Sono terminate con un'impasse le elezioni che ci daranno solo il 23 marzo qualche precisa indicazione a causa di una sciagurata legge elettorale che consegna il paese al caos politico più profondo.
Ha vinto la promessa del reddito nel nostro falcidiato e bistrattato meridione, una cartina geografica post-voto simile a quella del Regno duo-borbonico (da cui prendo le distanze da buon repubblicano). Ora i miei cari conterranei non dovranno più rimpiangere Franceschiello perché hanno Giggino !
Analizziamo ora il voto in Calabria dove abbiamo sostenuto ufficialmente i Fratelli d'Italia sia negli incontri avuti a Cosenza con Fausto Orsomarso il 9 febbraio sia a Soriano Calabro con Wanda Ferro il 19 febbraio. A Cosenza l'unico impatto avuto è datato come sopra riportato, 9 febbraio, da li in poi non ci sono stati ulteriori approcci ed inviti nei nostri confronti, abbiamo pertanto deciso di non sforzarci più tanto nel sostegno (non siamo avvezzi ad essere portatori d'acqua di nessuno) abbiamo votato comunque per parola data ed ufficialmente termina qui il nostro rapporto collaborativo con i FDI nel cosentino. Sull'altro versante trionfa Wanda Ferro che fa man bassa nel collegio Uninominale Calabria 06, il rapporto qui è stato decisamente diverso e diretto, ben ricamato dal nostro Segretario Regionale Francesco Stinà, dal Presidente delle Serre Vibonesi Francesco D'Agostino e dalla nostra responsabile giovanile Francesca Saladino e ricambiato dalla candidata Ferro. Da oggi torniamo ad essere Riva Destra, lontano dai partiti che in questa elezione dovranno regolare qualche conto interno...
Riva Destra ha deciso con il solito senso di responsabilità di votare per il centro-destra, lo ha fatto votando una mozione, e lo ha fatto (come spesso e volentieri ripetuto) turandosi il naso, lo ha fatto per senso di responsabilità pur nulla condividendo di questa scandalosa legge elettorale che darà vita a quella che sarà la peggiore Repubblica Italiana, la terza !
Vincenzo Caravona.
(Coordinamento Regionale Riva Destra Calabria).
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Aggiornamenti e News
mercoledì 7 marzo 2018
martedì 6 marzo 2018
Elezioni Lazio. Centrodestra, divisione folle: “K.O. su rigore a porta vuota”.
Riva Destra contro la divisione del centrodestra:
"Assist a Zingaretti". di Fabio Sabbatani Schiuma*
Un calcio di rigore sbagliato, a porta vuota. Ecco cosa ha fatto il centrodestra nel Lazio. Una divisione folle, o meglio, una candidatura a spaccare. Sì, quella di Pirozzi, partorita a casa di amici di Zingaretti - ma anche di Salvini per la verità - sostenuta da chi sperava, peraltro inutilmente visti i risultati, di mantenersi un ruolo e comunque per aprirsi varchi. Una candidatura che è stata di fatto un assist ad hoc per la riconferma del governatore uscente. Che ringrazierà, sicuramente, con moneta propria. D'altronde la vergognosa legge elettorale per le politiche già aveva fatto capire in quale campo si sarebbe giocato. E' infatti dalle urne emerso un voto utile solo per regolare i conti dentro e tra i partiti che l'hanno votata. Non di certo per governare, e il Lazio ne ha fatto le spese, trovandosi in mezzo a una sparatoria. Alle politiche infatti si è pensato a mettere in lista solo amici fidati pronti a ubbidire sempre e tagliare le teste pensanti e radicate sui territori. Abbiamo assistito a una battaglia senza esclusione di colpi per il primato della coalizione, che ha perso un po' di credibilià. Risultato? In una campagna di slogan alla "Vanna Marchi", con territori stuprati da candidature calate dall'alto, abbiamo avuto collegi persi a Roma e nel Lazio, ove si pensava di far digerire alla gente l'indigeribile. Sono così mancati quei voti e quei seggi al centrodestra nazionale per poter davvero governare e si è sbagliato un calcio di rigore per la Regione. A porta vuota visto lo stato comatoso gli avversari. E infine le magre figure anche nelle preferenze alle regionali, da parte di certi kapo' di partito, solo funzionali a questi metodi e ai paracaduti del proporzionale. La gente, che stavolta e' andata a votare e chi, come noi, pur turandoci il naso, ha sostenuto fino all'ultimo il centrodestra, ringrazia. Oltre alla Raggi e a Zingaretti, ovviamente.
