Aggiornamenti e News

lunedì 22 gennaio 2018

Atac, Raggi e M5s scimmiottano gli errori del passato. L'intervento !

Ma quali paladini del cambiamento e della trasparenza, con la proroga dell'affidamento “in house” di tutto quanto il trasporto pubblico romano all'Atac fino al 2021, la Raggi e il Movimento 5 stelle danno l'ennesima prova della loro incapacità e finiscono per “scimmiottare” gli errori del passato.


A pagare tanto saranno i romani, quelli che fanno il biglietto. Facciamo un passo indietro pero'.
A novembre 2012, in aula Giulio Cesare, fui l'unico consigliere comunale, "indipendente di destra" (con l'astensione di due colleghi dell'allora PdL in verità) a votare contro l'affidamento “in house” all'Atac di tutto il trasporto comunale, su gomma e su ferro, la gestione dei parcheggi e delle soste e il controllo dei titoli di viaggio fino al 2019. Una scellerata forzatura decisa dall'allora sindaco Alemanno. Mi scagliai contro i 90 super manager Atac che intascavano dai 150.000 ai 550.000 euro annui di stipendio, contro questo “pozzo di San Patrizio” ove i partiti avevano attinto per anni a piene mani, con consulenze e assunzioni, mentre gli autisti venivano spremuti, i precari mandati via e i fornitori non pagati.

Nel contempo sollecitai il parere dell'Antitrust che, nel febbraio del 2013, invio' al Campidoglio una segnalazione su questa delibera. L'Antitrust mi diede cosi' ragione contestando alla stessa di avere violato i principi a tutela della concorrenza, poiché l'affidamento era avvenuto senza gara, e concesse all'amministrazione 60 giorni di tempo per rimuovere le violazioni senza “aiuti di stato”, che sempre soldi pubblici sono. Ovviamente nessuno pose rimedio, tantomeno il successivo sindaco Ignazio Marino che perpetuo' questa scellerata decisione. E ora l'ennesimo capitolo vergognoso, con l'approvazione della proroga fino al 2021, con i soli radicali a protestare e a chiedere l'indizione del referendum, che il sindaco di Roma è tenuto a presentare entro il 31 gennaio.

Ora, basta leggere le continue dimissioni e i cambi dei vertici aziendali in questa consiliatura targata Raggi, per capire che non si e' all'altezza per porre fine a questi sperperi di soldi pubblici e rendere l'azienda competitiva sul mercato. La nostra città pero' da una vita rivendica un trasporto pubblico all'altezza delle altre capitali europee, ma l'Atac non e' in grado di garantirlo, ne' di migliorare la qualità del servizio offerto agli utenti. E non di certo per colpa dei suoi lavoratori, uniche vittime della politica arruffona. Insieme ai romani, ovviamente.

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martedì 9 gennaio 2018

Riva Destra alla coalizione: «Noi ci siamo. Per tornare a vincere insieme». Questa la posizione scaturita dall'ultima Assemblea.

Sono per «l’unità del centrodestra» e indicano nelle primarie «la strada migliore» per la scelta del leader e dei candidati, con un obiettivo dichiarato: «Vedere sopravvivere i valori della destra sociale, dopo la deflagrazione di quella politica». Gli esponenti di Riva Destra, il movimento che porta avanti le istanze dello «storico primo circolo di Alleanza nazionale», come spiegano loro stessi, intervengono nel dibattito sul futuro del centrodestra, con una mozione votata all’unanimità da delegazioni giunte a Roma da diverse parti d’Italia. 

