Il Decreto Cura Italia appare più un farmaco placebo che un percorso solutorio per le urgenti necessità di tanti milioni di nostri concittadini, nonché delle nostre imprese, e bene hanno fatto i parlamentari di Fratelli d'Italia a consegnare le loro proposte correttive ed integrative. Riva Destra, movimento federato al partito guidato da Giorgia Meloni, avvalendosi del proprio 'think tank', ha saputo evidenziare ulteriori punti di debolezza del recente atto firmato frettolosamente dal Presidente Conte, proponendo ulteriori 12 emendamenti ai parlamentari che rappresentano le nostre istanze".
Lo dichiarano in una nota congiunta Fabio Sabbatani Schiuma e Fabio Verna, rispettivamente segretario nazionale e responsabile del dipartimento economico del Comitato Romano di Riva Destra.
"I comparti toccati -continua la nota- grazie al lavoro svolto dal vicesegretario nazionale Angelo Bertoglio, dal coordinatore del Lazio Marco Micacchi, dai responsabili provinciali di Brindisi, Frosinone e Imola, rispettivamente Massimiliano De Noia, Daniele Colasanti e Umberto Giannini, oltre che da Enrico La Monica del Comitato romano, sono il sostegno ai genitori ed alle attività didattiche per la formazione dei loro figli, sostegno da porre in essere anche per quei datori di lavoro titolari di più sedi di attività.E ancora -prosegue la nota- la tutela dei lavoratori autonomi iscritti ad Albi professionali, con particolare attenzione agli avvocati in bassa fascia di reddito e l'impiego di medici e funzionari della P.A. presso il Ministero della Salute, nonché lo scorrimento delle graduatorie dei precari del Corpo dei VV.FF. con le conseguenti debite assunzioni.Infine -conclude la nota- le modifiche al reddito di cittadinanza, che invece di essere un efficace ammortizzatore sociale, ha creato squilibri e talvolta anche abusi. Il lavoro sviluppato da Riva Destra -aggiunge infine la nota- ha nella sua unica finalità, l'intento di contribuire al sostegno di quelle fasce sociali, cosiddette deboli, che non vengono correttamente tutelate dall'attuale governo".
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martedì 31 marzo 2020
Riva Destra sul Decreto "Cura Italia".
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LA MEMORIA CORTA DELLA #GERMANIA, DELLA CANCELLIERA #ANGELAMERKEL E DELLA PRESIDENTE DELLA #COMMISSIONEEUROPEA #URSULAVONDERLEYEN.
Infatti pare proprio che mentre la Germania dice no ai #CoronaBond, non ricordi neppure lontanamente che l'Europa condonò il 50% del suo debito di guerra.
L'ex Ministro tedesco #Fischer, scriveva "Senza quel regalo, la Germania non si sarebbe ripresa e non avremmo avuto il miracolo economico".
Forse la democratica e libera Germania, vive la sindrome della memoria corta, ma ricordatevi che la storia non si può ignorare, non si può cancellare e soprattutto non si può e non si deve mai dimenticare.
Sembra proprio che la Germania, in questo periodo, si stia vergognosamente dimenticando degli accordi presi per i dimezzamenti (ottenuti) per i suoi debiti di guerra.
L'ammontare del debito di guerra tedesco dopo il 1945 aveva raggiunto i 23 miliardi di dollari (di allora) pari al 100% del Pil tedesco. La Germania non avrebbe mai potuto pagare i debiti accumulati in due guerre. Guerre da essa stessa provocate. I sovietici pretesero e ottennero il pagamento dei danni di guerra fino all’ultimo centesimo. Mentre gli altri Paesi, europei e non, decisero di rinunciare a più di metà della somma dovuta da Berlino.
Il 24 agosto 1953 ventuno Paesi (Belgio, Canada, Ceylon, Danimarca, Grecia, Iran, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo, Norvegia, Pakistan, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Repubblica francese, Spagna, Stati Uniti d'America, Svezia, Svizzera, Unione Sudafricana e Jugoslavia), con un trattato firmato a Londra, le consentirono di dimezzare il debito del 50%, da 23 a 11,5 miliardi di dollari, dilazionato in 30 anni. In questo modo, la Germania poté evitare il default, che c’era di fatto.
L’altro 50% avrebbe dovuto essere rimborsato dopo l'eventuale riunificazione delle due Germanie. Ma nel 1990 l’allora cancelliere Kohl si oppose alla rinegoziazione dell’accordo che avrebbe procurato un terzo default alla Germania. Anche questa volta Italia e Grecia acconsentirono di non esigere il dovuto. Nell’ottobre 2010 la Germania ha finito di rimborsare i debiti imposti dal trattato del 1953 con il pagamento dell'ultimo debito per un importo di 69,9 milioni di euro. Senza l’accordo di Londra, la Germania avrebbe dovuto rimborsare debiti per altri 50 anni.