* Fabio Sabbatani Schiuma,
consigliere del Municipio V e fondatore di Riva Destra.
Fonte: Affari Italiani
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"Assist a Zingaretti". di Fabio Sabbatani Schiuma*
Un calcio di rigore sbagliato, a porta vuota. Ecco cosa ha fatto il centrodestra nel Lazio. Una divisione folle, o meglio, una candidatura a spaccare. Sì, quella di Pirozzi, partorita a casa di amici di Zingaretti - ma anche di Salvini per la verità - sostenuta da chi sperava, peraltro inutilmente visti i risultati, di mantenersi un ruolo e comunque per aprirsi varchi. Una candidatura che è stata di fatto un assist ad hoc per la riconferma del governatore uscente. Che ringrazierà, sicuramente, con moneta propria. D'altronde la vergognosa legge elettorale per le politiche già aveva fatto capire in quale campo si sarebbe giocato. E' infatti dalle urne emerso un voto utile solo per regolare i conti dentro e tra i partiti che l'hanno votata. Non di certo per governare, e il Lazio ne ha fatto le spese, trovandosi in mezzo a una sparatoria. Alle politiche infatti si è pensato a mettere in lista solo amici fidati pronti a ubbidire sempre e tagliare le teste pensanti e radicate sui territori. Abbiamo assistito a una battaglia senza esclusione di colpi per il primato della coalizione, che ha perso un po' di credibilià. Risultato? In una campagna di slogan alla "Vanna Marchi", con territori stuprati da candidature calate dall'alto, abbiamo avuto collegi persi a Roma e nel Lazio, ove si pensava di far digerire alla gente l'indigeribile. Sono così mancati quei voti e quei seggi al centrodestra nazionale per poter davvero governare e si è sbagliato un calcio di rigore per la Regione. A porta vuota visto lo stato comatoso gli avversari. E infine le magre figure anche nelle preferenze alle regionali, da parte di certi kapo' di partito, solo funzionali a questi metodi e ai paracaduti del proporzionale. La gente, che stavolta e' andata a votare e chi, come noi, pur turandoci il naso, ha sostenuto fino all'ultimo il centrodestra, ringrazia. Oltre alla Raggi e a Zingaretti, ovviamente.
* Fabio Sabbatani Schiuma,
consigliere del Municipio V e fondatore di Riva Destra.
Fonte: Affari Italiani
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La Calabria, prospettive e speranze.
