Aggiornamenti e News

martedì 26 maggio 2015

Via la patria potestà ai rom che sfruttano i figli...

Fabio Sabbatani Schiuma
Matteo Salvini solleva un problema scottante, quello della patria potestà dei genitori rom che sfruttano i loro figli. Sono 15 anni che, da consigliere e vicepresidente del consiglio comunale di Roma, ho fatto questa battaglia con proteste sotto il Tribunale dei Minori, ordini del giorno e mozioni fatte approvare, ma senza poi concreti risultati per la mancanza di volontà dei sindaci susseguitesi nel tempo.
In sostanza, vanno intensificate le indagini sui genitori rom che sfruttano i loro figli, al fine di sospendere o toglierne la patria potestà e garantire, mediante l’affidamento a istituti preposti, il diritto all’infanzia. Bisogna sensibilizzare le istituzioni del territorio e sollecitare gli uffici Minori delle questure per accertare i casi in cui sussista il reato di riduzione in schiavitù, previsto dal codice penale, per cui è possibile incriminare i genitori di quei bimbi rom costretti a mendicare, chiedendo elemosina o addirittura a delinquere in reati di borseggio, ma anche di furti in appartamenti.
A Roma il Nucleo Assistenza Emarginati dei Vigili Urbani andrebbe potenziato e occorre una pronta segnalazione all’Ufficio Minori della Questura dei casi sospetti, per avviare le indagini dovute, evitando poi la sistematica disposizione del «ricongiungimento con il nucleo familiare» disposta dal Tribunale dei Minori, nonostante le quotidiane scene di sfruttamento di minori per accattonaggio o il loro utilizzo per il compimento di piccoli reati. Nella pseudo-cultura nomade l’accattonaggio dei figli è considerato dai genitori un dovere alla contribuzione all'economia domestica, dirlo non è politically correct. Ma chiedere l'applicazione della legge, come avverrebbe nei confronti di qualsiasi coppia è ancora lecito?
Fabio Sabbatani Schiuma* Segretario Nazionale di Riva Destra, ex vicepresidente Consiglio comunale di Roma. 
Oggi su "IL TEMPO"

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giovedì 21 maggio 2015

LA STORIA DI UN ITALIANO ABBANDONATO DALLO STATO !

Mentre in Italia si pensa principalmente agli immigrati ed ai rom, i nostri connazionali vengono abbandonati al loro destino. 
Questa che vi raccontiamo è una storia vera. 
Come Carlo, il protagonista di questa storia, ce ne sono tantissimi di altri italiani non tutelati, non protetti da uno Stato che ipocritamente fa finta di nulla mentre si volge da altre parti.
E' giusto tutto questo?
A noi sembra proprio di no !
Noi siamo con Carlo, con tutti i Carlo, Teresa, Giovanni, Maria, Francesco etc. che lo Stato abbandona al loro destino mentre si prodiga a favorire gente straniera.
Non è questa l'Italia che vogliamo, non è questa la giustizia che gli italiani si aspettano.
Riva Destra è in prima linea a lottare per il nostro futuro e quello dei nostri figli.
Aiutiamo Carlo a trovare un lavoro come autista o come custode/portiere.
PRIMA GLI ITALIANI !
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mercoledì 6 maggio 2015

CHIARIMENTO POLITICO !

- Il Movimento Riva Destra, nato come primo circolo di Alleanza Nazionale nel 1993, è contro ogni forma di intolleranza, odio etnico e discriminazione razziale, religiosa e sessuale. Perseguiamo metodi democratici nella battaglia politica, condannando ogni forma di violenza. Essere difensori dei diritti degli italiani, pretendere che la legge sia rispettata da tutti, immigrati compresi, affermare il principio di reciprocità in campo religioso e amare la propria identità, la Patria e la cultura italiana, non significa sentirsi 'sopra agli altri'. Riva Destra è contro ogni forma di neonazismo e di comunismo.

Nota dell'Ufficio Stampa di Riva Destra

domenica 3 maggio 2015

Fabio Schiuma: I MIEI PRIMI 20 ANNI DI POLITICA!

