di Aldo Atti
Tanto è stato scritto in questi giorni a commento della morte di
Pino Rauti. Un personaggio "significativo" per tanti aspetti, politici, culturali, ideali ed anche umani. Molti lo hanno conosciuto, molti ne hanno sentito parlare. Per me, iscritto al
Movimento Sociale Fiamma Tricolore della Segreteria Rauti, dopo Fiuggi, ha rappresentato un punto di riferimento nel mare in tempesta della distruzione del
MSI. Attendevo di leggere i suoi editoriali su "Linea" per trovare indicazioni e spunti di riflessione. Non ero e non sono mai stato un "rautiano" nel senso di una fideistica appartenenza ideale ma in quegli anni
Pino Rauti rappresentava la voglia di "continuità" rispetto alla deriva finiana. Ma non è un discorso di sterile "nostalgismo" che voglio fare. Ho un ricordo che per me sintetizza l'importanza e la validità per l'oggi e per il domani del Patrimonio Intellettuale che
Rauti ci ha lasciato. Anni fa ho partecipato ad un corteo a Roma della Fiamma Tricolore conclusosi a piazza Santi Apostoli con il comizio dell'allora
Segretario Nazionale Pino Rauti. Ricordo i cori e gli slogan "nostalgici" a cui si contrapponeva quello proposto dal megafono del camion che apriva il corteo:
"lavoro, lavoro, lavoro". Il "nostalgismo sterile" contrapposto alla
"proposta costruttiva". La capacità di guardare al presente e al futuro sostenuti dalle Radici Profonde contrapposta ad una inutile celebrazione del passato fine a se stessa.
Ecco l'ANDARE OLTRE di Pino Rauti. Ciao Segretario!
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