Il movimento Riva Destra nasce sulle ceneri dell'omonimo primo circolo di Alleanza Nazionale. All'epoca le parole d'ordine erano bipolarismo, democrazia dell'alternanza e una destra che, confinata lontano dall'arco costituzionale, si proponeva come forza di governo. Il progetto, a vent'anni di distanza, è risultato fallimentare. Senza entrare troppo nello specifico, ricordo a tutti che la destra italiana è stata senz'altro distrutta dalle gravi responsabilità di Gianfranco Fini. Ma tali responsabilità vanno condivise 'in solido' con una classe dirigente di colonnelli ex An, che con lui hanno condiviso tutti i passaggi, fino a essere finiti sotto 'altro padrone', solo per mantenere poltrone e incarichi. Classe dirigente che, giunta nei posti di comando, non ha fatto 'cose di destra', né marcato la differenza, spesso con risultati elettorali disastrosi. Quello che voglio dire è che, per ricostruire la destra italiana, a mio modesto avviso, è necessario in primis non portare ancora acqua al mulino a questa ex classe dirigente, che prima si è scannata per potere, ha cannibalizzato la destra e ora tenta di ripresentarsi unita, sorridente e ammaliante, con il solo scopo di recuperare poltrone perdute, o a serio rischio. Noi di Riva Destra, anche per trasformare in fatti le chiacchiere, abbiamo deciso di affidare la nostra 'presidenza onoraria' a persone nuove, a giovani di ottime speranze, i quali stanno già dimostrando molto, come il consigliere regionale del Lazio Fabrizio Santori. Stiamo organizzando dibattiti - il prossimo a Varese il 21 marzo e poi ancora Catania, Trani, Cosenza e ove saremo in grado - con altrettanti seri amministratori, provenienti dal nostro mondo, che vanno valorizzati oltre i loro territori, ove oggi sono già sindaci (es. Guido Guido Castelli, Andrea Marchetti...) e consiglieri ( es. Galeazzo Bignami). In loro riponiamo le speranza - e la certezza - di ricostruire la destra del domani, 'da destra'. Nel frattempo, semmai, guardiamo a chi ha oggi un linguaggio vicino al nostro, e pur non provenendo dal nostro mondo, parla chiaro e mostra coraggio: Matteo Salvini, il quale, ora arricchito da pensieri e riflessioni di un mondo culturale che gli è vicino, anche ispirato da persone in gamba come Pietrangelo Buttafuoco, può costituire una strada percorribile per la costruzione di un fronte nazionale di matrice francese, ma basato sulla tradizione italiana. Parteciperemo volentieri Sabato mattina, pronti a rimboccarci le maniche.
Come sempre.
Fabio Sabbatani Schiuma, Segretario nazionale del movimento Riva Destra
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lunedì 23 febbraio 2015
ROMA 28 FEBBRAIO: PRESENTI LA MATTINA ALLA CONFEDERAZIONE DELLE IDENTITÀ E IL POMERIGGIO IN PIAZZA DEL POPOLO
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COSA SIGNIFICA LIBERTÀ RELIGIOSA?
Il diritto alla libertà di coscienza non si identifica con la libertà religiosa. Nella dichiarazione conciliare libertà religiosa vuole dire di più cella libertà di aderire ad una religione. Si trattandosi di tutti gli atteggiamenti di fronte al fatto religioso. La libertà è garantita in tutte le situazioni: sia che si agisca secondo la propria coscienza o contro di essa; sia che si voglia agire religiosamente, irreligiosamente o antireligiosamente; sia che si adotti in materia religiosa un atteggiamento esattamente convinto, totalmente disgustato o caratterizzato da cattiva fede. A proposito disonesti diversi atteggiamenti, si dice che essi debbano poter esistere nella vita civile e sociale, senza che il cittadino sia, sotto questo aspetto, oggetto di costrizione.
