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mercoledì 11 marzo 2020

Lo strano concetto di legalità della Raggi: sgombero per Colle Oppio benestare per centri sociali e campi rom. La denuncia di Riva Destra.

Nel nome della legalità la storica sezione del Movimento Sociale Italiano di Colle Oppio è stata sgomberata. A darne notizia è una nota, diffusa alla stampa, da Roberto Lupini e Fabio Sabbatani Schiuma, esponenti di Riva Destra, movimento politico federato da 2 anni con i conservatori e sovranisti di Fratelli d'Italia che auspicano, in tempi brevi, una forte mobilitazione del variegato mondo dell'italica destra che il sindaco Virginia Raggi, esponente del Movimento Cinque Stelle ha inteso calpestare storia e dignità.
Nota che riportiamo integralmente.
"La storica sezione del MSI di Colle Oppio viene sgomberata oggi nel nome della legalità che non viene fermata dal Coronavirus": bene, premesso che Fratelli d'Italia aveva sanato la stessa morosità, la novella paladina Virginia Raggi mostri ora i suoi muscoli con i centri sociali, i quali non pagano correnti, ne' affitti, che neanche ci sono poiché sono quasi occupati illegalmente. "Ovviamente ciò vale anche per campi nomadi e moschee abusive". Lo dichiarano in una nota gli esponenti di Riva Destra, movimento federato a Fratelli d'italia, Roberto Lupini e Fabio Sabbatani Schiuma, i quali "auspicano una forte mobilitazione di protesta da parte di tutta quell'area politica di cui la Raggi ha oggi inteso calpestare storia e dignità". 

Fonte: IL SOVRANISTA

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venerdì 9 novembre 2018

ROMA, REFERENDUM ATAC: RIVA DESTRA PER IL 'NO', "DALLA PARTE DI UTENTI E LAVORATORI".

ROMA 8 nov - "Dopo due anni di Giunta Raggi, siamo al concordato prefallimentare e al referendum per privatizzare Atac. Una Giunta grillina che non ha saputo prendere tempestivamente le decisioni giuste a partire dall'acquistare subito tram e bus nuovi, che si è baloccata con cambi e ricambi di suo personale politico e management Atac strapagato ed ora il concordato viaggia verso le ignote decisioni dell’assemblea dei creditori di dicembre. 
Una giunta con indirizzi bivalenti e un po' strabici, vista l'indulgenza sospetta verso i disservizi di Roma TPL e le prepotenze dei suoi proprietari a danno dei suoi lavoratori ai quali ancora oggi, non arriva lo stipendio. Motivi più che validi per attivare scioperi nelle periferie che purtroppo sono le più esposte alla mancanza di mobilità. Una città arrabbiata per un servizio non degno della Capitale di Italia, che è strumentalizzata dai Radicali, presenti nelle giunte romane e laziali e non esattamente estranei alle vicende del trasporto per le quali però non hanno mai fiatato. Temi quali l'evasione tariffaria al 30% o i disservizi specialmente nelle sperdute periferie non li hanno mai interessati, se non prima del 4 marzo, per ingraziarsi parte di quel PD giachettiano e renziano in cerca di rivincita, incassare un posto in lista con Tabacci e farsi alfieri di un progetto di privatizzazioni che renderà felici solo i concorrenti europei inglesi, tedeschi o francesi".
Lo dichiara Claudio Zeppieri, responsabile del settore Trasporti di Riva Destra, in una nota congiunta con il coordinatore romano Lorenzo Loiacono."I cittadini e gli utenti sono arrabbiati -prosegue la nota- ma anche i lavoratori e le lavoratrici di Atac, Metro, Roma TPL, e l’indotto che ha scontato un centinaio di licenziamenti, quindi, quanto se non di più degli autoferrotranvieri, visto che ancora una volta devono pagare per coloro che sono scappati portando i soldi in nero all'estero, lucrato sulle mense, sui pneumatici usati e sulle plusvalenze, sui costosissimi ricambi, sulle consulenze d'oro, sulla truffa della doppia bigliettazione in nero costata per 5 anni 100 milioni euro/anno, spariti".