LUNEDI 05 marzo 2018 11: 49
Dalla caduta del fascismo ad oggi, sono trascorsi circa settantacinque anni ed ogni programma di governo Regionale è stato un fallimento! È indubbio che la scelta della sede regionale sia stata un fallimento, in considerazione che quella scelta infelice, ha di fatto sacrificato il vero sviluppo della Calabria poiché la sede Regionale doveva essere Cosenza, con i suoi centocinquantacinque comuni che con il decentramento dei servizi sarebbe stata la Regione più ricca d’ Italia! Si vuole ricordare che boia chi molla dell’On. Ciccio Franco azione di sommossa popolare a Reggio Calabria non ha cambiato le sorti e il destino di una Regione sottomessa da sempre ai potentati politici che si sono sempre ben guardati di tutelare i veri interessi di una provincia come quella di Cosenza, il cui sviluppo doveva essere la cultura del cemento armato e quindi dei palazzinari dividendosi di fatto Cosenza e zone limitrofe per interessi e prebende elettorali che hanno garantito, interessi personali e politici! È inutile fare nomi di personaggi ormai deceduti, la cui demagogia ha infettato le loro future generazioni che senza alcun decoro ancora oggi si caratterizzano solo per i grossi scandali prodotti innestando polemiche e qualche avviso di garanzia. Certamente tra tutto questo marasma si vuole ricordare degnamente la figura di un grande politico che con la sua azione coraggiosa è riuscito a dare dignità ad un territorio che con l’illuminazione intellettiva e il coraggio dell’azione politica, gli ha consentito in proiezione di capire e vedere lo sviluppo socio economico e culturale che nel decorso degli anni avrebbe determinato e spalmato una diagonale industriale da renderlo appetibile ai giovani imprenditori! Rende, oggi, città modello della Calabria e forse anche del mezzogiorno, è riuscita in parte a riscattare l’orgoglio di essere Calabrese poiché l’operazione a suo tempo costruita dal Grande On. Le Cecchino Principe, l’Università della Calabria e Contrada Lecco, hanno fatto oggi di Rende, un punto di riferimento talmente aulico che neanche le future generazioni possono gestire perché incapaci di continuare quel grande progetto di riscatto perché afonici e senza proposte valide per un comprensorio in continua espansione demografica. I pensieri del meridionalismo di Tommaso Fiore, Giustino Fortunato, Francesco Compagna e Michele Bianchi, autori di vari testi sul meridionalismo, rimangono ad ammuffire nelle biblioteche Nazionali perché secondo il parere di questi arcani della cultura politica, i pensieri di costoro, mostri sacri della cultura e in particolare della cultura politica, sarebbero inadeguati alle teorie di una terra votata secondo loro all’ innovazione tecnologica, ma secondo chi scrive all’agriturismo per la fisionomia territoriale e per la presenza in tutta la regione di ricchezze agro-Silvo-pastorali! Per cui una politica di intervento sui problemi ambientali per creare un terreno fertile sulla politica agrituristica.
Da questi presupposti si dovrebbe partire per le speranze delle future generazioni che guardano ad un linguaggio liberista, per poi praticare il linguaggio liberale per l’autonomia e l’autogoverno, caposaldo della sinistra Hegeliana!
Sergio La Ghezza
Coordinamento Regionale Riva Destra
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Dalla caduta del fascismo ad oggi, sono trascorsi circa settantacinque anni ed ogni programma di governo Regionale è stato un fallimento! È indubbio che la scelta della sede regionale sia stata un fallimento, in considerazione che quella scelta infelice, ha di fatto sacrificato il vero sviluppo della Calabria poiché la sede Regionale doveva essere Cosenza, con i suoi centocinquantacinque comuni che con il decentramento dei servizi sarebbe stata la Regione più ricca d’ Italia! Si vuole ricordare che boia chi molla dell’On. Ciccio Franco azione di sommossa popolare a Reggio Calabria non ha cambiato le sorti e il destino di una Regione sottomessa da sempre ai potentati politici che si sono sempre ben guardati di tutelare i veri interessi di una provincia come quella di Cosenza, il cui sviluppo doveva essere la cultura del cemento armato e quindi dei palazzinari dividendosi di fatto Cosenza e zone limitrofe per interessi e prebende elettorali che hanno garantito, interessi personali e politici! È inutile fare nomi di personaggi ormai deceduti, la cui demagogia ha infettato le loro future generazioni che senza alcun decoro ancora oggi si caratterizzano solo per i grossi scandali prodotti innestando polemiche e qualche avviso di garanzia. Certamente tra tutto questo marasma si vuole ricordare degnamente la figura di un grande politico che con la sua azione coraggiosa è riuscito a dare dignità ad un territorio che con l’illuminazione intellettiva e il coraggio dell’azione politica, gli ha consentito in proiezione di capire e vedere lo sviluppo socio economico e culturale che nel decorso degli anni avrebbe determinato e spalmato una diagonale industriale da renderlo appetibile ai giovani imprenditori! Rende, oggi, città modello della Calabria e forse anche del mezzogiorno, è riuscita in parte a riscattare l’orgoglio di essere Calabrese poiché l’operazione a suo tempo costruita dal Grande On. Le Cecchino Principe, l’Università della Calabria e Contrada Lecco, hanno fatto oggi di Rende, un punto di riferimento talmente aulico che neanche le future generazioni possono gestire perché incapaci di continuare quel grande progetto di riscatto perché afonici e senza proposte valide per un comprensorio in continua espansione demografica. I pensieri del meridionalismo di Tommaso Fiore, Giustino Fortunato, Francesco Compagna e Michele Bianchi, autori di vari testi sul meridionalismo, rimangono ad ammuffire nelle biblioteche Nazionali perché secondo il parere di questi arcani della cultura politica, i pensieri di costoro, mostri sacri della cultura e in particolare della cultura politica, sarebbero inadeguati alle teorie di una terra votata secondo loro all’ innovazione tecnologica, ma secondo chi scrive all’agriturismo per la fisionomia territoriale e per la presenza in tutta la regione di ricchezze agro-Silvo-pastorali! Per cui una politica di intervento sui problemi ambientali per creare un terreno fertile sulla politica agrituristica.
