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sabato 14 novembre 2015

LA TRAGEDIA DI PARIGI INCOMBE SULL'EUROPA !

www.studiostampa.com

ATTENTATI DI PARIGI ? SIAMO NOI CHE CI STIAMO UCCIDENDO DA SOLI !

Fabio Sabbatani Schiuma
- Questa mattina mi hanno svegliato tristezza, confusione, paura e rabbia. Tristezza perché almeno 126 vite sono state stroncate non lontano da qui, in una città bellissima che ho visitato tante volte e ho attraversato camminando, rapito dalle sue bellezze architettoniche e dal suo decoro urbano. Erano persone che, come ho fatto e faccio tante volte, andavano al ristorante, a una partita, a un concerto. Confusione perché non riesco a generalizzare e penso che tra le vittime dell'Isis ci sono anche tanti musulmani e chi lo combatte sono altrettanti musulmani come la Siria di Assad e gli sciiti. E poi l'Isis è anche figlio di oltreoceano, o meglio prodotto dalla Cia poi scappato di mano. E ancora penso al medio oriente dove, sempre da oltreoceano continuano a giocare a scacchi sporchi di sangue con governi fantoccio, guerre di petrolio, business della ricostruzione ecc. E allora mi domando: ma non lo vedete che il nemico è quello che ti vende il petrolio, telefona subito per darti solidarietà e non solo il sanguinario kamikaze incappucciato che grida 'Allah è grande' - che comunque, per inciso, seppellirei avvolto in pelle di maiale, così le vergini se le scorda, il loro paradiso promesso dopo il martirio se lo danno in faccia e gli altri infami come loro ci pensano due volte prima di ammazzare innocenti in nome di un Dio che in realtà si chiama Satana? Paura perché quello che è successo a Parigi potrebbe ripetersi in Italia e a Roma soprattutto durante questo Giubileo - ma c'è n'era bisogno? - e come ci difenderemmo? Con lo spray al peperoncino dei nostri vigili urbani. È vero che le banlieue parigine sono da anni delle polveriere, ma è altrettanto vero che in mezzo a questi continui sbarchi è scontato che ci siano dei terroristi, ai quali magari stiamo pagando casa, cibo, telefono e mancetta mentre stanno preparando un attentato intorno al Vaticano, da dove casa mia dista 500 metri in linea d'aria. E qui scatta la rabbia. Contro quelle merde che ci governano e che nascosti dietro al velo del buonismo e dell'accoglienza, ubbidiscono ai loro padroni di Bruxelles, s'ingozzano di soldi e ci fanno carriera politica. A quei vermi di sinistra che mi danno del fascista, razzista e intollerante se chiedo di chiudere le frontiere, che sta diventando l'unica cosa da fare e ce la insegna chi, come l'Ungheria, sta resistendo a questa unione europea bastarda. Ma la rabbia maggiore è contro noi stessi che non scendiamo in piazza a cacciare a pedate i Renzi, gli Alfano e le Boldrini, ma che, soprattutto, stiamo accettando supinamente di togliere crocefissi e presepi dalle scuole, di vedere mamma e papà chiamarsi A e B, o Giuseppe e Giuseppe o Maria e Maria, che ci stiamo vergognando di chi siamo e di chi eravamo e dimentichiamo anche i nostri soldati e connazionali - in India come in Guinea Equatoriale - nelle carceri straniere. E in fondo siamo allora i primi che ci stiamo uccidendo da soli.
P.S.: Viva Putin, Marine Le Pen e Matteo Salvini.

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martedì 17 marzo 2015

Blitz al convegno dell'Ex Brigatista Renato Curcio...succede a Mesagne (2015)

Blitz dall'ex brigatista Renato Curcio, invitandolo ad autografare le sue rivendicazioni delle stragi BR.
"ALDO MORO VOLEVA TORNARE ALLA MONETA DI STATO"
l’idea di Aldo Moro di emettere biglietti di Stato a corso legale, senza necessità di chiedere banconote in prestito via Bankitalia-Bce. 
Fonte: Alessandro Carluccio