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sabato 7 aprile 2018

MANIFESTO PRO-VITA: SCHIUMA (RIVA DESTRA): CHE PENA RAGGI MARIONETTA DELLA SINISTRA.

"Sostenere la scelta di portare avanti la gravidanza ha la stessa dignità di quella di abortire".
ROMA, 7 apr - "Che pena vedere il sindaco Raggi fare la parte della marionetta. E' bastato lo stridulo delle varie Bonino, Cirinna' e compagnia cantante per far rimuovere i manifesti 'pro vita' e per il diritto anche a non scegliere l'aborto. La sinistra ordina e lei esegue". Lo dichiara in una nota il consigliere municipale Fabio Sabbatani Schiuma, fondatore del movimento Riva Destra."A quella sinistra indignata -conclude Schiuma- che ha annunciato raccolte firme e sit in contro questo manifesto a Roma, bastava ricordare che abortire non e' un obbligo, ma c'e' anche la liberta' di portare avanti la gravidanza. 
Le due opzioni hanno almeno pari dignità". 

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lunedì 12 febbraio 2018

Mercati rionali di Roma K.O. IL colpo mortale i minimarket "bangla" e gli abusivi.

“M5S incapace anche di scrivere un bando di gara”. L'intervento
di Fabio Sabbatani Schiuma
La crisi dei mercati rionali romani inizia già dai tempi di Rutelli.
La grande distribuzione ha assestato da allora un colpo durissimo al settore, complice l'assenza di un immediato piano di riordino e riqualificazione degli stessi da parte del Campidoglio. Intorno alla fine degli anni 90, mentre aprivano i grandi centri commerciali, per la verità, l'allora Direttore del Dipartimento, architetto Forleo - l'assessore era Enrico Gasbarra - lo aveva anche pianificato, ma la cronica assenza di fondi permise solo qualche intervento a macchia di leopardo. In sostanza la politica non seppe supportare il settore nel 'reinventarsi' un modo per essere competitivo e al passo con la concorrenza spietata.
Oggi l'associazione Terra ci sottolinea di nuovo come i 127 mercati rionali romani stiano per lo più' morendo, ma il grido d'allarme, inascoltato, si leva da anni. Ora siamo al punto di non ritorno: o la politica romana fa la sua parte nel difendere un patrimonio della sua citta', che, ricordo, e' il comune agricolo più grande d'Italia, o verrà decretata definitivamente la morte del mercato rionale. E già, perche' mentre nelle grandi capitali europee, sono stati negli anni capaci di trasformare un concentrato di banchi di vendita al dettaglio, seppur punto di aggregazione anche sociale, aumentando la varietà dell'offerta e facendo aprire nelle strutture, bar e ristoranti e offrendo servizi e finanche cultura e innovazione, a Roma siamo rimasti fermi. 
Il piano industriale promesso dalla Raggi in realtà va proprio in questa direzione, ma i 4 milioni di euro spesi non sono sufficienti, come neanche l'apertura serale, che peraltro io chiedevo dal 2015. 
Servono altri e tanti soldi per ristrutturare e qui non si può che ricorrere al privato, alle sponsorizzazioni di aziende, di multinazionali e di grandi gruppo, non necessariamente del settore, che di fatto su questi mercati investano traendone in cambio pubblicità e spazi commerciali gratuiti.
Servono idee e creatività, dallo street food, all'intrattenimento, alla ristorazione fino alla cultura e ai servizi. Ma su questo i grillini sembrano incapaci di guardare oltre e bloccati anche nel saper redigere un bando di gara inattaccabile. Occorre, in sostanza, più managerialità e finanza creativa: trasformare i mercati rionali in centri commerciali, ove regni la qualità e la genuinità del prodotto.
Ovviamente il colpo letale lo stanno assestando oggi i mancati controlli nell'assegnazione dei banchi, le troppe frutterie e minimarket, spesso aperti da stranieri per tutta la notte, che sono spuntati come funghi - pensate che solo a Torpignattara ce ne sono circa 80 - e senza controlli. Senza parlare dell'assenza del contrasto all'ambulantato abusivismo dilagante: i controlli vengono pure effettuati dai vigili, ma mancano le sanzioni. E su questa mancata difesa della legalità la Raggi ha invece pesantissime responsabilità, visto che poi è stata la bandiera che l'ha portata in Campidoglio.