Un movimento, non un partito.
«Alle prossime elezioni sosterremo chi rispetterà il nostro ius sanguinis di destra e chi ci porterà così a sognare una grande vittoria, capace di portare le nostre istanze al governo dell’Italia per cambiarla e innovarla finalmente nel profondo», si legge nel testo uscito dalla riunione che si è tenuta il primo luglio e alla quale hanno partecipato «delegazioni dalla Sicilia, dalla Puglia, dall’Emilia Romagna, dalla Sardegna, dalla Calabria, dalla Campania, oltre che da Roma». «Non siamo mai stati e fino ad oggi abbiamo scelto di non essere un partito politico, rinunciando a burocrazie interne e tesseramenti», si legge ancora nel testo, con l’intenzione di fugare il dubbio che il movimento possa rappresentare «un partito nel partito».
Riva Destra per l’unità della coalizione.
Il movimento, che si definisce «una comunità politica», rivendica numeri importanti nella capacità di mobilitazione e sul web, parlando di una pagina Facebook con «oltre centomila persone che ci seguono e che viene letta mediamente da due ai tre milioni di profili a settimana». «Donne e uomini di destra, che si sono stretti l’uno con l’altro, in attesa di individuare una nuova casa comune, dove sia possibile affermare appunto il nostro “ius sanguinis” di destra, e poter continuare le nostre battaglie a difesa dell’identità, della meritocrazia e della giustizia sociale», spiega Riva Destra, chiarendo di essere per l’unità del centrodestra, anche se «preferiremmo parlare di un grande blocco sociale e nazionale contrapposto alle sinistre, una santa alleanza tra patrioti e identitari contro mondialisti e marionette».
Le primarie e le priorità programmatiche.
«Bisogna capire che il centrodestra così come lo abbiamo inteso per 20 anni – si legge ancora nel documento – non esiste più. Vanno registrati i nuovi equilibri tra Forza Italia e la Lega di Salvini, il ruolo di FdI, del Movimento nazionale per la sovranità e di altri schieramenti affini». Dunque, «occorre concordare un programma e le alleanze. E soprattutto va individuato il metodo di scelta del leader e dei candidati: a tal fine le primarie, per noi, costituiscono la strada migliore». Infine un passaggio sui programmi: «Gli italiani chiedono di essere tutelati dalle politiche discriminatorie, di cui stanno diventando vittime, a vantaggio degli stranieri e hanno bisogno soprattutto di lavoro, di un fisco equo, di un rapporto che non sia di strozzinaggio con le banche; insomma di quella crescita economica che le élite della sinistra di governo hanno finora riservato a pochi». «Il problema – conclude la mozione di Riva Destra – non è solo l’immigrazione, anzi, rischiamo di relegare il dibattito solo a questa o alla legge elettorale, mentre i nostri figli sono senza casa e lavoro e non avranno mai una pensione».

Fonte: IL SECOLO D'ITALIA

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venerdì 5 gennaio 2018

Memo per i nuovi simpatizzanti !

Immagine storia relativa a Movimento Politico Riva Destra tratta da Il Secolo d'Italia

Riva Destra lascia “Noi con Salvini”: troppe meschinità e troppi ...

Il Secolo d'Italia-23 set 2017
“Riva Destra, movimento nato nel 1993 come storico primo circolo di Alleanza Nazionale, riprende la propria strada in piena autonomia. Siamo stufi di ... Dispiace che ciò abbia impedito a persone per bene e politicamente avvedute di lavorare e di accrescerne il fatturato politico”. “Per questi motivi ...
Immagine storia relativa a Movimento Politico Riva Destra tratta da RavennaToday

Nasce un nuovo movimento politico a Ravenna: si tratta di Riva Destra

RavennaToday-25 giu 2016
Il Movimento Riva Destra ufficializza il nuovo Coordinamento Comunale a Ravenna: Franco Battafarano, 41 anni, operante nel settore automobilistico, sposato con un figlio, è stato eletto on-line, all'unanimità, dal Direttivo Nazionale del Movimento, nato dallo storico primo circolo di Alleanza Nazionale.
Immagine storia relativa a Movimento Politico Riva Destra tratta da FoggiaToday

Sbarca a Foggia il movimento politico 'Riva Destra': la coordinatrice ...

