Questo scrivevo il 21 agosto 2013 e questo confermo. Non ci si deve schierare per colore politico ma analizzando fatti e costi !
Giancarlo Bertollini
https://www.facebook.com/notes/giancarlo-bertollini/con-aerei-e-navi-nuove-risparmiamo-/10151847666504402
Gli attuali costi di manutenzione e gestione di Aerei e Navi in dotazione sono superiori a quelli delle rate per dotarci di Marina ed Aeronautica al passo con gli "altri" !
Mentre imperversa il dibattito sull’acquisto dei 91 cacciabombardieri F35 al costo complessivo di 13 miliardi di euro, i quali come ormai noto andrebbero a sostituire 256 aerei da combattimento obsoleti (Tornado, Amx e Harrier, che ci costano una cifra di Assistenza e Manutenzione), è passata quasi in sordina l’audizione del Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Amm. Giuseppe de Giorgi, davanti alle Commissioni Difesa riunite di Camera e Senato lo scorso 19 giugno.
Siamo ancora quelli dei Santi, poeti e navigatori? Pare di no. Tralasciando i dettagli sulla cronica mancanza di personale, de Giorgi ha fatto presente che la Marina Militare Italiana è semplicemente destinata a perdere completamente la propria capacità marittima entro il 2025.
Delle 60 navi che attualmente compongono la flotta militare italiana (di cui solo 20 pronte a muovere) ben 51 andranno in pensionamento programmato entro la prossima decade. ”La nostra e’ ormai una Marina vecchia con navi la cui vita e’ al di sopra dei 20 anni”. Questo malgrado i compiti della forza armata restino molti, dalla difesa, alla sicurezza delle rotte, dal controllo dei migranti, alla vigilanza della pesca e dei porti.
Fonte: Scenari Economici. Qui l'Articolo.
P.S.
L'UNICA RISERVA CHE DOBBIAMO AVERE E' SOLO ED ESCLUSIVAMENTE SU QUALITÀ E CARATTERISTICHE TECNICHE CHE I MEZZI DEBBONO AVERE PER SODDISFARE LE NOSTRE NECESSITA'.
www.studiostampa.com
Aggiornamenti e News
sabato 21 febbraio 2015
Con Aerei e Navi Nuove RISPARMIAMO !
La guerra dei poveri tra Fitto e Alfano
Secondo un sondaggio il ribelle azzurro da solo vale più di Ncd. Ma fuori da Forza Italia non conterebbe più nulla.
Roma - Scissione? No, grazie. Purtroppo per Matteo Renzi o per Silvio Berlusconi, la speranza di liberarsi dei vocianti contestatori interni, quelli sempre pronti ad agguantare un microfono o monopolizzare una telecamera per dire peste e corna del proprio partito, del suo leader, della sua linea di governo o di opposizione e per denunciare - in tournée da uno studio televisivo all'altro - emarginazioni, persecuzioni, repressioni, morti della democrazia, stragi della legalità interna e feroci censure; ecco: quella speranza si fa sempre più fievole.
RISPETTO PER FITTO. Come nella Lega non riesco a capire certi protagonismi di chi critica Salvini, in Forza Italia trovo assurda la criminalizzazione di Fitto, colpevole di aver rimproverato un'alleanza innaturale con la sinistra. Di certo un centrodestra con Alfano e Passera io non lo voto.
Anche perché dove starebbe 'sta destra poi ?
Italiano muore combattendo per l’Isis
Ucciso in Siria da una donna-cecchino curda. Su internet le condoglianze del Califfato
La morte risalirebbe al 3 febbraio scorso e ad ucciderlo sarebbe stata una donna combattente curda. È giallo sulla sorte di un presunto «foreign fighter» italiano arruolato tra le fila dell’Isis e ucciso ad inizio mese a Kobane, in Siria. La notizia è circolata sui social network ad opera di appartenenti allo Stato islamico.