*segretario nazionale di Riva Destra e vicepresidente della Commissione Commercio nel Municipio V di Roma

Fonte: Affari Italiani

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lunedì 22 gennaio 2018

Atac, Raggi e M5s scimmiottano gli errori del passato. L'intervento !

Ma quali paladini del cambiamento e della trasparenza, con la proroga dell'affidamento “in house” di tutto quanto il trasporto pubblico romano all'Atac fino al 2021, la Raggi e il Movimento 5 stelle danno l'ennesima prova della loro incapacità e finiscono per “scimmiottare” gli errori del passato.


A pagare tanto saranno i romani, quelli che fanno il biglietto. Facciamo un passo indietro pero'.
A novembre 2012, in aula Giulio Cesare, fui l'unico consigliere comunale, "indipendente di destra" (con l'astensione di due colleghi dell'allora PdL in verità) a votare contro l'affidamento “in house” all'Atac di tutto il trasporto comunale, su gomma e su ferro, la gestione dei parcheggi e delle soste e il controllo dei titoli di viaggio fino al 2019. Una scellerata forzatura decisa dall'allora sindaco Alemanno. Mi scagliai contro i 90 super manager Atac che intascavano dai 150.000 ai 550.000 euro annui di stipendio, contro questo “pozzo di San Patrizio” ove i partiti avevano attinto per anni a piene mani, con consulenze e assunzioni, mentre gli autisti venivano spremuti, i precari mandati via e i fornitori non pagati.

Nel contempo sollecitai il parere dell'Antitrust che, nel febbraio del 2013, invio' al Campidoglio una segnalazione su questa delibera. L'Antitrust mi diede cosi' ragione contestando alla stessa di avere violato i principi a tutela della concorrenza, poiché l'affidamento era avvenuto senza gara, e concesse all'amministrazione 60 giorni di tempo per rimuovere le violazioni senza “aiuti di stato”, che sempre soldi pubblici sono. Ovviamente nessuno pose rimedio, tantomeno il successivo sindaco Ignazio Marino che perpetuo' questa scellerata decisione. E ora l'ennesimo capitolo vergognoso, con l'approvazione della proroga fino al 2021, con i soli radicali a protestare e a chiedere l'indizione del referendum, che il sindaco di Roma è tenuto a presentare entro il 31 gennaio.

Ora, basta leggere le continue dimissioni e i cambi dei vertici aziendali in questa consiliatura targata Raggi, per capire che non si e' all'altezza per porre fine a questi sperperi di soldi pubblici e rendere l'azienda competitiva sul mercato. La nostra città pero' da una vita rivendica un trasporto pubblico all'altezza delle altre capitali europee, ma l'Atac non e' in grado di garantirlo, ne' di migliorare la qualità del servizio offerto agli utenti. E non di certo per colpa dei suoi lavoratori, uniche vittime della politica arruffona. Insieme ai romani, ovviamente.

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martedì 20 dicembre 2016

Onestà...Onestà...Onestà...


“L’onestà non basta predicarla, ma bisogna praticarla: gli elettori hanno scelto Virginia Raggi per risolvere i problemi di Roma, ma invece hanno trovato il primo cittadino impegnato da mesi con assessori indagati, stretti collaboratori arrestati, oltre al capo di gabinetto a quasi 200.000 euro l’anno, l’addetto stampa a più di 100.000 e il dipendente comunale militante che era passato da 3.000 euro al mese a 10.000. La domanda sorge spontanea e la risposta appare sempre più evidente: la sindaca Raggi è inadeguata per una responsabilità così grande”. 
Lo dichiara Fabio Sabbatani Schiuma, componente del direttivo romano di Noi con Salvini e capogruppo al Municipio V.

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