Articolo su Imola Oggi

lunedì 9 marzo 2015

L’iniziativa di Riva Destra

Domani sit-in all’ambasciata brasiliana per chiedere l’estradizione di Battisti.
Un sit-in sotto l’ambasciata del Brasile per chiedere l’estradizione del terrorista Cesare Battisti. È l’iniziativa lanciata da Riva Destra e subito raccolta da altri esponenti politici. «Al sit in di domani, martedì 10 alle 18.30, sotto l’ambasciata brasiliana di piazza Navona a Roma hanno già dato l’adesione i parlamentari Gian Marco Centinaio, presidente dei senatori della Lega Nord, e Fabrizio Di Stefano, deputato di Forza Italia, oltre a Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio, e Fabio Schiuma Sabbatani, segretario nazionale di Riva Destra» spiegano Lorenzo Loiacono e Alfio Bosco, rispettivamente commissario romano e portavoce nazionale di Riva Destra, insieme ad Augusto Santori di Difendiamo l'Italia. «Vogliamo l’estradizione di questo criminale - continuano - che deve tornare a scontare la pena in un carcere italiano». «Abbiamo esteso l'invito anche ad altri parlamentari, compresi FdI. Saremo -di nuovo in piazza, come tante altre volte - concludono - per testimoniare la nostra solidarietà alle vittime di questo assassino e per ribadire la nostra richiesta di giustizia al governo brasiliano».

Una settimana fa la Giustizia federale brasiliana ha deciso di annullare l’atto del Governo federale che consentiva la permanenza nel Paese sudamericano a Cesare Battisti. Pertanto il condannato italiano per omicidio potrebbe essere estradato in Francia o in Messico, Paesi nei quali Battisti visse dopo la fuga dall’Italia e prima di arrivare in Brasile. Battisti è in Brasile dal 2004. La sentenza non è stata ancora pubblicata, ma, dopo la pubblicazione, sarà' possibile presentare ricorso.

Nei giorni scorsi il ministro della Giustizia Andrea Orlando aveva esternato la posizione del governo sul caso: «L’esecutivo è fermo nell’intenzione di chiedere l'estradizione di Cesare Battisti». «Abbiamo avviato i canali diplomatici. Il ministero - aveva spiegato - si è attivato per capire le conseguenze di una sentenza che ancora non è definitiva. Se il provvedimento sarà confermato non porterebbe all'estradizione ma all'espulsione verso altri paesi». 

Fabio Sabbatani Schiuma

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martedì 3 settembre 2013

QUEL GAS SIRIANO PUZZA UN PO’




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lunedì 7 gennaio 2013

FRANCO, FRANCESCO e STEFANO: PRESENTI !!! Acca Larentia, trentacinque anni dopo (1978 – 2013)

Via Acca Larentia è uno spiazzo tra i palazzi del quartiere Tuscolano. Siamo a Roma ed è la sera del 7 gennaio 1978, si apre una porta: è quella di una sezione del MSI. Da quella che è una sede storica del Movimento sociale escono Franco Bigonzetti, per primo, e poi Francesco Ciavatta, due giovani rispettivamente­ di 19 e 18 anni. Dietro di loro altri ragazzi che fanno appena in temo a rientrare nella sezione quando da dietro un colonnato parte una sventagliata di proiettili. A sparare è una mitraglietta Skorpion, un’arma che ad Acca Larentia fa la sua prima mortale comparsa in quella carneficina che sono stati gli anni di piombo. A sparare è un gruppo di fuoco appartenente ad una sigla nuova nella galassia terroristica di sinistra, i Nact (Nuclei armati per il contropotere territoriale). Volti coperti da passamontagna che ancora oggi, trentacinque anni dopo, non hanno un nome.
Franco Bigonzetti viene centrato a un occhio e muore all’istante accasciandosi in una pozza di sangue davanti all’ingresso della sezione. Francesco Ciavatta scampa alla prima raffica: viene colpito alla schiena da una seconda sventagliata di proiettili mentre tenta disperatamente di darsi alla fuga da una rampa di scale. Non muore subito ma arrivato in cima alle scale si accascia, morirà tra le mani dei primi soccorritori. Più tardi, nel corso degli scontri tra militanti e forze dell’ordine seguiti al gesto sconsiderato di un operatore TV che spegne un mozzicone di sigaretta nella pozza di sangue all’ingresso della sede del MSI, un carabiniere centra con una pistolettata Stefano Recchioni, 19 anni, anche lui militante del Movimento sociale. Morirà due giorni dopo.
Francesco Ciavatta era originario di Montagano, un piccolo paesino alle porte di Campobasso, dove oggi e sepolto e dove vive ancora la mamma, Angelina Mariano. Il papà di Francesco, Antonio, è sepolto anche lui in quel piccolo cimitero di montagna, a pochi passi dal figlio. Antonio Ciavatta non riuscì a superare quel dolore e si tolse la vita in un modo atroce: seduto su una panchina, in un giardinetto dello stesso quartiere, bevve un’intera bottiglia di acido muriatico. Lo ritrovarono che non aveva più un volto. I genitori di Francesco, per la cronaca e per la Storia, sono di origini umilissime: un ex minatore lui, una ex contadina lei. Entrambi si erano trasferiti a Roma, dove lavoravano come portieri in un condominio. Per loro una sorta di benedizione. Francesco era il loro unico figlio.
www.rivadestra.it