Da questi presupposti si dovrebbe partire per le speranze delle future generazioni che guardano ad un linguaggio liberista, per poi praticare il linguaggio liberale per l’autonomia e l’autogoverno, caposaldo della sinistra Hegeliana!
Sergio La Ghezza
Coordinamento Regionale Riva Destra
martedì 27 febbraio 2018
Tor Pignattara, la denuncia: "Bombole a gas nei box di via Giovannoli. Intervenga il Prefetto".
Il consigliere Sabbatani-Schiuma torna sul "cantiere della vergogna".
"Chiedo al Prefetto di Roma, Paola Basilone, di intervenire urgentemente, avvalendosi del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica. La situazione di degrado e di illegalità diffusa all'interno del ribattezzato 'cantiere della vergogna' di via Giovannoli a Torpignattara, sta ora oltrepassando ogni limite, con l'utilizzo di bombole del gas dentro un box privato adibito a moschea. Vogliamo attendere una tragedia?".
E' la denuncia, l'ennesima, di Fabio Sabbatani Schiuma, consigliere del municipio V già candidato presidente per il centrodestra, sulle condizioni del cantiere di via Alò Giovannoli.
"I cittadini - continua la nota - sono esasperati e ora temono il peggio: nel box sotterraneo, utilizzato impropriamente come luogo di culto dalla comunità bengalese, ora si violano le più elementari norme sulla sicurezza". Tantissime negli anni le denunce, sia di esponenti politici che di semplici cittadini agli uffici, polizia locale, Procura della Repubblica.
La storia del cantiere.
Il cantiere è infatti più che noto alle cronache locali. Una storia iniziata nel quadrante 14 anni fa, quando la ditta Bts ha preso in concessione l'area compresa tra via Giovannoli e via Cartaro, edificando palazzine (tutte vendute) e affittando i box alla comunità islamica locale che li ha adibiti a centri di culto. Nel tempo non sono mancate le contestazioni degli abitanti dei palazzi limitrofi, specie in relazione agli eventi religiosi celebrati nell'area di cantiere. Ma soprattutto le rimostranze sono legate alle mancate opere di compensazione. Una porzione di terreno da risanare e una strada di collegamento tra il quadrante e via della Marranella che ancora aspetta il collaudo e la presa in consegna da parte del municipio con annessa apertura al traffico. Gli abitanti attendono quel che gli spetta.
Fonte: ROMATODAY
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"Chiedo al Prefetto di Roma, Paola Basilone, di intervenire urgentemente, avvalendosi del Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica. La situazione di degrado e di illegalità diffusa all'interno del ribattezzato 'cantiere della vergogna' di via Giovannoli a Torpignattara, sta ora oltrepassando ogni limite, con l'utilizzo di bombole del gas dentro un box privato adibito a moschea. Vogliamo attendere una tragedia?".
E' la denuncia, l'ennesima, di Fabio Sabbatani Schiuma, consigliere del municipio V già candidato presidente per il centrodestra, sulle condizioni del cantiere di via Alò Giovannoli.