L’uomo, sempre secondo i terroristi, sarebbe un italiano di origini francesi proveniente da Venezia. Abo'u Izat al-Islam, questo il nome scelto dal combattente per l’arruolamento tra i miliziani del Califfato, avvenuto circa due mesi prima che fosse ucciso. La notizia della morte, inoltre, è stata data anche sui profili Twitter di alcuni peshmerga. Tra i terroristi islamici, invece, qualcuno commenta amaro: «Hanno ucciso il fratello italiano Abo'u Izat al-Islam, ucciso da un cecchino curdo. È finita la pasta al dente». Il presunto combattente italiano, di cui viene anche postata in Rete una foto che lo ritrae sorridente e armato di khalashnikov, al momento non comparirebbe nella lista dei foreign fighters partiti dall’Italia.
Intanto il Libia la situazione si è aggravata. Ieri militanti dello Stato islamico hanno rivendicato gli attacchi con autobombe avvenuti nella città di Qubbah, in cui hanno perso la vita quaranta persone e altre settanta sono rimaste ferite. Nella rivendicazione, fatta su social media e firmata dallo «Stato islamico provincia di Cirenaica», i militanti spiegano che è la «vendetta per lo spargimento del sangue di musulmani nella città di Derna». Il riferimento è ai raid aerei lanciati lunedì dalle forze aeree egiziane. Un secondo attentato all’oleodotto di Sarir, nel sud della Libia, sarebbe invece stato sventato dalle guardie preposte alla sicurezza degli impianti petroliferi che hanno individuato un ordigno a sei chilometri di distanza dal sito. Proprio il petrolio sarebbe al centro degli interessi dell’Isis. Secondo l’incaricato d’affari libico a Roma Azzedin al-Awami i jihadisti, come accaduto già in Siria e Iraq, stanno tentando di «mettere le mani» sui pozzi di petrolio della Libia per finanziare le loro attività terroristiche. «Per questo il governo (di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale, ndr) - ha aggiunto - chiede alla comunità internazionale di revocare l’embargo sulla vendita di armi alla Libia in modo da permettere al governo di difendere i campi petroliferi e sconfiggere il terrorismo». Finora, nelle mani dell’Isis non ci sarebero pozzi petroliferi, ma soltanto il porto di al-Zawiya. Mentre tutti i pozzi dell’ovest del paese, ovvero dai campi di Ras al-Lanuf fino al confine con l’Egitto, sono sotto il controllo del governo con sede a Tobruk. Per quanto riguarda la nascita a breve di un governo di unità nazionale, l’incaricato d’affari libico a Roma sostiene che ci sono «meno del 50% di possibilità». «Noi del governo di Tobruk vorremmo veramente la conciliazione nazionale in Libia, ma per fare questo c'è bisogno di un lungo periodo», ha affermato al-Awami, aggiungendo che il dialogo tra le fazioni ha davanti a sé ancora «un lungo percorso». Sulla situazione di Sirte al-Awami ha confermato che «è sotto il Califfato», mentre ha smentito le notizie circolate su un intervento delle milizie di Misurata. A questo punto, secondo Clint Eastwood , «forse era meglio tenersi Saddam Hussein e Muammar Gheddafi». Per il regista americano di «American sniper», in un'intervista al magazine tedesco Focus, «continuiamo a cercare di insegnare la democrazia alle altre culture, ma in alcuni casi serve un dittatore perchè le cose funzionino».
Francesca Musacchio - IL TEMPO
www.studiostampa.com
La morte risalirebbe al 3 febbraio scorso e ad ucciderlo sarebbe stata una donna combattente curda. È giallo sulla sorte di un presunto «foreign fighter» italiano arruolato tra le fila dell’Isis e ucciso ad inizio mese a Kobane, in Siria. La notizia è circolata sui social network ad opera di appartenenti allo Stato islamico.