Il campo religioso è un settore in cui dei terzi ( individuo, gruppi sociali, o autorità civili) non possono sottomettere l'uomo ad alcuna violenza, né di ordine fisico, né di ordine morale.
Il terreno religioso è un terreno riservato. Su questo piano sacrosanto dell'opinione "pro o contro", bisogna che l'uomo possa essere se stesso.
Occorre che in questa materia possa prendere una decisione, senza temere, a motivo di questa scelta, di vedere un altro addossargli ogni sorta di difficoltà. A questo livello supremo, nessuna istanza umana può forzarlo ad agire contro la propria decisione personale, la propria convinzione e le proprie preferenze, salvo il caso che egli usurpi il diritto degli altri. Nelle relazioni sociali e civili, la religione deve essere considerata come un affare personale.
Il Concilio è un del parere che la costrizione in tale materia sia un'offesa alla dignità della persona umana. Ecco perché la dichiarazione afferma che l'uomo ha diritto alla libertà religiosa nella vita sociale e civica. Essa esprime anche il voto che il potere legislativo confermi questo diritto nella Costituzione, affinché abbia così (per esempio di fronte ai tribunali) forza di legge, secondo la legislazione civile.
Ma dopo questa dichiarazione del Concilio in materia di libertà religiosa, dissente costantemente ripetere che la religione è un affare assolutamente libero.
Può dunque l'uomo decidere a piacere di vivere religiosamente o senza religione? Si può affermare che vi sia libera scelta tra le diverse religioni? Che non ci sia da seguire se non le proprie inclinazioni o preferenze?
Simile concezione della libertà religiosa si rivela immediatamente inammissibile per chiunque si renda conto del ruolo che la coscienza deve rappresentare nella vita dell'uomo. Non si può invocare la propria libertà di coscienza in favore di un simile arbitrio nelle proprie relazioni con Dio. Ogni uomo deve, con tutta l'obiettività e con tutta l'attenzione voluta, esaminare ciò che la sua coscienza gli rivela e gli prescrive. "Perciò, dice il Concilio, ognuno ha il dovere e quindi il diritto di cercare la verità in materia religiosa, utilizzando mezzi idonei per formarsi giudizi di coscienza retti e veri secondo prudenza" ( Dichiarazione sulla libertà religiosa 3 ). L' uomo deve cercare obbiettivamente ciò che Dimesso vuole, se Dio impone una forma determinata di religione. E poi deve praticare coscienziosamente ciò che, dopo matura riflessione, gli sembra l'atteggiamento religioso che s'impone.
La libertà religiosa concerne dunque un caso molto speciale. Nessuno può decidere a proprio arbitrio del proprio atteggiamento nei riguardi di Dio. Se non compie il proprio dovere, non perde per questo il diritto (negativo) di non vedersi, in questo campo, brutalmente importunato dagli altri. Per comprendere questa particolare disposizione, si pensi all'indipendenza acquisita nella ricerca scientifica o nel campo artistico. Dei terzi o delle amministrazioni pubbliche sono forse competenti per decidere in qual modo occorra realizzare invenzioni o fare opere d'arte? Sono sfere che possiedono leggi proprie. Lo stesso è, ad un livello superiore, della religione.
È essenziale alla religione che la si possa praticare liberamente e senza costrizione. Che uno voglia, dopo ciò, solo o con altri, a titolo privato o in pubblico, agire in materia religiosa secondo le proprie preferenze, i suoi simili non possono impedirgli di fare come vuole. È evidente che nell'uso di questo diritto occorre tener conto degli altrui diritti, della pubblica moralità, della coscienza pacifica dei cittadini, in breve dell'ordine pubblico.
Il Concilio descrive la cosa come segue: "Nell'esercizio di tutte le libertà si deve osservare il principio morale della responsabilità personale e sociale: nell'esercitare i propri diritti i singoli esseri umani e i gruppi sociali, in virtù della legge morale, sono tenuti ad avere riguardo tanto ai diritti altrui, quanto impropri doveri verso gli altri e verso il bene comune. Con tutti si è tenuti ad agire secondo giustizia ed umanità.