Fonte: #IlSole24Ore
Condividiamo tutti insieme questo ricordo, per ricordarlo anche agli smemorati tedeschi ed europei
Angelo Bertoglio
Vice segretario nazionale di Riva Destra
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L'ex Ministro tedesco #Fischer, scriveva "Senza quel regalo, la Germania non si sarebbe ripresa e non avremmo avuto il miracolo economico".
Forse la democratica e libera Germania, vive la sindrome della memoria corta, ma ricordatevi che la storia non si può ignorare, non si può cancellare e soprattutto non si può e non si deve mai dimenticare.
Sembra proprio che la Germania, in questo periodo, si stia vergognosamente dimenticando degli accordi presi per i dimezzamenti (ottenuti) per i suoi debiti di guerra.
L'ammontare del debito di guerra tedesco dopo il 1945 aveva raggiunto i 23 miliardi di dollari (di allora) pari al 100% del Pil tedesco. La Germania non avrebbe mai potuto pagare i debiti accumulati in due guerre. Guerre da essa stessa provocate. I sovietici pretesero e ottennero il pagamento dei danni di guerra fino all’ultimo centesimo. Mentre gli altri Paesi, europei e non, decisero di rinunciare a più di metà della somma dovuta da Berlino.
Il 24 agosto 1953 ventuno Paesi (Belgio, Canada, Ceylon, Danimarca, Grecia, Iran, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo, Norvegia, Pakistan, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Repubblica francese, Spagna, Stati Uniti d'America, Svezia, Svizzera, Unione Sudafricana e Jugoslavia), con un trattato firmato a Londra, le consentirono di dimezzare il debito del 50%, da 23 a 11,5 miliardi di dollari, dilazionato in 30 anni. In questo modo, la Germania poté evitare il default, che c’era di fatto.
L’altro 50% avrebbe dovuto essere rimborsato dopo l'eventuale riunificazione delle due Germanie. Ma nel 1990 l’allora cancelliere Kohl si oppose alla rinegoziazione dell’accordo che avrebbe procurato un terzo default alla Germania. Anche questa volta Italia e Grecia acconsentirono di non esigere il dovuto. Nell’ottobre 2010 la Germania ha finito di rimborsare i debiti imposti dal trattato del 1953 con il pagamento dell'ultimo debito per un importo di 69,9 milioni di euro. Senza l’accordo di Londra, la Germania avrebbe dovuto rimborsare debiti per altri 50 anni.
Fonte: #IlSole24Ore
Condividiamo tutti insieme questo ricordo, per ricordarlo anche agli smemorati tedeschi ed europei
Angelo Bertoglio
Vice segretario nazionale di Riva Destra
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lunedì 30 marzo 2020
Per le Notizie da Fratelli d'Italia.
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ONORE ALLE PAROLE DEL PREMIER DELL'ALBANIA.
Edi Rama: "...So che trenta medici e infermieri non risolveranno il rapporto tra la forza micidiale del nemico invisibile e le forze in tenuta bianca che lo stanno combattendo sulla linea del fuoco da quella parte del mare.
Ma so anche che laggiù è oramai casa nostra da quando l'Italia e le nostre sorelle e fratelli italiani ci hanno salvati, ospitati e adottati in casa loro quando l'Albania versava in dolori immensi. Noi stiamo combattendo lo stesso nemico invisibile e le risorse umane e logistiche della nostra guerra non sono illimitate, ma oggi noi non possiamo tenere le forze di riserva in attesa che siano chiamate, mentre in Italia, dove si stanno curando in ospedali di guerra anche albanesi feriti dal nemico, hanno un enorme bisogno di aiuto. È vero che tutti sono rinchiusi dentro le loro frontiere, anche Paesi ricchissimi hanno girato la schiena agli altri, ma forse perché non siamo ricchi ma neanche privi di memoria, non ci possiamo permettere di non dimostrare all’Italia che gli albanesi e l’Albania non abbandonano mai l’amico in difficoltà. Questa è una guerra in cui nessuno può vincere da solo. E voi coraggiosi membri di questa Missione per la Vita state partendo per una guerra che è anche la nostra. Oggi noi siamo tutti italiani. E l’Italia la deve vincere questa guerra, anche per noi, per l’Europa e per il mondo intero.
Che Dio vi benedica tutti".