L’uomo, sempre secondo i terroristi, sarebbe un italiano di origini francesi proveniente da Venezia. Abo'u Izat al-Islam, questo il nome scelto dal combattente per l’arruolamento tra i miliziani del Califfato, avvenuto circa due mesi prima che fosse ucciso. La notizia della morte, inoltre, è stata data anche sui profili Twitter di alcuni peshmerga. Tra i terroristi islamici, invece, qualcuno commenta amaro: «Hanno ucciso il fratello italiano Abo'u Izat al-Islam, ucciso da un cecchino curdo. È finita la pasta al dente». Il presunto combattente italiano, di cui viene anche postata in Rete una foto che lo ritrae sorridente e armato di khalashnikov, al momento non comparirebbe nella lista dei foreign fighters partiti dall’Italia.
Intanto il Libia la situazione si è aggravata. Ieri militanti dello Stato islamico hanno rivendicato gli attacchi con autobombe avvenuti nella città di Qubbah, in cui hanno perso la vita quaranta persone e altre settanta sono rimaste ferite. Nella rivendicazione, fatta su social media e firmata dallo «Stato islamico provincia di Cirenaica», i militanti spiegano che è la «vendetta per lo spargimento del sangue di musulmani nella città di Derna». Il riferimento è ai raid aerei lanciati lunedì dalle forze aeree egiziane. Un secondo attentato all’oleodotto di Sarir, nel sud della Libia, sarebbe invece stato sventato dalle guardie preposte alla sicurezza degli impianti petroliferi che hanno individuato un ordigno a sei chilometri di distanza dal sito. Proprio il petrolio sarebbe al centro degli interessi dell’Isis. Secondo l’incaricato d’affari libico a Roma Azzedin al-Awami i jihadisti, come accaduto già in Siria e Iraq, stanno tentando di «mettere le mani» sui pozzi di petrolio della Libia per finanziare le loro attività terroristiche. «Per questo il governo (di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale, ndr) - ha aggiunto - chiede alla comunità internazionale di revocare l’embargo sulla vendita di armi alla Libia in modo da permettere al governo di difendere i campi petroliferi e sconfiggere il terrorismo». Finora, nelle mani dell’Isis non ci sarebero pozzi petroliferi, ma soltanto il porto di al-Zawiya. Mentre tutti i pozzi dell’ovest del paese, ovvero dai campi di Ras al-Lanuf fino al confine con l’Egitto, sono sotto il controllo del governo con sede a Tobruk. Per quanto riguarda la nascita a breve di un governo di unità nazionale, l’incaricato d’affari libico a Roma sostiene che ci sono «meno del 50% di possibilità». «Noi del governo di Tobruk vorremmo veramente la conciliazione nazionale in Libia, ma per fare questo c'è bisogno di un lungo periodo», ha affermato al-Awami, aggiungendo che il dialogo tra le fazioni ha davanti a sé ancora «un lungo percorso». Sulla situazione di Sirte al-Awami ha confermato che «è sotto il Califfato», mentre ha smentito le notizie circolate su un intervento delle milizie di Misurata. A questo punto, secondo Clint Eastwood , «forse era meglio tenersi Saddam Hussein e Muammar Gheddafi». Per il regista americano di «American sniper», in un'intervista al magazine tedesco Focus, «continuiamo a cercare di insegnare la democrazia alle altre culture, ma in alcuni casi serve un dittatore perchè le cose funzionino».
Francesca Musacchio - IL TEMPO
www.studiostampa.com
A PROPOSITO DI "HOOLIGANS" OLANDESI
Noi laziali rastrellati nell’inferno di Varsavia.
di Alessandro Vinci, tifoso laziale, 22 anni arrestato a Varsavia.
Rabbia, dolore, senso d’ingiustizia. Sono questi i sentimenti che provo mentre leggo i quotidiani e guardo in televisione le immagini di Roma messa a ferro e fuoco da un’orda di delinquenti. Ubriachi di alcool e di violenza. Senza morale, senza coscienza. E il cuore inizia a pulsare più forte, con la mente che ritrova e riapre alcuni cassetti della memoria che speravo sepolti sotto la polvere del tempo.
