E' chiaro che è anche una questione di facce. Di facce nuove. Lo si può rigirare come lo si vuole, ma il dato è incontrovertibile. Questa destra in coma profondo ha bisogno disperato di nuove facce. Referto impietoso, certo. Ma vero. Perché è una destra che non sa cambiare, questa. Che addirittura rifiuta di cambiare. E che vive nel timore di perdere quel che è rimasto. Una destra che sa solo aspettare. E mentre attende una fine è incapace di immaginare un inizio. E chi e che cosa potrà mai avviarlo un nuovo inizio. Tutt'intorno è movimento, è rinnovamento, è velocità. La politica corre. Come la vita. E' nella natura umana il rinnovamento. La voglia e la ricerca di nuovo sono sempre vincenti. Ecco perché appare come un nonsenso quel che sta accadendo nel campo della destra. Anzi, quel che non sta accadendo. La mancanza non solo di capacità di analisi. La mancanza di comprendere quanto sia urgente il ricambio. Anche generazionale. Una mancanza di umiltà che un gruppo dirigente -ieri fortunato e vincente oltre i suoi meriti e oggi superato e sconfitto- avrebbe dovuto possedere. Invece, molti dei protagonisti della stagione che fu, ancora stanno li. Sperando nell'eterna possibilità di un riciclo. E allora ecco la smania di apparire, la bramosia dell'intervista, la ricerca della telecamera. E l'ammiccamento furbetto e saputello. Ci provano. E provano pure ad organizzarsi. Provano addirittura a ricucire rapporti dopo essersi scornati e osteggiati per anni. Dopo aver sbagliato di tutto e di più. Dopo aver strappato quel biglietto vincente della lotteria che s'erano trovati in tasca e che non avevano neppure acquistato. Non se ne fanno una ragione. Dimostrando così che la politica può diventare una vera e propria malattia, che meriterebbe di essere studiata e curata. Che, a guardarli bene, malati lo sembrano davvero. Mai un dubbio. Mai un'incertezza. Sorretti da una sicumera che fa a pugni con la realtà. Realtà che spiega che non basta più intortare qualche allocco. Realtà che segnala la fine di tante storie. Alcune per bene, altre meglio non dire. Perché di quelle facce non se ne può più. Poco importa se incartapecorite dal tempo o liftate dal chirurgo.
di Fabio Sabbatani Schiuma
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