Aggiornamenti e News

venerdì 29 giugno 2018

Importante articolo su "IL TEMPO" di oggi.

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Riva Destra torna a farsi sentire.

Mercoledì l’inaugurazione di una sede a Roma, in centro. 
A colloquio con il fondatore, Schiuma
Le critiche alla classe dirigente di An per Fini 
e ad Alemanno per la strada ad Almirante.
Riva Destra torna
a farsi sentire




     Fabio Schiuma
Torna a farsi sentire a Roma e in tutta Italia Riva Destra, associazione politica fondata a metà degli anni ’90 da Fabio Schiuma. E mrcoledi  prossimo, proprio nella Capitale, riapre i battenti con una nuova sede in centro. Ne parliamo proprio con Schiuma.
Riva Destra rinasce? Con quale ruolo?
Per rinascere bisogna prima morire e Riva Destra diciamo che oggi e' piu' viva di ieri. Apriremo una sede nel centro di Roma il prossimo 4 luglio, il 22 faremo una festa tricolore in provincia e intanto festeggiamo il nostro consigliere comunale eletto a Catania. Chi conosce la nostra storia dalla nascita, ossia dal 1994, come primo circolo di Alleanza Nazionale, sa che noi fummo tra i pochissimi che si ribellarono a Gianfranco Fini, quando era all'apice della sua popolarità. Abbiamo assistito negli anni alla cannibalizzazione della destra e alla sua lenta marginalizzazione. Nel frattempo Riva Destra, che non e' un partito, ma una comunita' militante, ha cercato di capire ove fosse possibile proseguire le nostre battaglie di destra sociale e la nostra identita'.
Nel buio abbiamo trovato tanti altri, come noi, 'orfani' di questa destra e abbiamo fatto rete sul territorio. Oggi siamo per un centrodestra unito, una coalizione che non ha certo piu' gli stessi equilibri di prima, ma deve mantenere lo stesso ruolo di alternativa alla sinistra e al grillismo. Al di la' di cio' che accadra' dalle dinamiche di questa alleanza giallo-verde, riteniamo che la destra debba essere comunque ricostruita ripartendo dai territori e da tanti esponenti doc che vanno sostenuti nella loro crescita. 
Da qui riemergeranno quelle leadership di cui abbiamo bisogno, perche' oggi sono le idee da destra sull'immigrazione, come sull'Europa, come sulla giustizia sociale, a trionfare e a Salvini non bisogna chiedere di ricostruire la destra, ma semmai di guidare un'alleanza piu' vasta. 
Su “Il Tempo” di oggi dure critiche a quella che fu la classe dirigente di An. Perché?
Gianfranco Fini non ha distrutto la destra da solo. C'e' stata tutta una rete, o meglio una corte, di connivenza con il suo delirio. Chi non si e' mai azzardato ad alzare un dito mentre sfasciava tutto, perche' interessato solo a ottenere collegi e ministeri. Nel diritto penale si chiama associazione a delinquere, in politica basta il termine complicita'. Da questi non rinascera' mai nulla di buono, dammi retta: sono saltatori sul carro di professione e comunque sempre minestra riscaldata sara'. Pure andata a male, tra l'altro.
La strada ad Almirante. Critichi Alemanno. 
Non volle o non poté?
Parlano i fatti. Alemanno nel 2007 e in opposizione a Veltroni, sottoscrisse il mio documento per intitolare una strada ad Almirante. L'atto fu approvato dall'aula, peraltro anche con alcuni voti di consiglieri del Pd. L'anno dopo e' diventato sindaco: perche' non l'ha fatta questa strada? 
Le motivazioni vanno ricercate proprio nel fallimento della destra, nel rinnegare se stessi e la propria storia, o almeno nel non avere il coraggio di difenderla. E oggi sono altri a sbandierare quei valori e a prendere voti a grappoli. 
E' finita la pacchia. 




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giovedì 28 giugno 2018

Calabria: la solidarietà da libro -Cuore- di Oliverio e compagni.