FoggiaToday-7 ott 2015
Riva Destra è ufficialmente attivo anche in provincia di Foggia. Il direttivo nazionale ha eletto in rete il coordinatore provinciale per la Capitanata. Sarà Lucia Di Paola a guidare sul territorio della Daunia le azioni di un movimento politico che, negli ultimi mesi, sta radicando la sua presenza in tutta Italia.
Immagine storia relativa a Movimento Politico Riva Destra tratta da Gazzettinonline

Giardini Naxos: Adonia sulla “Riva Destra”

Gazzettinonline-1 dic 2016
Di Destra lo è sempre stato, ma solo adesso è approdato alla… Riva Destra. Come aveva recentemente preannunciato, infatti, il giardinese Massimo Adonia, dopo una lunga militanza tra Forza Nuova ed il movimento “Noi con Salvini”, ha ufficialmente aderito al soggetto politico nazionale fondato e ...
Immagine storia relativa a Movimento Politico Riva Destra tratta da Il Secolo d'Italia

Ostia, la soddisfazione di Riva Destra: “Determinante il nostro ...

Il Secolo d'Italia-6 nov 2017
I 5 Stelle perdono 23mila voti rispetto alle comunali, un vero terremoto politico per la giunta Raggi“. Nel suo comunicato Riva Destra, movimento e non partito, nato nel 1993 dal primo circolo di Alleanza Nazionale, chiama gli elettori e i militanti di destra del litorale romano alla massima mobilitazione in ...
Immagine storia relativa a Movimento Politico Riva Destra tratta da Giornale di latina
Giornale di latina

Il 90% non sa cos'è il sovranismo

Italia Oggi-13 gen 2017
Si può citare, poi, la nascita di un movimento o soggetto politico o «base della destra», come gli stessi promotori asseriscono, negando trattarsi di un partito. Si chiamerà Fronte identitario e sorgerà domenica 22, dalla confluenza di Riva destra, Patria e Mille patrie, tre raggruppamenti che non risulta ...
Immagine storia relativa a Movimento Politico Riva Destra tratta da Zoom24.it

Il polo “sovranista” e il ritorno di Scopelliti: “Ricostruiremo una ...

Zoom24.it-11 feb 2017
Adesso stiamo rifacendo questo tentativo con l'obiettivo di fondare questo movimento politico che è la sintesi di Azione nazionale e de La Destra”. ... intervenuti una serie di ospiti e, tra questi, Iole Santelli e Sergio Abramo di Forza Italia, Domenico Furgiuele di Noi con Salvini, Franco Stinà di Riva Destra.
Immagine storia relativa a Movimento Politico Riva Destra tratta da la VOCE del TRENTINO

Sabato a Piedicastello Marcello Foa presenta «Altre voci dalla Siria»

la VOCE del TRENTINO-9 ott 2017
Riva Destra Trento in collaborazione con l'associazione Gardaspa organizza la conferenza «Altre voci dalla Siria». ... Riva Destra è un movimento politicoNazionale, non un partito, il cui scopo è quello di sostenere valori e principi della nostra cultura che stanno andando affievolendosi, cercando al ...
Immagine storia relativa a Movimento Politico Riva Destra tratta da Affaritaliani.it

Noi con Salvini perde pezzi: lasciano i coordinatori di 8 municipi ...

Affaritaliani.it-25 set 2017
... più nel progetto politico di Noi con Salvini a Roma, aggiungiamo le nostre dimissioni a quelle già date sabato scorso dal capogruppo nel Municipio V di Roma, Fabio Sabbatani Schiuma, condividiamo le motivazioni della presa di distanza a livello nazionale da NcS da parte del movimento Riva Destra e ...
Immagine storia relativa a Movimento Politico Riva Destra tratta da Linkiesta.it

Fascisti in marcia su Milano, una galassia “militarizzata” che vale il 4%

Linkiesta.it-3 set 2015
I gruppi politici di ispirazione nazista e fascista spuntano un po' dappertutto. A Varese possono contare su un bacino elettorale di almeno il 10%, sostengono gli addetti ai lavori. E inffatti nel capoluogo varesino ci si sta già organizzando in vista delle elezioni comunali, con un'alleanza tra Riva Destra e ...
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mercoledì 3 gennaio 2018

Un grave lutto per Riva Destra !

