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lunedì 9 novembre 2020

L'intervento - COVID 19: OGNI EPOCA HA LA SUA SFIDA (di Lisa Comes)

Lisa Comes

A distanza di mesi e dati alla mano sul Covid abbiamo maggiori conoscenze. 

Primo aspetto: come chiaramente espresso dal Prof Bernabei l'altra sera a PiazzaPulita la mortalità è praticamente circoscritta ad una categoria ben precisa: persone anziane con almeno 3 patologie croniche (ipertensione, diabete, problemi ai reni, cardiopatie..). Pertanto è DOVEROSO arrivare a PROTEGGERE questa categoria per evitare quanto più possibile la morte di queste persone. Senza avere paura di essere criticati di razzismo e stronzate varie. 

Secondo aspetto: tolte le terapie intensive e le rianimazioni, gli ospedali sono al collasso per i ricoverati di Covid. E a rimetterci sono i malati di altre patologie a cui oggi viene negata la cura. E questi ospedali sono al collasso per persone che per 1/3 mediamente hanno la febbre. LA FEBBRE, come precisato oggi sul Corriere dal Prof. Richeldi del Gemelli. Questo terzo del totale dei ricoverati sono persone che hanno fatto il tampone, risultano positivi (magari non presentano nessun sintomo) si fanno prendere dal panico (per il terrore che i media fanno circolare) e per non passare il VIRUS ai propri conviventi, senza passare per casa si dirigono direttamente ad un ospedale. Andando a creare quel pienone che viene denunciato ogni 5 minuti. Ma in realtà trattasi di un pienone a cui contribuiscono persone con la FEBBRE, che  potrebbero starsene a casa propria ma la paura ed il resto che ho scritto li fanno propendere per stare in un ospedale. Allora per quale motivo non fare un accordo con gli alberghi (sostanzialmente oggi tutti vuoti) dove far stazionare queste persone che non presentano alcun genere di criticità. E ove si presentassero (tipo aumento della temperatura con riduzione della saturazione dell'ossigeno) il paziente verrebbe trasferito in ospedale. In questo modo gli ospedali continuerebbero a poter servire anche i malati di altre patologie. E in questa tragica occasione va trovato il CORAGGIO di denunciare la medicina del territorio alias i medici della mutua. Casta potentissima che nella stragrande percentuale di casi conta medici ben pagati (percepiscono uno stipendio più alto dei medici ospedalieri) i cui pazienti a carico li vedono poco o niente perché occupati in attività private che hanno la facoltà di intraprendere. Sono tante le testimonianze di pazienti che riportano che solitamente allo studio del medico della mutua trovano le segretarie che consegnano le ricette, ma del medico non c'è traccia. Per questo riporto un occasione perduta con il ministro Sirchia. Quest'ultimo alla luce delle criticità nei Pronto Soccorso (di cui tutti credo ricordino i problemi anche prima del Covid) mise su  una commissione al fine di valutare un rimedio a tale importante criticità. La commissione propose che i medici della mutua fossero presenti nei Ps per potersi occupare dei codici bianchi e lasciare ai medici del Ps di seguire i casi più gravi che sono poi quelli per cui il soggetto dovrebbe recarsi al Ps. Nonostante la maggioranza dei componenti la commissione fosse d'accordo per questa soluzione, il veto da parte dei medici della mutua fece saltare tutto. Un ministro audace come Sirchia che ebbe il coraggio e la forza di far passare una legge all'epoca rivoluzionaria di bandire il fumo nei luoghi pubblici, su questo argomento cedette alle pressioni di questo sistema di potere. 

Il paese cambia solo se si ha il CORAGGIO di mettere le mani su questi sistemi di potere che non sono funzionali al sistema e ai cittadini ma solo a una piccola ristretta cerchia di persone. In poche parole tutti i giorni sento di gente che sta vedendo crollare il proprio lavoro, la propria attività e di qui a poco diventeranno situazioni irrecuperabili. Ma come si affronterà il DOPO con tutti i debiti che avevamo a cui si aggiungeranno quelli che stanno maturando in questo periodo? Ogni epoca ha la sua sfida. Ma temo che questa volta la stiamo trasformando in qualcosa di difficilmente recuperabile o quantomeno in una sfida dove troppe persone in carne ed ossa stanno perdendo o perderanno le proprie certezze e la propria dignità.