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Ma so anche che laggiù è oramai casa nostra da quando l'Italia e le nostre sorelle e fratelli italiani ci hanno salvati, ospitati e adottati in casa loro quando l'Albania versava in dolori immensi. Noi stiamo combattendo lo stesso nemico invisibile e le risorse umane e logistiche della nostra guerra non sono illimitate, ma oggi noi non possiamo tenere le forze di riserva in attesa che siano chiamate, mentre in Italia, dove si stanno curando in ospedali di guerra anche albanesi feriti dal nemico, hanno un enorme bisogno di aiuto. È vero che tutti sono rinchiusi dentro le loro frontiere, anche Paesi ricchissimi hanno girato la schiena agli altri, ma forse perché non siamo ricchi ma neanche privi di memoria, non ci possiamo permettere di non dimostrare all’Italia che gli albanesi e l’Albania non abbandonano mai l’amico in difficoltà. Questa è una guerra in cui nessuno può vincere da solo. E voi coraggiosi membri di questa Missione per la Vita state partendo per una guerra che è anche la nostra. Oggi noi siamo tutti italiani. E l’Italia la deve vincere questa guerra, anche per noi, per l’Europa e per il mondo intero.
Che Dio vi benedica tutti".
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domenica 29 marzo 2020
Coronavirus: Riva Destra (FdI), Governo chiede soldi agli italiani, ma dona 50 milioni a Tunisia.
“Nei giorni scorsi la pagina Facebook dell’Ambasciata d’Italia in Tunisia annunciava che la cooperazione tra Italia e Tunisia continuava anche in un momento difficile e che lo stato Italiano, tramite la Cassa Depositi e Prestiti, aveva versato 50 Milioni di Euro alla Banca Centrale Tunisina. La somma, così come scritto nel post, sarà destinata al sostegno delle imprese tunisine per rispondere all'impatto socioeconomico a causa del Coronavirus. Il post, pubblicato sulla pagina dell’Ambasciata Italiana a Tunisi, in data 25 Marzo, era presente fino a questa mattina, quando verso le 10 è sparito. Forse per la vergogna?”.
Lo dichiarano in una nota Fabio Sabbatani Schiuma e Angelo Bertoglio, rispettivamente segretario e vicesegretario nazionale di Riva Destra, movimento federato a Fratelli d’Italia. “In Italia -continua la nota- i nostri imprenditori, i nostri commercianti, le nostre partite IVA, le nostre famiglie non hanno risposte, certezze e vivono nella paura di chiusure e fallimenti. I nostri operatori sanitari e i nostri operatori della sicurezza non hanno le dovute protezioni per poter operare in sicurezza, tanto da dover lavorare senza aver potuto fare il tampone per sapere se sono contagiati a loro volta, mandandogli allo sbaraglio.
Non ci sono tamponi -prosegue la nota- e medici per i nostri anziani dimenticati nelle case di riposo, curati grazie a Dio dalle infermiere e dalle Oss nei modi a loro possibili, ma anche loro con grandi difficoltà e senza tamponi.
Lo stato -conclude la nota- chiede soldi agli Italiani per sostenere la Protezione Civile e cosa si scopre? Che il governo Conte-Di Maio manda 50 milioni di euro per sostenere gli imprenditori tunisini. L’Italia e gli Italiani devono sapere ed e’ inutile cancellare i post”.
Fonte: LA VOCE del PATRIOTA
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Lo dichiarano in una nota Fabio Sabbatani Schiuma e Angelo Bertoglio, rispettivamente segretario e vicesegretario nazionale di Riva Destra, movimento federato a Fratelli d’Italia. “In Italia -continua la nota- i nostri imprenditori, i nostri commercianti, le nostre partite IVA, le nostre famiglie non hanno risposte, certezze e vivono nella paura di chiusure e fallimenti. I nostri operatori sanitari e i nostri operatori della sicurezza non hanno le dovute protezioni per poter operare in sicurezza, tanto da dover lavorare senza aver potuto fare il tampone per sapere se sono contagiati a loro volta, mandandogli allo sbaraglio.
Non ci sono tamponi -prosegue la nota- e medici per i nostri anziani dimenticati nelle case di riposo, curati grazie a Dio dalle infermiere e dalle Oss nei modi a loro possibili, ma anche loro con grandi difficoltà e senza tamponi.
Lo stato -conclude la nota- chiede soldi agli Italiani per sostenere la Protezione Civile e cosa si scopre? Che il governo Conte-Di Maio manda 50 milioni di euro per sostenere gli imprenditori tunisini. L’Italia e gli Italiani devono sapere ed e’ inutile cancellare i post”.
Fonte: LA VOCE del PATRIOTA
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A Palestrina il nuovo Covid Hospital della provincia. Silvestroni(Fdi) Sabbatani Schiuma(Rd): l'ennesimo pasticcio della giunta Zingaretti.
La trasformazione dell'Ospedale di Palestrina in Centro Covid 19, annunciata con un blitz dall'ex sindaco, oggi consigliere regionale sostenitore di Zingaretti, sembra un piano ben architettato ma che avrà effetti negativi su tutto il circondario, oltre che sulla cittadina prenestina.