"I cittadini - continua la nota - sono esasperati e ora temono il peggio: nel box sotterraneo, utilizzato impropriamente come luogo di culto dalla comunità bengalese, ora si violano le più elementari norme sulla sicurezza". Tantissime negli anni le denunce, sia di esponenti politici che di semplici cittadini agli uffici, polizia locale, Procura della Repubblica.
La storia del cantiere.
Il cantiere è infatti più che noto alle cronache locali. Una storia iniziata nel quadrante 14 anni fa, quando la ditta Bts ha preso in concessione l'area compresa tra via Giovannoli e via Cartaro, edificando palazzine (tutte vendute) e affittando i box alla comunità islamica locale che li ha adibiti a centri di culto. Nel tempo non sono mancate le contestazioni degli abitanti dei palazzi limitrofi, specie in relazione agli eventi religiosi celebrati nell'area di cantiere. Ma soprattutto le rimostranze sono legate alle mancate opere di compensazione. Una porzione di terreno da risanare e una strada di collegamento tra il quadrante e via della Marranella che ancora aspetta il collaudo e la presa in consegna da parte del municipio con annessa apertura al traffico. Gli abitanti attendono quel che gli spetta.
Fonte: ROMATODAY
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NEVE A ROMA: SCHIUMA, ALBERI CADUTI NON POTATI, CHE FINE HA FATTO GARA EUROPEA PER MANUTENZIONE ALBERATURE?
ROMA, 26 feb - “Più di cento alberi crollati sotto il peso di 5 centimetri di neve vuol dire che le potature non sono state effettuate per niente o male. E infatti da giugno scorso non abbiamo più notizie dei due bandi europei, uno riguardante la manutenzione di parchi e giardini (verde ‘orizzontale’) di 4 milioni, l'altro quella delle alberature che prevedeva un importo di 5 milioni. Da fonti stampa avevamo appreso infatti che sarebbe stato tutto sospeso, in quanto la gara non era conforme al codice degli appalti, modificato il 19 aprile con dl 56/2017 dal governo centrale. Pubblicato in gazzetta ufficiale sei giorni dopo, il 24 dello stesso mese, il testo del bando non aveva infatti tenuto conto degli avvenuti cambiamenti e il 21 giugno c'e' stata la nota di avviso di sospensione 'a data da destinarsi' da parte del Dipartimento per la Razionalizzazione della Spesa".Lo dichiara in una nota Fabio Sabbatani Schiuma, segretario nazionale del Movimento Riva Destra e consigliere del Municipio V di Roma."C'era anche -continua la nota- un terzo bando, quello che il 1° luglio scorso prevedeva la partenza del monitoraggio e messa in sicurezza di 80mila alberature, per il pronto intervento e la sorveglianza h24 sugli alberi che fiancheggiano le strade e sulle piante del grandi parchi.Abbiamo appreso -conclude la nota- sempre da fonte stampa, che era stato firmato l'affidamento a nove ditte private per un valore complessivo dell'appalto di 2,2 milioni di euro, spacchettato in nove lotti. Ma il decimo lotto, che interessa i municipi IV, V e VI, non sarebbe stato assegnato per mancanza di offerte.Schiuma aggiunge infine che "il Presidente del Municipio V, Giovanni Boccuzzi, non ha mai risposto alle mie interrogazioni in merito, mentre il verde, dai parchi agli alberi in strada, versa in condizioni pietose e un po' di neve cadono i rami e gli alberi stessi e d'estate scoppiano incendi: cartoline quotidiane di un'incuria a cui l'amministrazione non ha ancora evidentemente messo mano".
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mercoledì 21 febbraio 2018
DA RIVA DESTRA SOLIDARIETÀ A FORZA NUOVA PER INFAME PESTAGGIO.
DA RIVA DESTRA SOLIDARIETÀ A FORZA NUOVA PER INFAME PESTAGGIO.
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Ursino e Fiore |
Cosi in una nota Nicola D'Aguanno e Angelo Tigri, dirigenti nazionali Riva Destra Sicilia e Fabio Sabbatani Schiuma Segretario Nazionale.
