Problema antico e insoluto, quello della carenza di alloggi a Roma. Problema che, nell'approssimarsi di una tornata elettorale incerta, rischia di essere usato dagli uni e dagli altri in maniera strumentale. Chiariamo una cosa: con buona pace di quanti ancora si ostinano a guardare alla realtà con le lenti deformate e vetuste del secolo scorso, non si tratta di un tema di destra o di sinistra. E neppure di centro. E’ un problema di dignità. Dignità della persona. Nella Capitale d’Italia, in una delle più belle e conosciute città del mondo ci sono circa 50mila famiglie che sognano di avere un tetto sotto cui vivere. E che ne hanno diritto. E’ il disagio che si muta in tragedia e distrugge la speranza di vita.
Credo che una amministrazione degna di questo nome debba impegnarsi per cominciare a risolvere questo problema. Che non è il solo. Ma che è tra i più rognosi. E’ troppo chiedere un vero -dico vero e non solo cartaceo- piano di edilizia abitativa per questa nostra città? E’ troppo chiedere che ogni graduatoria presente o futura non azzeri o comprima o limiti o riduca quei diritti di sofferenza maturati in tanti anni di attesa? E’ troppo immaginare una task-force immediatamente operativa, magari con un voto vincolante da parte del consiglio, che affronti la questione e in un tempo limite esponga soluzioni di buon senso?
Non importa di chi sia la colpa. E non è più tempo di chiacchiere.
Fabio Sabbatani Schiuma, consigliere di Roma Capitale, presidente del gruppo ‘Trifoglio – Popolo della vita’.
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