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mercoledì 26 marzo 2014

Santori: il mastino della Regione Lazio.

Giovani Leader crescono. È il caso di Fabrizio Santori, coetaneo di Matteo Renzi anche se, a differenza dell’attuale Premier, vanta già una lunga serie di battaglie sul territorio e una riconosciuta fama di paladino della gente comune (quella senza Santi in Paradiso) e della legalità. Cresciuto nelle giovanili della destra italiana, quella per la quale l’onestà è un dovere e la politica è un servizio alla comunità, si è fatto le ossa nella Circoscrizione dov’è nato. Ha sempre fatto politica potendosi permettere mille proteste eclatanti contro gli abusi di quelli che contano, senza scendere mai a patti o subire pressioni per due semplici motivi: dietro aveva i cittadini e non era ricattabile.
Lo incontriamo nell'ufficio che dal 2013 occupa in seno al Consiglio regionale del Lazio dopo il buon successo elettorale. Il telefono squilla incessantemente e le richieste che provengono dai quartieri della sua città lui se le ricorda una ad una senza il bisogno di consultare appunti o prendere tempo. Capiamo subito che intervistarlo sarà difficile, preso com'è da mille dossier aperti, ma comunque accettiamo la sfida.

Ma è vero che ha lo stesso numero di telefono da sempre?

Sì, da quando ero consigliere municipale firmavo i miei volantini con il 339/7360574. Lo faccio tuttora da consigliere regionale. Certe volte subisco lo stress, ma rispondo sempre io. E se non rispondo, richiamo. È molto dura ma lasciatemi vantare di questa abitudine. 

Fonte: L'OPINIONE - Articolo Completo QUI !

www.studiostampa.com

venerdì 14 febbraio 2014

SCHIUMA, RIVA DESTRA: IL NOSTRO IMPEGNO*

A destra è da dimenticare l'idea di trovare un accordo 'democratico' - chiamiamolo così - tra tutte 'le destre' più o meno presenti: ognuno, spesso anche il singolo militante, se non l'elettore, ha la 'sua' ed è convinto che sia la migliore rispetto a quella degli altri. 
Si discute sempre sulle cose che dividono prima che di quelle che uniscono. Il concetto di 'individuo' infatti, che è alla base del nostro ambiente, contrapposto alla 'massa', propria della sinistra, apre all'individualismo sfrenato nel momento di mancanza di una forte leadership, unica soluzione per mettere tutti daccordo - vedi le dinamiche del branco - e si finisce così nella logica dell'interesse personale, del piccolo orticello, dell'homo homini lupus, nella legge della giungla. Un dato è certo, quasi biologico: non essendoci un leader riconosciuto tra gli attuali 'capi', si va verso le battaglie fratricide che poi portano al rimanere marginali. Con il risultato pessimo di non dare spazio a nuove piante per crescere, dal momento che le presenti - nonostante non abbiano dato frutti buoni, anzi li hanno dati, ma avvelenati - quasi secche, continuino a fare ombra e a succhiare energia dal terreno. A noi di Riva Destra non interessano le polemiche: pensiamo solamente a non portare più acqua a queste piante vecchie e, guardando al domani, a crescerne di nuove, più robuste e forti. 
Che diano frutti migliori.
* ORA CHE RIVA DESTRA STA INIZIANDO DAVVERO A CRESCERE, E' MEGLIO NON DIMENTICARE MAI CHI SIAMO E COSA VOGLIAMO. 

Fabio Sabbatani Schiuma

www.studiostampa.com