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martedì 20 febbraio 2018
Alle politiche il movimento Riva Destra sostiene il centrodestra: ”IN TEMPI BUI E’ DIFFICILE RITIRARSI NELL’OMBRA”
Nel nome delle parole di Pinuccio Tatarella sulla Riva Destra e la riva sinistra e del 'turarsi il naso' di Indro Montanelli.
In mari difficili, quando tenere la rotta e' complicato, la nebbia e' fitta, si alzano improvvise onde e si creano vortici e mulinelli, bisogna prepararsi a ballare. Qualcuno cadrà in mare, altri proveranno a calare una scialuppa, magari per salvare la pelle o quel forziere che non c'e'. E' quanto mai opportuno che lo sappiano tutti i marinai. Più che affidarsi agli dei, come gli antichi navigatori, diventa più utile riflettere e richiamarsi ai saggi della storia.
Il fiume della politica ha due rive, «destra e sinistra sono alternative, rappresentano valori alternativi, il centro non è un valore. È una zattera, è un traghetto che va dalla riva destra a quella sinistra, ospita passeggeri quando una delle due rive è debole, rimane senza passeggeri quando tutte e due le rive sono forti».
Già, Pinuccio Tatarella, al quale Riva Destra si richiamava in quei tempi nei quali qualcuno voleva spingerci nella riserva indiana della mera testimonianza. Lui, che sollecitava la classe dirigente della destra italiana ad uno sforzo di modernizzazione. Guardava avanti. Il presidenzialismo per rafforzare la democrazia diretta e la costituzione di un ampio schieramento di centrodestra per unire la grande maggioranza di Italiani che non sono di sinistra, le stesse parole usate da Pietrangelo Buttafuoco, tante volte intervenuto ai nostri incontri. Pinuccio, infaticabile tessitore dell’alleanza di centrodestra, anche dopo la sconfitta del ’96. Lanciò da destra «Oltre il Polo», per unire una coalizione che poi vinse nettamente alle regionali del 2000 e alle politiche del 2001. Lui che non visse però questa stagione, con i risultati, soprattutto a destra, che abbiamo conosciuto bene. Gianfranco Fini compreso, che perse ogni bussola, per insabbiarsi sulla spiaggia di Montecarlo. Molte delle difficoltà e delle innaturali divisioni di oggi, con Pinuccio Tatarella di sicuro non sarebbero mai esistite.
Ricordarlo oggi vuol dire difendere il bipolarismo, la politica delle due rive, rinunciare ad ambiguità e a confusioni. L’armonia, la coesione del centrodestra, la coerenza dei principi fondamentali della destra, senza mai cedere a nostalgismi, furono i cardini del pensiero di Pinuccio Tatarella, l'ispiratore della destra di governo. A ben pensarci, sarebbe potuta essere questa la migliore premessa alla mozione approvata nell'ultima Direzione Nazionale di Riva Destra, storico primo circolo di quell'Alleanza Nazionale, alla quale Pinuccio teneva come un figlio. Scomparso lui, il marito della Tulliani, fece invece di tutto per sbarazzarsene. Ma tant'è che il risultato non cambia, compreso il terzo incomodo grillino, Non si può rischiare di consegnare in mano a queste sciatte e dannose sinistre, renziane, dalemiane, boldriniane, peraltro divise come mai, ne all'antipolitica grillina, la nostra Italia. Sarebbe devastante. Va sostenuto questo centrodestra con tutte le sue storture, le sue contraddizioni e i suoi punti interrogatici: questa e' la scelta fatta con coraggio e realismo da Riva Destra. E qui entra in campo il ricordo di Indro Montanelli, uno dei giornalisti simbolo del 900. Liberale e anticomunista, nel ’76 invitò a turarsi il naso e votare la Democrazia Cristiana, per impedire che al governo ci finissero i comunisti. E' più importante poi rispettare il proprio dovere civico e recarsi comunque alle urne. Scegliendo non i partiti ma le persone, candidate sul territorio e la loro credibilità. Perché le idee, quando ci sono, corrono sempre sulle gambe delle donne e degli uomini.