E' venuto a mancare il papà del nostro Cristiano Spadola.
Ci stringiamo a lui in questo momento di grande dolore.
Un forte abbraccio da tutti noi !
N.B. I Funerali ci saranno domani Giovedì 4 gennaio 2018 alle ore 10,30 presso la Chiesa di San Rocco a Pofi (FR).

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venerdì 29 dicembre 2017

Elezioni e Procedure !

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L’aria viziata della politica romana.

I ricatti in Comune e la lotta per il municipio commissariato per mafia secondo un rappresentante della destra capitolina.
La politica non è più quella delle ideologie e del servizio alla collettività.
L’attività politica è una continua ricerca di equilibrio fra le istanze che portano sulla poltrona e le spinte degli interessi economici, di posizione o di lobby che da quella poltrona vogliono qualcosa.
In politica porre la questione della dignità e del rispetto per gli elettori può costare caro. Paradossalmente parlando, può minare in maniera irreversibile lo stesso percorso politico se ci si scontra con i poteri forti.
Al di là degli orientamenti politici di destra o di sinistra, quello che ci preme ricercare è la genesi dello scollamento tra la politica e la gente. Tra l’ideologia, che doveva guidare l’attività dei rappresentanti dei portatori di interessi, e i fatti, le manovre oscure.
Gli stakeholders di fatto ora non sono più gli elettori, ma una commistione tra sistema bancario, economico e di lobby. Una questione politica che ormai investe sia la destra che la sinistra, in egual misura.