"Inoltre poiché la società civile ha il diritto alla protezione contro i disordini che si possono verificare sotto il pretesto della legge libertà religiosa, spetta soprattutto alla potestà civile prestare una tale protezione; ciò però deve compiersi non in modo arbitrario o favorendo iniquamente un determinato partito, ma secondo norme giuridiche, conforme all'ordine morale obbiettivo: norme giuridiche postulate dall'efficace difesa dei diritti e dalla loro pacifica composizione a vantaggio di tutti i cittadini, e da una sufficiente tutela di quella onesta pace pubblica che é un'ordinata convivenza nella vera giustizia , e dalla debita custodia della pubblica moralità.
Questi sono elementi che costituiscono la parte fondamentale del bene comune e sono compresi sotto il nome di ordine pubblico.
Del resto, nella società va rispettata la norma, secondo la quale agli esseri umani va riconosciuta la libertà più ampia possibile, e la loro libertà non deve essere limitata, se non quando è in quanto è necessario" (Dichiarazione sulla libertà religiosa,7).
Sac. Walter Trovato, Presidente Istituto San Benedetto per l'Europa
www.studiostampa.com
Il campo religioso è un settore in cui dei terzi ( individuo, gruppi sociali, o autorità civili) non possono sottomettere l'uomo ad alcuna violenza, né di ordine fisico, né di ordine morale.
Il terreno religioso è un terreno riservato. Su questo piano sacrosanto dell'opinione "pro o contro", bisogna che l'uomo possa essere se stesso.
Occorre che in questa materia possa prendere una decisione, senza temere, a motivo di questa scelta, di vedere un altro addossargli ogni sorta di difficoltà. A questo livello supremo, nessuna istanza umana può forzarlo ad agire contro la propria decisione personale, la propria convinzione e le proprie preferenze, salvo il caso che egli usurpi il diritto degli altri. Nelle relazioni sociali e civili, la religione deve essere considerata come un affare personale.
Il Concilio è un del parere che la costrizione in tale materia sia un'offesa alla dignità della persona umana. Ecco perché la dichiarazione afferma che l'uomo ha diritto alla libertà religiosa nella vita sociale e civica. Essa esprime anche il voto che il potere legislativo confermi questo diritto nella Costituzione, affinché abbia così (per esempio di fronte ai tribunali) forza di legge, secondo la legislazione civile.
Ma dopo questa dichiarazione del Concilio in materia di libertà religiosa, dissente costantemente ripetere che la religione è un affare assolutamente libero.
Può dunque l'uomo decidere a piacere di vivere religiosamente o senza religione? Si può affermare che vi sia libera scelta tra le diverse religioni? Che non ci sia da seguire se non le proprie inclinazioni o preferenze?
Simile concezione della libertà religiosa si rivela immediatamente inammissibile per chiunque si renda conto del ruolo che la coscienza deve rappresentare nella vita dell'uomo. Non si può invocare la propria libertà di coscienza in favore di un simile arbitrio nelle proprie relazioni con Dio. Ogni uomo deve, con tutta l'obiettività e con tutta l'attenzione voluta, esaminare ciò che la sua coscienza gli rivela e gli prescrive. "Perciò, dice il Concilio, ognuno ha il dovere e quindi il diritto di cercare la verità in materia religiosa, utilizzando mezzi idonei per formarsi giudizi di coscienza retti e veri secondo prudenza" ( Dichiarazione sulla libertà religiosa 3 ). L' uomo deve cercare obbiettivamente ciò che Dimesso vuole, se Dio impone una forma determinata di religione. E poi deve praticare coscienziosamente ciò che, dopo matura riflessione, gli sembra l'atteggiamento religioso che s'impone.