Lo facciamo senza ritirarci nell'ombra, appunto.
Fabio Sabbatani Schiuma, fondatore di Riva Destra
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In mari difficili, quando tenere la rotta e' complicato, la nebbia e' fitta, si alzano improvvise onde e si creano vortici e mulinelli, bisogna prepararsi a ballare. Qualcuno cadrà in mare, altri proveranno a calare una scialuppa, magari per salvare la pelle o quel forziere che non c'e'. E' quanto mai opportuno che lo sappiano tutti i marinai. Più che affidarsi agli dei, come gli antichi navigatori, diventa più utile riflettere e richiamarsi ai saggi della storia.
Il fiume della politica ha due rive, «destra e sinistra sono alternative, rappresentano valori alternativi, il centro non è un valore. È una zattera, è un traghetto che va dalla riva destra a quella sinistra, ospita passeggeri quando una delle due rive è debole, rimane senza passeggeri quando tutte e due le rive sono forti».
Già, Pinuccio Tatarella, al quale Riva Destra si richiamava in quei tempi nei quali qualcuno voleva spingerci nella riserva indiana della mera testimonianza. Lui, che sollecitava la classe dirigente della destra italiana ad uno sforzo di modernizzazione. Guardava avanti. Il presidenzialismo per rafforzare la democrazia diretta e la costituzione di un ampio schieramento di centrodestra per unire la grande maggioranza di Italiani che non sono di sinistra, le stesse parole usate da Pietrangelo Buttafuoco, tante volte intervenuto ai nostri incontri. Pinuccio, infaticabile tessitore dell’alleanza di centrodestra, anche dopo la sconfitta del ’96. Lanciò da destra «Oltre il Polo», per unire una coalizione che poi vinse nettamente alle regionali del 2000 e alle politiche del 2001. Lui che non visse però questa stagione, con i risultati, soprattutto a destra, che abbiamo conosciuto bene. Gianfranco Fini compreso, che perse ogni bussola, per insabbiarsi sulla spiaggia di Montecarlo. Molte delle difficoltà e delle innaturali divisioni di oggi, con Pinuccio Tatarella di sicuro non sarebbero mai esistite.
Ricordarlo oggi vuol dire difendere il bipolarismo, la politica delle due rive, rinunciare ad ambiguità e a confusioni. L’armonia, la coesione del centrodestra, la coerenza dei principi fondamentali della destra, senza mai cedere a nostalgismi, furono i cardini del pensiero di Pinuccio Tatarella, l'ispiratore della destra di governo. A ben pensarci, sarebbe potuta essere questa la migliore premessa alla mozione approvata nell'ultima Direzione Nazionale di Riva Destra, storico primo circolo di quell'Alleanza Nazionale, alla quale Pinuccio teneva come un figlio. Scomparso lui, il marito della Tulliani, fece invece di tutto per sbarazzarsene. Ma tant'è che il risultato non cambia, compreso il terzo incomodo grillino, Non si può rischiare di consegnare in mano a queste sciatte e dannose sinistre, renziane, dalemiane, boldriniane, peraltro divise come mai, ne all'antipolitica grillina, la nostra Italia. Sarebbe devastante. Va sostenuto questo centrodestra con tutte le sue storture, le sue contraddizioni e i suoi punti interrogatici: questa e' la scelta fatta con coraggio e realismo da Riva Destra. E qui entra in campo il ricordo di Indro Montanelli, uno dei giornalisti simbolo del 900. Liberale e anticomunista, nel ’76 invitò a turarsi il naso e votare la Democrazia Cristiana, per impedire che al governo ci finissero i comunisti. E' più importante poi rispettare il proprio dovere civico e recarsi comunque alle urne. Scegliendo non i partiti ma le persone, candidate sul territorio e la loro credibilità. Perché le idee, quando ci sono, corrono sempre sulle gambe delle donne e degli uomini.
Lo facciamo senza ritirarci nell'ombra, appunto.
Fabio Sabbatani Schiuma, fondatore di Riva Destra
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