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mercoledì 18 giugno 2014

Prima multe e telecamere. Ora città a luci rosse !


La 'zonizzazione' lanciata dal sindaco Marino è un'idea bislacca che ha il solo merito di riproporre la questione senza il metodo, risultato pressoché inutile, delle multe e delle telecamere, adottato prima da Veltroni e poi anche da Alemanno. Come crede il primo cittadino della Capitale di trasformare all'improvviso un quartiere romano in un red light district stile Amsterdam?
Premesso che anche in Olanda li stanno dismettendo, non è questo il modo di combattere il problema della sicurezza e del decoro urbano. In aula Giulio Cesare ho fatto per anni, da consigliere comunale, battaglie forti per sollecitare un regolamentazione del fenomeno, che parlasse un linguaggio non più ipocrita - basta fare un giro su internet o tre le pagine degli annunci di molti quotidiani, per capire come la prostituzione su strada sia solo la punta, fastidiosa, di un iceberg - che spezzasse il legame con le bande di sfruttatori e tutelasse i cittadini. Un sindaco non può certamente cambiare una legge nazionale, che dovrebbe invece guardare al modello spagnolo o tedesco e vietare tassativamente la prostituzione in luogo pubblico, pemettendo invece controlli sanitari, imponendo altresì quel regime fiscale che, per esempio, nella sola Germania permette un introito all'erario di poco meno di quattro miliardi di euro all'anno, e impedendo quindi lo sfruttamento in generale e quello di minorenni in particolare. Allora, in attesa di una modifica del quadro normativo, un sindaco come Marino, invece di parlare di "trasformare alcune zone della città in quartieri a luci rosse dove concentrare le prostitute non solo su strada" - che quindi rimarrebbero - potrebbe proporre di tollerare la prostituzione in quei locali che, come in Spagna, decidessero di attrezzarsi per ospitare quelle prestazioni sessuali a pagamento che, ricordo sempre, di per se non costituiscono un reato, ma che andrebbero tassate come qualsiasi lavoro.

Fabio Sabbatani Schiuma, già vicepresidente del Consiglio comunale di Roma
Segretario Nazionale di Riva Destra

La Prostituzione a Roma nel XVI Secolo

www.studiostampa.com

martedì 24 settembre 2013

PROSTITUZIONE, SCHIUMA: COMUNE INFORMI DOVE FIRMARE REFERENDUM

(OMNIROMA) Roma, 24 SET - «Il sindaco Marino attivi gli uffici preposti nell'informare la cittadinanza circa la possibilità di firmare il referendum abrogativo - 'parzialmente' - della legge Merlin: è un dovere farlo». Lo dichiara in una nota Fabio Sabbatani Schiuma, presidente del movimento Riva Destra e componente dell'esecutivo romano del PdL «A Roma - continua Schiuma - le ordinanze non sono servite quasi a nulla. La prostituzione infatti è rimasta per la strada e in più dilaga negli appartamenti: giornali e siti offrono infatti un numero maggiore di annunci per prestazioni tra le pareti domestiche. Lo sfruttamento poi di ragazze, talvolta minorenni, schiavizzate da violente bande di romeni o albanesi che lucrano milioni di euro continua. Affidare - aggiunge Schiuma - ai gestori dei locali notturni la possibilità di attrezzarsi sul modello tedesco, permetterebbe di verificare l'identità e l'ottemperanza alle leggi delle ragazze, appurando la regolarità dei permessi di soggiorno, impedendo lo sfruttamento delle minorenni, effettuando i controlli igienico sanitari dovuti e imponendo un regime di tassazione degli utili a cospicuo vantaggio della cassa pubblica. Nella stessa Germania - conclude Schiuma - 240.000 'lavoratrici' segnate in apposito registri, liberamente e senza sfruttatori, mai per strada, pagano le tasse e fruttano allo stato circa 11 miliardi di euro annui». 
red 241317 SET 13
Fabio Sabbatani Schiuma

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