Quelli con i quali, comincio ad esserne certo, dovrò convivere per la vita. Così, mentre scorrono sullo schermo come un film le barbarie che gli hooligans olandesi stanno mettendo in atto nella nostra città, la mia testa torna istintivamente, direttamente, dolorosamente, a Varsavia. Eccoci in strada, con sciarpe e bandiere, felici di seguire ancora per il mondo la nostra squadra del cuore. Siamo tanti davanti all’Hard Rock Café.
Partiamo tranquillamente in direzione dello stadio, inconsapevoli di ciò che sta per accaderci. Dell’inferno che ci hanno riservato in Polonia. All’improvviso ci circondano, ci buttano in terra, non si capisce più niente. Non sono i tifosi del Legia, ma gli agenti della polizia locale in tenuta anti-sommossa.
Perdo l’orientamento, cosa sta accadendo? Vedo manganelli ovunque, scudi e lacrimogeni. Chi ce la fa scappa, tutti corrono cercando di eludere i blocchi delle forze dell’ordine. Io e tanti altri veniamo rastrellati in strada e caricati a forza su delle camionette precedentemente posizionate in una stradina laterale.
A questo punto, mentre tutto è confuso, una cosa è invece chiarissima. Siamo vittime di un agguato preparato nei minimi dettagli. È l’inizio dell’incubo. Dei processi sommari ed in una lingua a noi incomprensibile, delle ammissioni di colpa estorte con l’inganno, del cibo razionato e dell’acqua quasi assente. Molti di noi, nonostante le famiglie siano disponibili a versare la cauzione, restano dietro le sbarre del carcere di Bialoleka per settimane. Umiliati, derisi, chiamati mafiosi dalle guardie. Per tutti arriva anche il Daspo di due anni per le manifestazioni sportive in Polonia. Ultimo souvenir da mettere nella valigia di una trasferta inimmaginabile. Ora basta.
Mi scuoto, ripongo negli angoli più remoti della psiche il passato. E la realtà mi travolge. Penso alla mia città, parte di un’Europa unita solo nelle stanze di Bruxelles, con leggi e relative applicazioni diverse ed inique, costretta a subire l’ennesima violenza. Vorrei chiudere gli occhi ma non posso. E la rabbia sale.
Fabio Sabbatani Schiuma - Segretario Nazionale di Riva Destra
www.studiostampa.com
di Alessandro Vinci, tifoso laziale, 22 anni arrestato a Varsavia.
Rabbia, dolore, senso d’ingiustizia. Sono questi i sentimenti che provo mentre leggo i quotidiani e guardo in televisione le immagini di Roma messa a ferro e fuoco da un’orda di delinquenti. Ubriachi di alcool e di violenza. Senza morale, senza coscienza. E il cuore inizia a pulsare più forte, con la mente che ritrova e riapre alcuni cassetti della memoria che speravo sepolti sotto la polvere del tempo.
Quelli con i quali, comincio ad esserne certo, dovrò convivere per la vita. Così, mentre scorrono sullo schermo come un film le barbarie che gli hooligans olandesi stanno mettendo in atto nella nostra città, la mia testa torna istintivamente, direttamente, dolorosamente, a Varsavia. Eccoci in strada, con sciarpe e bandiere, felici di seguire ancora per il mondo la nostra squadra del cuore. Siamo tanti davanti all’Hard Rock Café.
Partiamo tranquillamente in direzione dello stadio, inconsapevoli di ciò che sta per accaderci. Dell’inferno che ci hanno riservato in Polonia. All’improvviso ci circondano, ci buttano in terra, non si capisce più niente. Non sono i tifosi del Legia, ma gli agenti della polizia locale in tenuta anti-sommossa.
Perdo l’orientamento, cosa sta accadendo? Vedo manganelli ovunque, scudi e lacrimogeni. Chi ce la fa scappa, tutti corrono cercando di eludere i blocchi delle forze dell’ordine. Io e tanti altri veniamo rastrellati in strada e caricati a forza su delle camionette precedentemente posizionate in una stradina laterale.