Lo dichiara il deputato e Presidente Provinciale di Fratelli d'Italia Marco Silvestroni, in una nota congiunta con Fabio Sabbatani Schiuma, segretario nazionale di Riva Destra, movimento federato a Fratelli d'Italia e presente a Palestrina con il coordinatore Paolo Rosicarelli.
"Alle critiche già espresse, -continua la nota- dal consigliere regionale di Fratelli d'Italia Giancarlo Righini, sommiamo la denuncia sui folli tagli alla sanità del passato, che hanno visto brutalmente trasformare questo ospedale nel maggior, se non unico, punto di riferimento per tutto il territorio circostante e che ora viene appunto sottratto a centinaia di malati, che saranno 'deportati' nelle attuali degenze e nelle terapie in corso.
Preoccupa il presente -continua la nota- nelle ricadute della sottrazione del Pronto Soccorso, nella destinazione delle specializzazioni e dei loro macchinari salva vita, nell'impiego del personale per lo più residente a Palestrina, nel servizio dei medici di base di zona sui quali ricadrà il peso di questa assurda scelta. Proviamo rabbia -prosegue la nota- sulla matrice di questa operazione, peraltro non concordata preventivamente con il sindaco Mario Moretti, al quale esprimiamo la nostra piena solidarietà, e sul futuro della struttura che sara' preda di ben altri interessi territoriali, ben lontani dagli interessi dei cittadini di Palestrina e dei comuni limitrofi".
Fonte: IL SOVRANISTA
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Lo dichiara il deputato e Presidente Provinciale di Fratelli d'Italia Marco Silvestroni, in una nota congiunta con Fabio Sabbatani Schiuma, segretario nazionale di Riva Destra, movimento federato a Fratelli d'Italia e presente a Palestrina con il coordinatore Paolo Rosicarelli.
"Alle critiche già espresse, -continua la nota- dal consigliere regionale di Fratelli d'Italia Giancarlo Righini, sommiamo la denuncia sui folli tagli alla sanità del passato, che hanno visto brutalmente trasformare questo ospedale nel maggior, se non unico, punto di riferimento per tutto il territorio circostante e che ora viene appunto sottratto a centinaia di malati, che saranno 'deportati' nelle attuali degenze e nelle terapie in corso.
Preoccupa il presente -continua la nota- nelle ricadute della sottrazione del Pronto Soccorso, nella destinazione delle specializzazioni e dei loro macchinari salva vita, nell'impiego del personale per lo più residente a Palestrina, nel servizio dei medici di base di zona sui quali ricadrà il peso di questa assurda scelta. Proviamo rabbia -prosegue la nota- sulla matrice di questa operazione, peraltro non concordata preventivamente con il sindaco Mario Moretti, al quale esprimiamo la nostra piena solidarietà, e sul futuro della struttura che sara' preda di ben altri interessi territoriali, ben lontani dagli interessi dei cittadini di Palestrina e dei comuni limitrofi".
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sabato 28 marzo 2020
Da una riflessione del nostro Christian Azzolin in Veneto che integriamo con un ricordo di Giordano Bruno e pubblichiamo.
La comunità scientifica brancola nel buio, va a tentoni, questo governo pure, anzi peggio. Non sappiamo nulla con certezza di questa peste: da dove arriva, come si diffonde, quali sono le cure ... e la libertà di pensiero e di parola dovrebbe essere limitata in nome di una informazione istituzionale deficitaria? Non è ammesso alcun pensiero non conforme al nulla? La morte di Giordano Bruno nel 1600 non ci ha insegnato nulla? Lui visse e pensò come un uomo libero, perché ciò che denota l’uomo nella realtà è essenzialmente la libertà della ricerca, dell’indagine, la libertà di filosofare, non si piegò neanche dinanzi a un potere che giunse ad annientarlo fisicamente. Non abiurò, non cancellò la sua filosofia in cambio della vita. Bruno resta un’icona del pensiero libero, un martire il cui insegnamento di libertà fende i cieli e si riverbera nei secoli con forza, senza perdere efficacia e lucentezza.
Ora invece siamo all'imposizione del pensiero unico del mainstream; obiettivo, da sempre perseguito dal potentato economico finanziario, che si sta erigendo a sovrano assoluto, approfittando di questa ecatombe di dimensioni mondiali, sputando sui vivi facendosi scudo dei morti. Un atto ignobile che va contrastato con ogni mezzo. Stiamo dando tutti il nostro contributo per non diffondere il contagio, accettando la compressione della nostra libertà di circolazione. Ma la circolazione del libero pensiero non è fonte di contagio, anzi.
Dobbiamo tenere le menti sveglie e libere, perché quando sarà passata l’emergenza sanitaria, qualcuno dovrà rendere conto di questo olocausto.
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