Fabio Sabbatani Schiuma
- Ne ho viste tante, ho fatto proteste, barricate e denunce; in vent'anni di politica ho preferito sempre la piazza, lo stare in mezzo alla gente, quella vera, da Laurentino 38 a Tiburtino III, con un megafono in mano ho fatto comizi alla Garbatella con i centri sociali schierati e capitanato proteste dure di persone che rivendicavano il diritto alla casa o alla sicurezza, sono stato sempre il primo a espormi per ciò che facevo. Non mi sono mai tirato indietro di fronte a nulla. Di fatto però, la mia fedina penale è pulita e non ho carichi pendenti, anchr se le aule dei tribunali fanno parte del 'gioco'. Come denunci vieni anche denunciato, come accusi ti devi anche difendere: l'ho sempre fatto e ho vinto tutti i procedimenti giudiziari che mi sono stati intentati, da quella montatura giudiziaria del Laziogate - dove sono stato prosciolto in udienza preliminare senza neanche ricorso dei pm, dopo 2 anni di indagini che mi hanno fatto oggetto di uno sporco processo mediatico - fino alle manifestazioni non autorizzate per difendere le case di 'La Storta' o sotto l'ambasciata di Romania quando fu violentata e uccisa da un rom la nostra concittadina Giovanna Reggiani, passando per il processo Centrale del Latte/Parmalat, causato dalle mie denunce a tutela della salute dei romani.
Si, sono orgoglioso di quello che ho fatto, anche dei miei errori che non rinnego e delle mie scelte passate che non rimpiango. Anche e soprattutto di quell'articolo di Libero, che mi definì 'Schiuma, il ribelle'.
Sono fatto così, con pregi e difetti come tutti. Nei rapporti personali incapace di essere diplomatico o di non far trasparire simpatie e antipatie, ma coerente sempre con la parola data e con il senso dell'onore a guidare comunque la mia agenda politica e umana.
Sono orgoglioso poi non solo di aver vinto sempre ogni campagna elettorale nelle liste di destra dove mi sono presentato (terzo nel 97, secondo nel 2001, terzo nel 2006, primo nel 2008 al comune di Roma), tranne l'ultima dove in 4 mesi non sono riuscito a recuperare 4 anni e mezzo perduti per colpa dell'attaccamento alla poltrona di qualcuno, anche se mi resta difficile digerire la sparizione comunicatami dalla Procura, di quai tutte le schede elettorali da me contestate. Sono fiero anche di come sono 'caduto da cavallo' e della forza che ho trovato, grazie a coloro che mi sono rimasti vicino, per rialzarmi e pianificare la rivincita: si, perchè la rivincita ha un sapore più bello e forte della vittoria.
Tutto, le gioie, le delusioni, le vittorie e le sconfitte, hanno fatto parte di un 'gioco' che mi sono scelto, che ho nel sangue, nel DNA di una famiglia con parenti ufficiali dell'esercito che si sono tolti la vita con il tricolore in mano per non consegnarlo al nemico anglo-americano, nonostante l'onore delle armi ricevuto, di zii che hanno sacrificato le loro carriere per rimanere coerenti con le loro idee politiche, di genitori che hanno sempre anteposto il valore della famiglia a tutto il resto, che non hanno mai fatto trapelare gli echi di un qualsiasi litigio di fronte ai figli e che a 86 anni solo una malattia infame sta tenendo lontani l'uno dall'altro, o meglio non fa più essere se stesso il mio vecchio papà. 
Tutto, ci sta tutto, e per me è stato sempre un grande privilegio fare politica, trovare una retta via tra legittime ambizioni e stare al servizio delle persone, un privilegio che mi ha sempre portato a pensare che domani potrò guardare negli occhi una figlia o un figlio - ora che ho finalmente trovato Anna, la mia altra metà del cuore, con la quale mi sposerò tra poco più di due mesi - e potergli dire 'tuo padre ha cercato in tutti i modi di consegnarti un mondo migliore'. Si, perché la politica, se fatta bene, in modo trasparente, onesto e coraggioso, fa bene alla collettività. E anche qui io ho cercato di dare il mio piccolo esempio: in Campidoglio ho rinunciato a ogni benefit - quale macchina di servizio, rimborso lavorativo, tessera 'intera rete' e parcometro gratuito - per percepire al massimo 1300 euro al mese lorde. E questo l'ho potuto fare perché, grazie a Dio, io di politica non vivo e campo di mio. La mia vita, in sostanza, è nelle due righe del manifesto che tengo affisso a casa, in ricordo di Mikis Mantakas, e che recita "nella vita non esistono uomini che vincono e che perdono ma uomini che combattono o non combattono". E io oggi continuo a combattere, insieme ai tanti che sempre di più credono in Riva Destra, e mi sento più forte che mai. 

Fabio Sabbatani Schiuma - Segretario Nazionale di Riva Destra

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mercoledì 29 aprile 2015

PADOVA: madre sfrattata a Cadoneghe, protesta con successo di Riva Destra e forconi.

"Madre italiana sfrattata", blitz di Riva Destra e forconi a Cadoneghe.
Gli attivisti hanno accompagnato in municipio Debora C., disoccupata da 2 anni, con un bambino piccolo di 7: "La domanda per una casa popolare è stata accolta ed è partita la pratica per l'assegnazione".

Fonte: Padova Oggi - Articolo Completo QUI !

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martedì 28 aprile 2015

DOMANI A PADOVA BLITZ DI RIVA DESTRA E FORCONI PER SFRATTO ESECUTIVO A GIOVANE MADRE ITALIANA.

PADOVA, 28 apr - "Domani, Mercoledì 29, ore 9, a Cadoneghe (Padova) ci sarà un'azione di supporto di alcuni attivisti di Riva Destra e del movimento dei Forconi, a sostegno di una madre italiana, Debora C., disoccupata da 2 anni, con un bambino piccolo di 7 anni, con sfratto esecutivo dal 26 giugno prossimo. Il Comune non riconosce il suo stato di grave difficoltà per accesso emergenziale ad una casa popolare, per supposte burocrazie varie"
Lo dichiara il coordinatore provinciale di Padova di Riva Destra, Lorenzo Sartiè, il quale denuncia come "tra l'altro, il Comune stesso non vorrebbe rendere noto quanti saranno gli alloggi messi a disposizione in questo bando che scadrà a settembre, pubblicando solo le graduatorie, dove nei primi 20 posti, 7 sarebbero già riservate a cittadini stranieri"

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