Gli ultimi dati ISTAT risultano implacabili con la Calabria che compare tra le regioni più povere d'Italia, il suo livello è pari a quello di un paese del terzo mondo, la percentuale del tasso di povertà e' quantificabile al 35,3%, con spesa mensile di due persone a nucleo familiare pari a 1.085 euro e 22 centesimi. 
I maltolti vengono dagli esosi stipendi e lauti compensi ai dirigenti delle asfittiche ASP dai conti in rosso, così come il colore della Giunta Regionale! Ma non mancano neanche le sagre, ben retribuite, dove fanno sfoggio radical-chic sapienti con barbetta ed occhialetti cerchiati ben messi in carne, proprio nella nostra Calabria si spendono più risorse economiche pubbliche per finanziare manifestazioni folcloristico-culinarie che per fondi ai disabili. Ma l'ultimo atto è il finanziamento di 300 mila euro per il progetto del Dipartimento politiche sociali della Regione Calabria, che prevede  l'elargizione di 300 mila euro per l'integrazione dei migranti nel progetto " Percorsi d'accoglienza " che promuove lavori di tipo inclusivo e non discriminante da chi fugge dalla propria terra. E' giusto fare due calcoli anche perché la nostra Regione detiene il primato, stante alla percentuale di disoccupazione giovanile: il 55,6% ... non credo che con questi progetti integrativi si vada in paradiso, come previsto dalle indulgenze plenarie di medievale fatta, ma si rischia inesorabilmente il tracollo, a poco serviranno la presentazione di libri che parlano di pace e principi d'uguaglianza come predicate anche dalle associazioni cattoliche vicine al Papa o ai circoli culturali arcobaleno ... che sembrano più slogan elettorali faziosamente piddini o annessi. Attendiamo con la pazienza del ragno (giunta ai limiti) l'arrivo delle prossime elezioni regionali previste per novembre 2019 per ascoltare nei teatri e nei centri culturali cosa e quale Eden prometteranno i signori in rosso di Palazzo Campanella (sede della Regione Calabria) prima di essere inesorabilmente travolti da uno tsunami elettorale ... e Riva Destra e buona parte dei Calabresi sarà li a danzare sulle loro macerie ... letteralmente parlando . 


Vincenzo Caravona - Responsabile Enti locali
Coordinamento Regionale Calabria - RIVA DESTRA

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Riva Destra: Festa Tricolore !

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Attendiamo Amici e Amici degli Amici !


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martedì 26 giugno 2018

PROSSIMI APPUNTAMENTI sulla RIVA DESTRA !

- inaugurazione sede romana (primi di luglio, data da definire)
- festa provinciale romana a Palestrina, DOMENICA 22 luglio
- riunione Direzione Nazionale DOMENICA 7 ottobre a Roma. 

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venerdì 22 giugno 2018

Grazie, ma anche no.

L'onore non si rende con la toponomastica





Grazie, no. Il Comune di Roma vota un codicillo municipale per non intitolare strade ai fascisti e però anche no – grazie – non c’era da disturbarsi. L’argomento numero uno per dire no a via Almirante è appunto grazie, no. C’è un repugnante automatismo nella religione antifascista e perciò grazie, no. Si scatena la cagnara obbligatoria. Tutta in malafede, si sa, ma non si fece con Gianni Alemanno sindaco, la strada, perché mai deve farsi adesso? Grazie dunque, no.
E sbaglia chi, a turno – nei recessi della burocrazia toponomastica – pensa di rendergli onore con una strada. Chi lo fa, fa un danno alla memoria di Giorgio Almirante. Offre la stura agli insulti. Perfino la targa dedicata a un ragazzo di 16 anni – Sergio Ramelli, ucciso a Milano – viene regolarmente lordata dagli eroi dell’antifascismo. Un rapper fa il ballo sopra le tombe di Redipuglia, le femministe – è successo lo scorso 8 marzo – profanano l’Altare della Patria scoperchiandosi le natiche davanti al Milite Ignoto, tutto può succedere nell'impunità del ludibrio autorizzato e si finisce sempre con gli appelli contro la via ad Almirante, i proclami di unità antifascista e i ricatti della memoria, accuratamente contraffatta manco a dirlo.

Grazie, quindi. No. Perché lui e quelli come lui – una storia di appena ieri, tre milioni di italiani con la fiamma del Movimento Sociale – sono sconfitti, non sono falliti. Il fallimento del Comunismo nella storia, con Palmiro Togliatti, ha la sua strada. La sconfitta del Fascismo – piegato dagli eserciti di quattro continenti – no, ed è giusto così. Lui e quelli come lui – come Almirante, come Pino Romualdi, come Pino Rauti – non hanno bisogno di slarghi, di piazze e di cortili perché il blasone dei vinti si misura nell'eleganza del silenzio. E nella poesia. Il saluto romano è pur sempre quello di Ezra Pound quando scende la scaletta della nave, tornando in Italia, dopo il suo internamento negli Stati Uniti. È il saluto su cui indugiava Walter Chiari anche a teatro quando, guardando il pubblico, beffardamente sollevava il braccio e diceva: «Un saluto a quelli della Decima!». Qualcuno gli faceva il sopracciò – rischiava di non lavorare in Rai – e lui, ancora più beffardo, li canzonava: «…decima fila!».

È il saluto di Paolo Signorelli, il vero custode di Roma – se Roma è davvero Orma Amor – cui non serve una via, un vicolo o una circonvallazione perché in ogni cespo d’Alloro e in ogni brindisi lui rivive. Grazie, no, perciò. E quella stessa fiamma, poi, ricordatelo, è lo stesso tricolore di Paolo Borsellino. Un altro sconfitto, uno contro cui – per tutto quell'amore che dava alla Patria – è stato necessario usare il tritolo.

Fonte: IL TEMPO

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