La libertà religiosa concerne dunque un caso molto speciale. Nessuno può decidere a proprio arbitrio del proprio atteggiamento nei riguardi di Dio. Se non compie il proprio dovere, non perde per questo il diritto (negativo) di non vedersi, in questo campo, brutalmente importunato dagli altri. Per comprendere questa particolare disposizione, si pensi all'indipendenza acquisita nella ricerca scientifica o nel campo artistico. Dei terzi o delle amministrazioni pubbliche sono forse competenti per decidere in qual modo occorra realizzare invenzioni o fare opere d'arte? Sono sfere che possiedono leggi proprie. Lo stesso è, ad un livello superiore, della religione.
È essenziale alla religione che la si possa praticare liberamente e senza costrizione. Che uno voglia, dopo ciò, solo o con altri, a titolo privato o in pubblico, agire in materia religiosa secondo le proprie preferenze, i suoi simili non possono impedirgli di fare come vuole. È evidente che nell'uso di questo diritto occorre tener conto degli altrui diritti, della pubblica moralità, della coscienza pacifica dei cittadini, in breve dell'ordine pubblico.
Il Concilio descrive la cosa come segue: "Nell'esercizio di tutte le libertà si deve osservare il principio morale della responsabilità personale e sociale: nell'esercitare i propri diritti i singoli esseri umani e i gruppi sociali, in virtù della legge morale, sono tenuti ad avere riguardo tanto ai diritti altrui, quanto impropri doveri verso gli altri e verso il bene comune. Con tutti si è tenuti ad agire secondo giustizia ed umanità.
"Inoltre poiché la società civile ha il diritto alla protezione contro i disordini che si possono verificare sotto il pretesto della legge libertà religiosa, spetta soprattutto alla potestà civile prestare una tale protezione; ciò però deve compiersi non in modo arbitrario o favorendo iniquamente un determinato partito, ma secondo norme giuridiche, conforme all'ordine morale obbiettivo: norme giuridiche postulate dall'efficace difesa dei diritti e dalla loro pacifica composizione a vantaggio di tutti i cittadini, e da una sufficiente tutela di quella onesta pace pubblica che é un'ordinata convivenza nella vera giustizia , e dalla debita custodia della pubblica moralità.
Questi sono elementi che costituiscono la parte fondamentale del bene comune e sono compresi sotto il nome di ordine pubblico.
Del resto, nella società va rispettata la norma, secondo la quale agli esseri umani va riconosciuta la libertà più ampia possibile, e la loro libertà non deve essere limitata, se non quando è in quanto è necessario" (Dichiarazione sulla libertà religiosa,7).
Sac. Walter Trovato, Presidente Istituto San Benedetto per l'Europa
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Cossiga ci ricorda chi è Mario Draghi !
domenica 22 febbraio 2015
Sindacati di Polizia Chiarissimi !
sabato 21 febbraio 2015
Con Aerei e Navi Nuove RISPARMIAMO !
Questo scrivevo il 21 agosto 2013 e questo confermo. Non ci si deve schierare per colore politico ma analizzando fatti e costi !
Giancarlo Bertollini
https://www.facebook.com/notes/giancarlo-bertollini/con-aerei-e-navi-nuove-risparmiamo-/10151847666504402
Gli attuali costi di manutenzione e gestione di Aerei e Navi in dotazione sono superiori a quelli delle rate per dotarci di Marina ed Aeronautica al passo con gli "altri" !
Mentre imperversa il dibattito sull’acquisto dei 91 cacciabombardieri F35 al costo complessivo di 13 miliardi di euro, i quali come ormai noto andrebbero a sostituire 256 aerei da combattimento obsoleti (Tornado, Amx e Harrier, che ci costano una cifra di Assistenza e Manutenzione), è passata quasi in sordina l’audizione del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Amm. Giuseppe de Giorgi, davanti alle Commissioni Difesa riunite di Camera e Senato lo scorso 19 giugno.
Siamo ancora quelli dei Santi, poeti e navigatori? Pare di no. Tralasciando i dettagli sulla cronica mancanza di personale, de Giorgi ha fatto presente che la Marina Militare Italiana è semplicemente destinata a perdere completamente la propria capacità marittima entro il 2025.