giovedì 18 giugno 2020

ARFUSO (DIPARTIMENTO ECONOMIA RIVA DESTRA CALABRIA): SERVONO POLITICHE FISCALI ESPANSIVE

Nelle ultime settimane in Italia e in Europa si è affacciata con prepotenza la questione economica legata alla pandemia in corso
E’ sempre più evidente che la pandemia e le misure di contenimento del contagio adottate  provocheranno una profonda recessione in conseguenza del blocco di una parte importante dell’attività produttiva e la scomparsa dei redditi generati da quelle attività. Si avrà una riduzione del PIL maggiore di quella causata dalla crisi finanziaria globale del 2008, e che esse non sarà transitoria.
La caduta significativa del PIL e degli aumenti di spesa pubblica e riduzione delle tasse per fronteggiare l’emergenza farà lievitare il rapporto tra deficit e PIL e tra debito pubblico e PIL.


Si deve notare tuttavia un elemento di estrema importanza fino ad oggi spesso sottovalutato o addirittura ignorato : il denominatore (il PIL) non è indipendente dalla politica di bilancio pubblico, cioè dalle variazioni della spesa pubblica o delle tasse. In altri termini, più spesa pubblica implica minore caduta del PIL. Inoltre, gli effetti delle variazioni di spesa pubblica sul PIL in fasi di recessione o stagnazione economica sono particolarmente forti. Questo fa sì che in una economia già in difficoltà, le politiche di austerità (riduzione della spesa) fanno aumentare il rapporto debito-Pil. In Italia, per esempio, quel rapporto è aumentato di oltre 10 punti percentuali tra il 2011 e il 2013, cioè proprio nel pieno della attuazione delle politiche di austerità . Ciò significa, in primo luogo, che politiche fiscali espansive (più spesa pubblica, meno tasse), avranno nel presente contesto l’effetto di ridurre la caduta del PIL. Di conseguenza, politiche fiscali decisamente espansive, se ben disegnate ed efficaci, potrebbero anche ridurre l’incremento del rapporto deficit-PIL e debito-PIL
Pertanto le politiche fiscali espansive sono essenziali:
per sostenere la spesa sanitaria, i redditi e la domanda aggregata, per assicurare la lotta al virus, gli standard di vita e la produzione nei settori ancora attivi,
per alleggerire il carico fiscale alle imprese e assicurare loro, anche attraverso il sistema bancario, la liquidità sufficiente per sopravvivere alla tempesta, sperando che cessi. Il rischio è che sennò quando ci sarà una ripresa globale le imprese non saranno più lì a rispondere
Gli strumenti che possono essere messi in campo per perseguire gli obiettivi appena indicati possono essere divisi in tre grandi categorie.
Garanzia pubblica sull’erogazione di credito bancario alle imprese attraverso il sistema bancario. Gli interventi possono andare nella direzione di favorire il credito bancario al settore privato e alle imprese a bassi tassi di interesse e con una ridotta richiesta di garanzie (collaterali). Questo richiede che il sistema bancario venga a sua volta garantito dallo Stato a fronte di tali prestiti. Un accesso facilitato e a basso costo al credito è importante per le imprese e va sicuramente perseguito
L’emissione di titoli del debito pubblico da parte dei singoli governi nazionali è lo strumento per finanziare la spesa di emergenza e la riduzione delle entrate fiscali. Essi possono essere acquistati sul mercato finanziario da privati, soprattutto banche e altre istituzioni finanziarie
Il finanziamento monetario della spesa è un terzo strumento che di fatto non determina l’insorgere di un debito. Mentre con le politiche adottate sinora la Banca Centrale Europea fornisce liquidità alle banche in cambio di titoli pubblici o privati, ma senza garanzia che ne rinnoverà l’acquisto quando essi vengono a scadenza, con il finanziamento monetario della spesa pubblica la Banca Centrale va a finanziare voci di spesa del Tesoro senza che sussista effettivamente un obbligo di rimborso, cioè crea direttamente potere d’acquisto. Un sostegno incondizionato della banca centrale appare particolarmente auspicabile ai fini del finanziamento della spesa sanitaria e della compensazione dei redditi persi da famiglie e imprese a causa del ‘lock-down’. Finita l’emergenza, sarebbe estremamente appropriato per finanziare ampi piani di investimento pubblico che favoriscano la ripresa e la capacità di far fronte a eventuali recrudescenze dei problemi sanitari.