Intervista a Sabbatani Schiuma, attivista e politico

Fabio Sabbatani Schiuma è fondatore e leader di Riva Destra, movimento nato nel 1993 dal primo storico circolo di Alleanza Nazionale. Attualmente è consigliere nel Municipio V di Roma ed ex vicepresidente del Consiglio comunale di Roma. In precedenza sempre la carica di consigliere capitolino, rivestita dal 1997 al 2013, con un totale di 17.000 voti di preferenza.
Come ha iniziato a fare politica?
«Tre libri letti, poco più che adolescente, mi hanno formato: Quel che non ha capito Carlo Marx di Armando Plebe, La fattoria degli animali di George Orwell e Un patibolo chiamato Loreto di Marino Piazzola. Ma senz'altro è stata la frequentazione di uno storico locale di destra nel rione Prati a Roma, oltre che l’ammirazione per le idee politiche di mio zio Enzo Schiuma, regista in Rai, che però in viale Mazzini ha sempre camminato con la schiena dritta e magari proprio per questo non ha fatto la carriera che avrebbe meritato.»
Fare attivismo politico che cosa significava?
«Io sono stato fortunato. Ho visto solo la parte finale dei cosiddetti “anni di piombo”, quando essere di destra significava andare incontro nel migliore dai casi a un pestaggio. Al massimo mi sono beccato una rigata al motorino davanti a scuola. Però ho fatto in tempo a imbrattarmi le mani di colla per attaccare manifesti. Ed era tutt'altra cosa.»
Scambi, favori, poca etica e compromessi: è davvero diventata così la politica?
«La politica è lo specchio del popolo, a tangente presa c’è tangente data, a clientelismo c’è la richiesta di qualcosa di cui non si avrebbe diritto, a politica distante c’è popolo disinteressato. Oggi, poi, è addirittura schifato. Ma è come un cane che si morde la coda, e per uscirne fuori non serve l’antipolitica, ma il ritorno a quella con la P maiuscola, ossia risolvere i problemi. D'altronde se le persone si vendono il voto per una cortesia o per una cena offerta, vuol dire che poi qualcuno si vende loro e i voti presi. Ma oramai i tempi sono duri… si sono mangiati pure quello che non c’era.»
Spesso per il rispetto di sacrosante battaglie sociali, per la dignità propria e del proprio mandato elettorale, la politica si deve inventare. Come è successo a lei, che è dovuto ricorrere a degli espedienti, a dei ricatti nel Comune di Roma, proprio quando a governare la città c’era una compagine a lei affine, la giunta Alemanno. Mi sembra un paradosso politico.
«Devo essere sincero: dei sindaci a cui ho fatto opposizione, Rutelli e Veltroni, di quest’ultimo ho comunque un buon ricordo e aveva in giunta galantuomini come il compianto assessore alla Cultura, Gianni Borgna. Ci si accapigliava in consiglio comunale, i toni erano duri, ma c’era rispetto e si parlava di politica, non di certo di mafia capitale… Ecco, non mi aspettavo di fare opposizione anche ad Alemanno, ma dopo anni di battaglie di destra sociale, soprattutto in periferia, dove raccontavamo di essere alternativa politica ed etica confronto alla sinistra, andare al governo della città per vedere poi la nostra bandiera ammainata e gli inchini ai poteri forti e al buonismo straccione, no, non me lo sarei aspettato.»
Per arrivare al concreto, ci racconta di come è riuscito a far valere un diritto inalienabile come quello della casa per chi, in uno stato di bisogno e di ragione, aveva ormai perso le speranze? Come andò quella storia?
«Premesso che per me casa e lavoro sono dei diritti che vanno garantiti, senza i quali le persone non sono davvero libere, una volta in Campidoglio dovetti fare ostruzionismo d’aula con migliaia di emendamenti contro il sindaco Alemanno per stornare un milione di euro stanziati nel bilancio a favore dei nomadi e darli per l’emergenza abitative delle famiglie italiane che attendevano una casa da anni in graduatoria. Poi nelle cronache giudiziarie ho capito il perché di questa resistenza.»
Se non erro, quella per lei è stata una vittoria e anche l’inizio della fine.
«È stato il momento in cui ho capito che il tempo dei samurai, che significa “servire il popolo”, era finito. Parole come fedeltà e onore sono cadute in disgrazia, nella vita comune. E quindi anche in politica.»
Avete aderito a Noi con Salvini. Un seggio al municipio, un coordinamento su Roma, e poi?
«Senta, le racconto la verità vera. Con i miei amici di Riva Destra, che non è un partito ma una comunità politica, avevamo aderito volentieri a quel progetto. E fin quando a governarlo a Roma e nel Lazio c’era gente come Gian Marco Centinaio, attuale capo dei senatori salviniani, abbiamo offerto militanza vera e concreta e portato numeri: la media per NcS nel mio municipio è stata il 4% e nel resto della città il 2,7%. Poi quando Noi con Salvini si è trasformato in “noi con quelli che la destra l’hanno distrutta”… no, grazie, già dato. Mi fermo qui, poiché presto qualcuno si renderà conto dell’errore fatto a imbarcare riciclati e saltapartiti. Non era questo il progetto nel quale abbiamo creduto.»
Mi viene da dire, citando un suo virtuale avversario ideologico, che i politici si trasformano in avversari delle istanze che avrebbero dovuto rappresentareMa se in politica ormai le correnti, gli scambi e i favori hanno più peso dell’ideologia, in che modo si possono risolvere problemi come l’occupazione giovanile e la crisi delle piccole e medie imprese, cosa che consentirebbe all’Italia di uscire dalla crisi?
«Le correnti, per me, se sono di pensiero portano a un dibattito e a una sintesi utilissime. Se diventano invece comitati di affari per la sola guerra di potere distruggono ogni forma di meritocrazia, e buttano nel secchio i problemi del popolo e le idee con cui risolverli. Per le questioni che lei mi elenca, ci sarebbe un dibattito da fare da qui a Natale; come posso sintetizzare la risposta? Agevolare davvero chi reinveste gli utili nell’assunzione di giovani, sostenere il microcredito, pagare meno tasse, ma pagarle tutti… Il problema resta avere governi eletti dal popolo che vadano in Europa e difenderlo e non a sacrificarlo per restare sulla poltrona e svendere l’Italia a pezzi. Dal 2011 siamo vittime di un colpo di stato, punto. Come al solito ho detto cose non politicamente corrette, lo so, ma sono fatto così, dico e faccio quello che penso e non ciò che mi converrebbe. Se vuole non la pubblichi l’intervista, non me la prenderò.»
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