A questo punto, mentre tutto è confuso, una cosa è invece chiarissima. Siamo vittime di un agguato preparato nei minimi dettagli. È l’inizio dell’incubo. Dei processi sommari ed in una lingua a noi incomprensibile, delle ammissioni di colpa estorte con l’inganno, del cibo razionato e dell’acqua quasi assente. Molti di noi, nonostante le famiglie siano disponibili a versare la cauzione, restano dietro le sbarre del carcere di Bialoleka per settimane. Umiliati, derisi, chiamati mafiosi dalle guardie. Per tutti arriva anche il Daspo di due anni per le manifestazioni sportive in Polonia. Ultimo souvenir da mettere nella valigia di una trasferta inimmaginabile. Ora basta.
Mi scuoto, ripongo negli angoli più remoti della psiche il passato. E la realtà mi travolge. Penso alla mia città, parte di un’Europa unita solo nelle stanze di Bruxelles, con leggi e relative applicazioni diverse ed inique, costretta a subire l’ennesima violenza. Vorrei chiudere gli occhi ma non posso. E la rabbia sale.
Fabio Sabbatani Schiuma - Segretario Nazionale di Riva Destra
www.studiostampa.com
Santori e Schiuma ci saranno «Il 28 in piazza con Matteo».
Etichette:
Difendiamo l'Italia,
Lega,
Manifestazione,
Riva Destra,
Salvini,
Santori,
Schiuma
venerdì 20 febbraio 2015
SU FACEBOOK SCRIVONO CHE :"DOBBIAMO RINGRAZIARE IL PDL".
RISPONDO !
NO E POI ANCORA NO. DOBBIAMO RINGRAZIARE CHI CONTINUA A CERCARE DI INDIVIDUARE SE IL FARABUTTO DI TURNO SIA DI DESTRA O DI SINISTRA. LA POLITICA NON ESISTE PIÙ DA ANNI, SE NON NELLA TESTA DEI POVERI CITTADINI. UNA CASTA DI LADRI CONTINUA A FARE I PROPRI PORCI COMODI RIDENDO DEGLI ITALIANI CHE PASSANO IL TEMPO A LITIGARE TRA LORO DICENDO SE E' COLPA DI BERLUSCONI O COLPA DEI PARTITI AL GOVERNO. I LADRI NON HANNO COLORE, SONO FARABUTTI E BASTA. ABBIAMO UN GOVERNO CHE FA LA CONTA DI QUANTI INDAGATI HA E I GIORNALI SCRIVONO DI TROIE. GLI ITALIANI MERITANO DI MORIRE DI FAME IN UNA NAZIONE LETAMAIO CHE, SENZA UNA SOLUZIONE DRASTICA, A BREVE SARA' COMPLETAMENTE PRIVA DI SERVIZI, PENSIONI, SANITÀ, MANUTENZIONE E SICUREZZA !
GIANCARLO BERTOLLINI
www.studiostampa.com
NO E POI ANCORA NO. DOBBIAMO RINGRAZIARE CHI CONTINUA A CERCARE DI INDIVIDUARE SE IL FARABUTTO DI TURNO SIA DI DESTRA O DI SINISTRA. LA POLITICA NON ESISTE PIÙ DA ANNI, SE NON NELLA TESTA DEI POVERI CITTADINI. UNA CASTA DI LADRI CONTINUA A FARE I PROPRI PORCI COMODI RIDENDO DEGLI ITALIANI CHE PASSANO IL TEMPO A LITIGARE TRA LORO DICENDO SE E' COLPA DI BERLUSCONI O COLPA DEI PARTITI AL GOVERNO. I LADRI NON HANNO COLORE, SONO FARABUTTI E BASTA. ABBIAMO UN GOVERNO CHE FA LA CONTA DI QUANTI INDAGATI HA E I GIORNALI SCRIVONO DI TROIE. GLI ITALIANI MERITANO DI MORIRE DI FAME IN UNA NAZIONE LETAMAIO CHE, SENZA UNA SOLUZIONE DRASTICA, A BREVE SARA' COMPLETAMENTE PRIVA DI SERVIZI, PENSIONI, SANITÀ, MANUTENZIONE E SICUREZZA !