Delle 60 navi che attualmente compongono la flotta militare italiana (di cui solo 20 pronte a muovere) ben 51 andranno in pensionamento programmato entro la prossima decade. ”La nostra e’ ormai una Marina vecchia con navi la cui vita e’ al di sopra dei 20 anni”. Questo malgrado i compiti della forza armata restino molti, dalla difesa, alla sicurezza delle rotte, dal controllo dei migranti, alla vigilanza della pesca e dei porti.
Fonte: Scenari Economici. Qui l'Articolo.
P.S.
L'UNICA RISERVA CHE DOBBIAMO AVERE E' SOLO ED ESCLUSIVAMENTE SU QUALITÀ E CARATTERISTICHE TECNICHE CHE I MEZZI DEBBONO AVERE PER SODDISFARE LE NOSTRE NECESSITA'.
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Giancarlo Bertollini
https://www.facebook.com/notes/giancarlo-bertollini/con-aerei-e-navi-nuove-risparmiamo-/10151847666504402
Gli attuali costi di manutenzione e gestione di Aerei e Navi in dotazione sono superiori a quelli delle rate per dotarci di Marina ed Aeronautica al passo con gli "altri" !
Mentre imperversa il dibattito sull’acquisto dei 91 cacciabombardieri F35 al costo complessivo di 13 miliardi di euro, i quali come ormai noto andrebbero a sostituire 256 aerei da combattimento obsoleti (Tornado, Amx e Harrier, che ci costano una cifra di Assistenza e Manutenzione), è passata quasi in sordina l’audizione del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Amm. Giuseppe de Giorgi, davanti alle Commissioni Difesa riunite di Camera e Senato lo scorso 19 giugno.
Siamo ancora quelli dei Santi, poeti e navigatori? Pare di no. Tralasciando i dettagli sulla cronica mancanza di personale, de Giorgi ha fatto presente che la Marina Militare Italiana è semplicemente destinata a perdere completamente la propria capacità marittima entro il 2025.
Delle 60 navi che attualmente compongono la flotta militare italiana (di cui solo 20 pronte a muovere) ben 51 andranno in pensionamento programmato entro la prossima decade. ”La nostra e’ ormai una Marina vecchia con navi la cui vita e’ al di sopra dei 20 anni”. Questo malgrado i compiti della forza armata restino molti, dalla difesa, alla sicurezza delle rotte, dal controllo dei migranti, alla vigilanza della pesca e dei porti.
Fonte: Scenari Economici. Qui l'Articolo.
P.S.
L'UNICA RISERVA CHE DOBBIAMO AVERE E' SOLO ED ESCLUSIVAMENTE SU QUALITÀ E CARATTERISTICHE TECNICHE CHE I MEZZI DEBBONO AVERE PER SODDISFARE LE NOSTRE NECESSITA'.
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La guerra dei poveri tra Fitto e Alfano
Secondo un sondaggio il ribelle azzurro da solo vale più di Ncd. Ma fuori da Forza Italia non conterebbe più nulla.
Roma - Scissione? No, grazie. Purtroppo per Matteo Renzi o per Silvio Berlusconi, la speranza di liberarsi dei vocianti contestatori interni, quelli sempre pronti ad agguantare un microfono o monopolizzare una telecamera per dire peste e corna del proprio partito, del suo leader, della sua linea di governo o di opposizione e per denunciare - in tournée da uno studio televisivo all'altro - emarginazioni, persecuzioni, repressioni, morti della democrazia, stragi della legalità interna e feroci censure; ecco: quella speranza si fa sempre più fievole.
RISPETTO PER FITTO. Come nella Lega non riesco a capire certi protagonismi di chi critica Salvini, in Forza Italia trovo assurda la criminalizzazione di Fitto, colpevole di aver rimproverato un'alleanza innaturale con la sinistra. Di certo un centrodestra con Alfano e Passera io non lo voto.
