA: UNA RIFLESSIONE DA CONDIVIDERE

Fabio Sabbatani Schiuma
- Credo nelle diversità, credo che l'unica cosa al mondo che ci accomuni sia che nasciamo e moriamo più o meno allo stesso modo. 
- Credo che l'eredità genetica, morale, economica e culturale dei nostri genitori sia parte integrante della nostra esistenza, e questa stessa eredità ci porti ad essere diversi.
- Credo che ogni popolo debba combattere per mantenere integre le proprie diversità culturali e sociali nella propria terra di origine. 
- Credo nell'immigrazione controllata e contingentata.
- Credo nel flusso migratorio specializzato, dove le persone vengono accolte perché renderanno l'Italia più competitiva.
- Credo nel totale rispetto della terra e della cultura che subisce i flussi migratori.
- Credo che la globalizzazione sia il vaso di Pandora di questa epoca. 
- Credo nella diversità tra uomo e donna.
- Credo nei ruoli distinti e chiari nella società.
- Credo nell'unica famiglia possibile quella illuminata da Dio.
- Credo nella ricerca di sostegno sociale verso la mia gente innanzitutto, dopo verso tutte quelle persone integrate che non impongo la loro cultura sulla mia.
- Credo nell'integrazione sociale e culturale dove queste parole siano percepite come rispetto per la cultura accogliente. sono shockato dal buonismo all'americana del "fair&correct" a tutti i costi.
- Credo che conoscere culture diverse ci porti ad una maggiore consapevolezza della nostra esistenza, ma sottolineo conoscenza e non imposizione.
- Credo che le frontiere geografiche siano il logoro risultato dell'incapacità dell'uomo di anteporre la ragione all'economia.
- Credo nelle piccole economie, non credo nel libero scambio.
- Credo nei dazi alla Cina ed a tutti quei popoli che sfruttiamo, sfruttandoli facciamo girare la loro economia, affossando la nostra, sfruttando i loro stipendi miseri ed imponendo attraverso i media (social e non) il nostro stile di vita come uno status symbol irrinunciabile, come un utopico mondo del benessere, li esortiamo ad emigrare, e questo alimenta la nostra crisi in ogni sua forma. 
- Aborro la comunicazione filo-americana, aborro la stupidità di chi si flette come un ramoscello davanti alle notizie pilotate dei media. 
- Detesto chi subisce la notizia, chi non cerca di leggere la storia dietro la stessa. 
- Sono a favore del rimpatrio forzato dei cittadini stranieri condannati in italia. 
- Credo nella diversità di pena comminata. 
- Credo che i politici debbano pagare triplo per i reati contro la res pubblica.
- Credo nella pena di morte per i crimini contro i bambini e sono a favore di pene esemplari per i crimini contro le donne. 
Faccio outing: date le premesse temo proprio che, in questo mondo, IO SIA RAZZISTA ! 

(Fabio Sabbatani Schiuma, liberamente tratto dal profilo di un mio caro amico). 

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martedì 11 giugno 2013

A ROMA FINISCE L'ERA DELL'EX ALLEANZA NAZIONALE (e dei suoi colonnelli).

Dopo le exploit di Fini nel 1993 - a dir la verità con ancora il MSI - la costituenda AN fece leva proprio sul territorio laziale per la sua crescita: a nord infatti, i vari Martinat e La Russa si lasciarono superare su certi temi dalla Lega, badando più a non prenderle e a mantenere un piccolo orticello per la crescita dei loro accoliti. Pesarono indubbiamente le morti di Marzio Tremaglia, assessore 'illuminato' in Lombardia e di Nicola Pasetto in Veneto, nella cui scia troviamo più di qualcosa anche nella giunta di Flavio Tosi a Verona. Al sud invece, i colonnelli andarono in ordine sparso fino alla precoce estinzione: da Bocchino, orfano di Tatarella, fino a Landolfi, vittima ultima della rivalsa forzitaliota, per la Campania, e gli scontri tra gli occidentali di Lo Porto e gli orientali di Nania, in Sicilia, eccezion fatta per Peppe Scopelliti, che in Calabria ha costruito qualcosa partendo da sindaco di Reggio. A Roma invece le correnti dei colonnelli, seppur in continua guerra tra loro, seppero dar vita a dei veri e propri miracoli: Moffa nel 1998 alla provincia, Storace nel 2000 alla regione, fino ad Alemanno nel 2008 a Roma e alla stessa Polverini, che ideata da Augello, poi 'deFinizzatasi', ha saputo approdare alla corte di Verdini, cosicché, dopo la sciagurata sua caduta in Regione, è l'unica che si è garantita in Parlamento. Tutte esperienze di governi locali, mai capaci di bissarsi, anzi sonoramente bocciate, soprattutto a Roma, dove convivono serenamente voto d'opinione e voto clientelare ("a fra', che te serve?"). Nelle cause, che andrebbero messe al microscopio una ad una, c'è però più di qualche comune denominatore: 1) a dettare gli spartiti sono stati colonnelli cresciuti all'ombra di Fini, poi mollato per un nuovo padrone - Berlusconi, che in realtà li ha sempre detestati umanamente - o per altre scelte, che si sono poi rivelate fallimentari: strategie però sempre personalistiche, ad uso e consumo di amanti e cerchie ristrette, mai culturali, mai nulla di progettuale; 2) la paura del politically correct, che ha evidenziato anche l'eterno complesso di inferiorità di fronte al pensiero dominante della sinistra e un percorso da 'passo delle oche' (libro di A. Giuli in cui 'massacra' questa generazione di post finiani) ondeggiante e instabile, che gli hanno fatto aver paura anche di intitolare una strada ad Almirante; 3) capacita' di circondarsi di personaggi equivoci (dagli arresti di lady ASL, fino ai vari Riccardo Mancini...e sarebbe curioso sapere come sono stati spesi, e da chi, i 30 milioni di euro del piano nomadi destinato da Maroni alle politiche sociali capitoline: 26 spesi per i campi attrezzati, dove si annida la criminalità e solo 4 per quelli abusivi, dove stanno i disperati), caratterizzandosi quindi da un fallimento, morale prima di tutto, misto ad arroganza e onnipotenza da poltrona. Ovviamente il tasso di litigiosità ha finito per cannibalizzare tutto - ricordiamoci che anche Fiorito fu imposto dal coordinatore regionale Pdl ex An - fino allo 'spezzatino di destra'. Ora qualcuno vagheggia l'idea di ricreare Alleanza nazionale, dove - ricordo bene - non c'erano congressi, non c'era dibattito interno, non c'era meritocrazia, c'era solo un certo finismo. No grazie, a me non interessa: preferisco il deserto, con qualche oasi 'buttafuochiana' o 'veneziana'. Io mi apposto semmai sulla Riva Destra e aspetto una Marina La Penna tutta italiana, e nel frattempo cercherò di fare opposizione in piazza a Marino e a risolvere i problemi delle persone più in difficoltà: come la 'Destra Sociale' mi ha insegnato, da Laurentino 38, a Tiburtino III. 
P.S.
Un consiglio al popolo di destra: non continuiamo con 'la mia destra e' più di destra della tua'. Guardiamo alle cose che uniscono più che a quelle che dividono... cosi c'hanno sguazzato solo loro... riconsegnando Roma e il Lazio alla sinistra e, cosa più triste, non lasciando traccia positiva della destra al governo: il nulla assoluto, altro che il male... (Scusate per gli eventuali errori: ho scritto di getto e con il BlackBerry, quello che sentivo stamattina nel cuore). 

Fabio Sabbatani Schiuma

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