GIANCARLO BERTOLLINI
www.studiostampa.com
Roma-Feyenoord, Bruzzone: “Italia ha paura di mostrare i denti. Poliziotti ridotti ad ombre, come reagire”.
Una furia. Mai avevamo sentito Roberta Bruzzone così alterata. La sua è una difesa nei confronti delle Forze dell’Ordine “terrorizzate dalle conseguenze di fare bene il proprio lavoro”. La nota criminologa invoca la certezza della pena e “soprattutto la sua rapidità” nell'intervista a IntelligoNews, nella quale auspica che dopo gli incidenti di ieri a Roma si inizi a dare qualche segnale forte…
Come definisce il tipo di criminalità visto ieri a Roma e chi deve pagare per quanto accaduto?
«Un gruppetto di squilibrati di infima categoria che ha ferito Roma nei suoi luoghi più preziosi. Si immagini cosa può fare un gruppo di soggetti anche malamente organizzati. Chi sbaglia deve cominciare a pagare senza se e senza ma…».
Ancora una volta nel mirino finisce la certezza della pena?
«La certezza della pena e soprattutto la sua rapidità. È come se un genitore dicesse a un figlio che deve pagare per l’oggetto che ha rotto, ma la punizione arriverà dopo sei anni. Se l’oggetto lo hai rotto oggi ti punisco subito, altrimenti che tipo di deterrente è?».
La città non è stata difesa in modo adeguato?
«Dobbiamo alzare la guardia cari signori, è ora di finirla. L’Italia non deve essere il Paese in cui ognuno può fare ciò che gli pare, bisogna cominciare a dare qualche segnale forte.
Il problema è anche legato ai tagli che hanno subito le Forze dell’Ordine?
«Dobbiamo capire cosa vogliamo fare da grandi. La coperta è corta, ma se vogliamo sicurezza dobbiamo investire altrimenti poi non possiamo lamentarci. Le nozze con i fichi secchi non si possono fare, chiaro? Quello che ci hanno fatto credere non va bene, occorre una revisione del Paese che sia scevra da logiche populistiche».
Ieri sera Renzi ha detto che è il Feyenoord a dover chiedere scusa…
«Non è un problema di scuse da parte dell’Olanda, questo è un gruppo di imbecilli che sono riusciti a fare ciò che volevano in totale autonomia e libertà. Il problema è che l’Italia deve essere in grado di prendere subito a calci in culo gente di questo tipo! Abbia pazienza…».
Qual è allora il vero problema di questo Paese?
«L’avere paura di mostrare i denti. L’Italia non è in grado di reagire nella giusta misura davanti a situazioni di questo genere e anche più gravi. Noi ci facciamo letteralmente fare a pezzi dai primi imbecilli che vengono. Che speranze abbiamo se venissero quattro soggetti anche malamente addestrati? Questo è il punto».
Inizia intanto la pratica dello scaricarsi a vicenda le responsabilità. Chi ha sbagliato: il Campidoglio, la Prefettura, il Viminale?
«C’è una responsabilità diffusa perché ci sono delle direttive che non consentono agli ottimi operatori di Polizia che abbiamo, e ci tengo a ribadire questo concetto, di fare il loro mestiere perché ormai sono tutti terrorizzati dalla conseguenze di fare bene il proprio lavoro.
Siamo arrivati a questo punto. Alla fine dei giochi per un arresto fatto in maniera energica i poliziotti rischiano di andare davanti ai giudici. Se vogliamo difendere i delinquenti basta essere chiari e poi non lamentarsi quando accadono fatti come quelli di ieri. Abbiamo ridotto gli operatori di Polizia ad ombre di quello che erano».
Non è sufficiente il Daspo…
«Ma quale Daspo! Questo è il Paese dove la peggiore feccia d’Europa viene nella consapevolezza di poter fare quello che le pare perché alle brutte, anche se arrestata, dopo un paio di giorni potrebbe essere già fuori».