Anche perché dove starebbe 'sta destra poi ?
Italiano muore combattendo per l’Isis
Ucciso in Siria da una donna-cecchino curda. Su internet le condoglianze del Califfato
La morte risalirebbe al 3 febbraio scorso e ad ucciderlo sarebbe stata una donna combattente curda. È giallo sulla sorte di un presunto «foreign fighter» italiano arruolato tra le fila dell’Isis e ucciso ad inizio mese a Kobane, in Siria. La notizia è circolata sui social network ad opera di appartenenti allo Stato islamico.
L’uomo, sempre secondo i terroristi, sarebbe un italiano di origini francesi proveniente da Venezia. Abo'u Izat al-Islam, questo il nome scelto dal combattente per l’arruolamento tra i miliziani del Califfato, avvenuto circa due mesi prima che fosse ucciso. La notizia della morte, inoltre, è stata data anche sui profili Twitter di alcuni peshmerga. Tra i terroristi islamici, invece, qualcuno commenta amaro: «Hanno ucciso il fratello italiano Abo'u Izat al-Islam, ucciso da un cecchino curdo. È finita la pasta al dente». Il presunto combattente italiano, di cui viene anche postata in Rete una foto che lo ritrae sorridente e armato di khalashnikov, al momento non comparirebbe nella lista dei foreign fighters partiti dall’Italia.
Intanto il Libia la situazione si è aggravata. Ieri militanti dello Stato islamico hanno rivendicato gli attacchi con autobombe avvenuti nella città di Qubbah, in cui hanno perso la vita quaranta persone e altre settanta sono rimaste ferite. Nella rivendicazione, fatta su social media e firmata dallo «Stato islamico provincia di Cirenaica», i militanti spiegano che è la «vendetta per lo spargimento del sangue di musulmani nella città di Derna». Il riferimento è ai raid aerei lanciati lunedì dalle forze aeree egiziane. Un secondo attentato all’oleodotto di Sarir, nel sud della Libia, sarebbe invece stato sventato dalle guardie preposte alla sicurezza degli impianti petroliferi che hanno individuato un ordigno a sei chilometri di distanza dal sito. Proprio il petrolio sarebbe al centro degli interessi dell’Isis. Secondo l’incaricato d’affari libico a Roma Azzedin al-Awami i jihadisti, come accaduto già in Siria e Iraq, stanno tentando di «mettere le mani» sui pozzi di petrolio della Libia per finanziare le loro attività terroristiche. «Per questo il governo (di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale, ndr) - ha aggiunto - chiede alla comunità internazionale di revocare l’embargo sulla vendita di armi alla Libia in modo da permettere al governo di difendere i campi petroliferi e sconfiggere il terrorismo». Finora, nelle mani dell’Isis non ci sarebero pozzi petroliferi, ma soltanto il porto di al-Zawiya. Mentre tutti i pozzi dell’ovest del paese, ovvero dai campi di Ras al-Lanuf fino al confine con l’Egitto, sono sotto il controllo del governo con sede a Tobruk. Per quanto riguarda la nascita a breve di un governo di unità nazionale, l’incaricato d’affari libico a Roma sostiene che ci sono «meno del 50% di possibilità». «Noi del governo di Tobruk vorremmo veramente la conciliazione nazionale in Libia, ma per fare questo c'è bisogno di un lungo periodo», ha affermato al-Awami, aggiungendo che il dialogo tra le fazioni ha davanti a sé ancora «un lungo percorso». Sulla situazione di Sirte al-Awami ha confermato che «è sotto il Califfato», mentre ha smentito le notizie circolate su un intervento delle milizie di Misurata. A questo punto, secondo Clint Eastwood , «forse era meglio tenersi Saddam Hussein e Muammar Gheddafi». Per il regista americano di «American sniper», in un'intervista al magazine tedesco Focus, «continuiamo a cercare di insegnare la democrazia alle altre culture, ma in alcuni casi serve un dittatore perchè le cose funzionino».