Dott Giuseppe Arfuso, responsabile Dipartimento Economia Riva Destra Calabria

sabato 18 aprile 2020

MES: RIVA DESTRA, SOSTENIAMO SEN. DE BERTOLDI (FdI) SU MONETA FISCALE.

Nostra proposta a FdI: eurobond vincolati e coronabond in alternativa al MES, per intervenire sul debito e dare liquidità alle imprese.
Senatore Andrea De Bertoldi
ROMA, 17 apr - "Sosteniamo la proposta del Senatore Andrea De Bertoldi di una 'moneta fiscale' prima del MES, per dare liquidità immediata alle imprese. Il MES equivale infatti alla perdita di sovranità, alla dipendenza da un Board of Governors attualmente presieduto da Klaus Regling, ma di fatto affidato ad un Board of Directors, che in nome di una indipendenza operativa agisce senza un effettivo controllo da parte della politica, aprendo così la strada alla troika. D'altro canto ci sono soluzioni alternative all'utilizzo del MES e Riva Destra  ha messo a punto uno progetto economico articolato su più strumenti finanziari modulabili tra loro, che sottoporremo appunto De Bertoldi, che e' segretario della commissione Finanze e Tesoro al Senato".
Prof. Fabio Verna
Lo dichiara Fabio Verna, responsabile del Dipartimento Economia di Riva Destra Roma, in una nota congiunta con Fabio Sabbatani Schiuma e Angelo Bertoglio, rispettivamente segretario e vicesegretario nazionale del movimento federato a Fratelli d'Italia."Bisogna comunque intervenire -continua la nota- anche sul debito pubblico anche attivando eurobond vincolati nel loro utilizzo ad infrastrutture europee di interesse comune, e coronabond destinati in particolare a quelle nazioni che maggiormente hanno subito danni umani, sociali ed occupazionali. 
Sono incalcolabili -prosegue la nota- i danni economici che sta subendo l'Eurozona a causa del Covid19, ed è stato rilanciato l'iniziale accordo per un primo accesso ai fondi del MES, svincolato altresì dalla prevista ristrutturazione del nostro gravoso debito pubblico, opportunità valida solo per i fondi destinati a tutte quelle azioni a difesa dei danni socio-economici causati dalla pandemia mondiale, per un ammontare di circa €.36 miliardi.    
Massimiliano De Noia
Occorre liquidità immediata -hanno dichiarato poi i dirigenti nazionali pugliesi di Riva Destra, Massimiliano De Noia e Tommaso Monterisi- alle imprese e ai professionisti: azzeramento dei debiti con lo Stato, esenzione totale del pagamento di tasse, imposte e tributi, stralcio delle cartelle esattoriali in scadenza nell'anno e garanzia pubblica per i canoni di locazione da Marzo sino a sei mesi dal cessare dell’emergenza. 
Tommaso Monterisi
Lo Stato -aggiungono De Noia e Monterisi- non può trasformarsi in usuraio nei confronti dei propri cittadini, a cui concedere prestiti per pagare proprio le tasse e i debiti con l’erario stesso: piuttosto si faccia garante del pagamento dei canoni di locazione di stabilimenti, locali ed appartamenti, utilizzati da imprenditori e professionisti per lo svolgimento della propria attività, rivedendo a ribasso la misura del canone che il codice civile consente di ridurre proprio nel caso in cui vi siano circostanze eccezionali ed imprevedibili che incidono sullo svolgimento dell’attività del conduttore. Servono risposte immediate -concludono De Noia e Monterisi- e interventi strutturali che consentano alla nostra economia di rifiorire, specie se consideriamo che buona parte della responsabilità della diffusione del contagio è stata determinata dal comportamento inerme del Governo che pur dichiarando l’emergenza per la diffusione del COVID19 in data 31 gennaio, ha aspettato quasi due mesi per attuare le prime misure operative che contenessero il contagio"  

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