Questa volta non si può neanche tirare in ballo il fattore sorpresa visto quanto accaduto circa dodici ore prima a Campo de’ Fiori…
«Ancora stiamo a giocare con la prevedibilità? Si sa benissimo che un gruppo di tifoserie di questo tipo può portare guai, ma cosa aspettiamo la domanda in carta bollata?».
Fonte: IntelligoNews
www.studiostampa.com
Come definisce il tipo di criminalità visto ieri a Roma e chi deve pagare per quanto accaduto?
«Un gruppetto di squilibrati di infima categoria che ha ferito Roma nei suoi luoghi più preziosi. Si immagini cosa può fare un gruppo di soggetti anche malamente organizzati. Chi sbaglia deve cominciare a pagare senza se e senza ma…».
Ancora una volta nel mirino finisce la certezza della pena?
«La certezza della pena e soprattutto la sua rapidità. È come se un genitore dicesse a un figlio che deve pagare per l’oggetto che ha rotto, ma la punizione arriverà dopo sei anni. Se l’oggetto lo hai rotto oggi ti punisco subito, altrimenti che tipo di deterrente è?».
La città non è stata difesa in modo adeguato?
«Dobbiamo alzare la guardia cari signori, è ora di finirla. L’Italia non deve essere il Paese in cui ognuno può fare ciò che gli pare, bisogna cominciare a dare qualche segnale forte.
Il problema è anche legato ai tagli che hanno subito le Forze dell’Ordine?
«Dobbiamo capire cosa vogliamo fare da grandi. La coperta è corta, ma se vogliamo sicurezza dobbiamo investire altrimenti poi non possiamo lamentarci. Le nozze con i fichi secchi non si possono fare, chiaro? Quello che ci hanno fatto credere non va bene, occorre una revisione del Paese che sia scevra da logiche populistiche».
Ieri sera Renzi ha detto che è il Feyenoord a dover chiedere scusa…
«Non è un problema di scuse da parte dell’Olanda, questo è un gruppo di imbecilli che sono riusciti a fare ciò che volevano in totale autonomia e libertà. Il problema è che l’Italia deve essere in grado di prendere subito a calci in culo gente di questo tipo! Abbia pazienza…».
Qual è allora il vero problema di questo Paese?
«L’avere paura di mostrare i denti. L’Italia non è in grado di reagire nella giusta misura davanti a situazioni di questo genere e anche più gravi. Noi ci facciamo letteralmente fare a pezzi dai primi imbecilli che vengono. Che speranze abbiamo se venissero quattro soggetti anche malamente addestrati? Questo è il punto».
Inizia intanto la pratica dello scaricarsi a vicenda le responsabilità. Chi ha sbagliato: il Campidoglio, la Prefettura, il Viminale?
«C’è una responsabilità diffusa perché ci sono delle direttive che non consentono agli ottimi operatori di Polizia che abbiamo, e ci tengo a ribadire questo concetto, di fare il loro mestiere perché ormai sono tutti terrorizzati dalla conseguenze di fare bene il proprio lavoro.
Siamo arrivati a questo punto. Alla fine dei giochi per un arresto fatto in maniera energica i poliziotti rischiano di andare davanti ai giudici. Se vogliamo difendere i delinquenti basta essere chiari e poi non lamentarsi quando accadono fatti come quelli di ieri. Abbiamo ridotto gli operatori di Polizia ad ombre di quello che erano».
Non è sufficiente il Daspo…
«Ma quale Daspo! Questo è il Paese dove la peggiore feccia d’Europa viene nella consapevolezza di poter fare quello che le pare perché alle brutte, anche se arrestata, dopo un paio di giorni potrebbe essere già fuori».
Questa volta non si può neanche tirare in ballo il fattore sorpresa visto quanto accaduto circa dodici ore prima a Campo de’ Fiori…
«Ancora stiamo a giocare con la prevedibilità? Si sa benissimo che un gruppo di tifoserie di questo tipo può portare guai, ma cosa aspettiamo la domanda in carta bollata?».
Fonte: IntelligoNews
www.studiostampa.com
Iscriviti a:
Post (Atom)