Francesca Musacchio - IL TEMPO
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La morte risalirebbe al 3 febbraio scorso e ad ucciderlo sarebbe stata una donna combattente curda. È giallo sulla sorte di un presunto «foreign fighter» italiano arruolato tra le fila dell’Isis e ucciso ad inizio mese a Kobane, in Siria. La notizia è circolata sui social network ad opera di appartenenti allo Stato islamico.
L’uomo, sempre secondo i terroristi, sarebbe un italiano di origini francesi proveniente da Venezia. Abo'u Izat al-Islam, questo il nome scelto dal combattente per l’arruolamento tra i miliziani del Califfato, avvenuto circa due mesi prima che fosse ucciso. La notizia della morte, inoltre, è stata data anche sui profili Twitter di alcuni peshmerga. Tra i terroristi islamici, invece, qualcuno commenta amaro: «Hanno ucciso il fratello italiano Abo'u Izat al-Islam, ucciso da un cecchino curdo. È finita la pasta al dente». Il presunto combattente italiano, di cui viene anche postata in Rete una foto che lo ritrae sorridente e armato di khalashnikov, al momento non comparirebbe nella lista dei foreign fighters partiti dall’Italia.
Intanto il Libia la situazione si è aggravata. Ieri militanti dello Stato islamico hanno rivendicato gli attacchi con autobombe avvenuti nella città di Qubbah, in cui hanno perso la vita quaranta persone e altre settanta sono rimaste ferite. Nella rivendicazione, fatta su social media e firmata dallo «Stato islamico provincia di Cirenaica», i militanti spiegano che è la «vendetta per lo spargimento del sangue di musulmani nella città di Derna». Il riferimento è ai raid aerei lanciati lunedì dalle forze aeree egiziane. Un secondo attentato all’oleodotto di Sarir, nel sud della Libia, sarebbe invece stato sventato dalle guardie preposte alla sicurezza degli impianti petroliferi che hanno individuato un ordigno a sei chilometri di distanza dal sito. Proprio il petrolio sarebbe al centro degli interessi dell’Isis. Secondo l’incaricato d’affari libico a Roma Azzedin al-Awami i jihadisti, come accaduto già in Siria e Iraq, stanno tentando di «mettere le mani» sui pozzi di petrolio della Libia per finanziare le loro attività terroristiche. «Per questo il governo (di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale, ndr) - ha aggiunto - chiede alla comunità internazionale di revocare l’embargo sulla vendita di armi alla Libia in modo da permettere al governo di difendere i campi petroliferi e sconfiggere il terrorismo». Finora, nelle mani dell’Isis non ci sarebero pozzi petroliferi, ma soltanto il porto di al-Zawiya. Mentre tutti i pozzi dell’ovest del paese, ovvero dai campi di Ras al-Lanuf fino al confine con l’Egitto, sono sotto il controllo del governo con sede a Tobruk. Per quanto riguarda la nascita a breve di un governo di unità nazionale, l’incaricato d’affari libico a Roma sostiene che ci sono «meno del 50% di possibilità». «Noi del governo di Tobruk vorremmo veramente la conciliazione nazionale in Libia, ma per fare questo c'è bisogno di un lungo periodo», ha affermato al-Awami, aggiungendo che il dialogo tra le fazioni ha davanti a sé ancora «un lungo percorso». Sulla situazione di Sirte al-Awami ha confermato che «è sotto il Califfato», mentre ha smentito le notizie circolate su un intervento delle milizie di Misurata. A questo punto, secondo Clint Eastwood , «forse era meglio tenersi Saddam Hussein e Muammar Gheddafi». Per il regista americano di «American sniper», in un'intervista al magazine tedesco Focus, «continuiamo a cercare di insegnare la democrazia alle altre culture, ma in alcuni casi serve un dittatore perchè le cose funzionino».
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