Aggiornamenti e News
lunedì 21 dicembre 2015
Che il Natale ci dia la forza di continuare a lottare !
venerdì 18 dicembre 2015
DA NON CREDERE: FORZA ITALIA NON HA VOTATO LA SFIDUCIA AL MINISTRO BOSCHI. Hanno preferito uscire dall'aula in modo vigliacco e tradendo gli accordi presi con chi fa davvero opposizione a questo governo infame. Spero sia chiaro ai tanti simpatizzanti e militanti di FI che sono mal rappresentati e che l'unica strada si chiama Lega e Noi con Salvini.
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Schiuma
Nominato il 7 dicembre il Coordinatore di Riva Destra per Barletta-Andria Trani: Tommaso Monterisi.
Rinnoviamo gli Auguri di Buon Lavoro al Coordinatore di Riva Destra per Barletta-Andria Trani:
Tommaso Monterisi
Qui la presentazione su:
"IL GIORNALE DI TRANI"
www.studiostampa.com
Tommaso Monterisi
Qui la presentazione su:
"IL GIORNALE DI TRANI"
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Il Senatore Centinaio illustra il Movimento 5 Stalle !
mercoledì 16 dicembre 2015
COORDINAMENTO CALABRIA "RIVA DESTRA".
Comunicato Stampa
COSENZA: Via al Coordinamento Provinciale.
Continua la nuova fase per il Movimento “RIVA DESTRA” in Calabria con l’organizzazione del Coordinamento provinciale, organismo inclusivo con il compito di organizzare la struttura del movimento sul territorio, e soprattutto il punto di riferimento politico nella realtà locale. "Il Movimento RIVA DESTRA ufficializza cosi’ il Coordinamento Provinciale di Cosenza: eletto all'unanimità on line dal direttivo nazionale l’avv. Pasqualino Gallo.
Nell’opera di organizzazione interna propedeutica al radicamento nel territorio conterà in maniera significativa l’apporto che porterà l’avv. Gallo stimatissimo professionista, questo nella nota congiunta di Francesco Stinà, Coordinatore Regionale del movimento “RIVA DESTRA” e del SEGRETARIO NAZIONALE FABIO SABBATANI SCHIUMA.
-Il tutto nel convincimento delle riconosciute capacità professionali e delle doti umane, ritenuto «perfetto referente, in totale sintonia con i principi ed il modus operandi del movimento».
-ancora-
Questo perché è necessario ripartire dai principi, dalle idee che possano governare in maniera chiara e solidale la crescita economica e i rapporti tra i cittadini. Una situazione che offre al nostro movimento un’opportunità unica. I valori, i principi hanno sempre rappresentato la nostra caratteristica, ciò che ci ha distinto e sistematicamente tenuto lontano rispetto a lobby e potentati vari. Sventoliamo la bandiera del bene comune, dell’interesse collettivo, a partire da un modello di produzione che tuteli le esigenze dei lavoratori .
La nostra scommessa è quella di innervare con la nostra serietà, con la nostra idea di politica come servizio, lo schieramento di destra, che deve abbandonare le litigiosità interne e indirizzare il proprio consenso per governare la crescita dell’Italia. L’incarico a Gallo rientra in questa strategia. Auguriamo un buon lavoro, certi che la destra autentica, di cui andare orgogliosi, sarà presto realtà».
VIBO VALENTIA 16.12.2015 FABIO SABBATANI SCHIUMA
SEGRETARIO NAZIONALE “RIVA DESTRA”
FRANCESCO STINA’
COORDINATORE REGIONALE CALABRIA
www.studiostampa.com
COSENZA: Via al Coordinamento Provinciale.
Continua la nuova fase per il Movimento “RIVA DESTRA” in Calabria con l’organizzazione del Coordinamento provinciale, organismo inclusivo con il compito di organizzare la struttura del movimento sul territorio, e soprattutto il punto di riferimento politico nella realtà locale. "Il Movimento RIVA DESTRA ufficializza cosi’ il Coordinamento Provinciale di Cosenza: eletto all'unanimità on line dal direttivo nazionale l’avv. Pasqualino Gallo.
Nell’opera di organizzazione interna propedeutica al radicamento nel territorio conterà in maniera significativa l’apporto che porterà l’avv. Gallo stimatissimo professionista, questo nella nota congiunta di Francesco Stinà, Coordinatore Regionale del movimento “RIVA DESTRA” e del SEGRETARIO NAZIONALE FABIO SABBATANI SCHIUMA.
-Il tutto nel convincimento delle riconosciute capacità professionali e delle doti umane, ritenuto «perfetto referente, in totale sintonia con i principi ed il modus operandi del movimento».
-ancora-
Questo perché è necessario ripartire dai principi, dalle idee che possano governare in maniera chiara e solidale la crescita economica e i rapporti tra i cittadini. Una situazione che offre al nostro movimento un’opportunità unica. I valori, i principi hanno sempre rappresentato la nostra caratteristica, ciò che ci ha distinto e sistematicamente tenuto lontano rispetto a lobby e potentati vari. Sventoliamo la bandiera del bene comune, dell’interesse collettivo, a partire da un modello di produzione che tuteli le esigenze dei lavoratori .
La nostra scommessa è quella di innervare con la nostra serietà, con la nostra idea di politica come servizio, lo schieramento di destra, che deve abbandonare le litigiosità interne e indirizzare il proprio consenso per governare la crescita dell’Italia. L’incarico a Gallo rientra in questa strategia. Auguriamo un buon lavoro, certi che la destra autentica, di cui andare orgogliosi, sarà presto realtà».
VIBO VALENTIA 16.12.2015 FABIO SABBATANI SCHIUMA
SEGRETARIO NAZIONALE “RIVA DESTRA”
FRANCESCO STINA’
COORDINATORE REGIONALE CALABRIA
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martedì 15 dicembre 2015
Cari Amici una bella notizia. Alessio Morello, giovanissimo consigliere comunale di Sommatino in provincia di Caltanissetta, ha aderito a Riva Destra. Al nostro neo consigliere un caloroso benvenuto ed un forte augurio di buon lavoro, attraverso il ricorso ai migliori auspici, da parte del nostro Segretario Nazionale e da tutti noi.
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SULLE BANCHE LE MANETTE NON SCATTANO. PERCHÉ I PM SONO DIVENTATI COSI' BUONI?
Nella storiaccia delle banche fallite dopo aver ingoiato i risparmi di migliaia di cittadini c’è un punto che non quadra.
Qualcuno ha truffato. Qualcuno ha estorto.
Tuttavia, ed è qui l’incredibile, nessuno è in galera.
Non ancora almeno. Fatto, a pensarci, che è clamoroso in se. Proprio perché siamo in Italia.
Perché da noi l’obbligatorietà dell’azione penale è un totem. E con essa, la carcerazione preventiva, ove i reati la prevedano. Una certezza assoluta. Che ha reso celebri e celebrati tanti Pm. In un’Italia in cui non c’è null'altro di certo. Neppure il risparmio, a meno che non lo si nasconda dentro al materasso. L’azione penale sì che è certa. E scatta alla sola notizia di reato. Così come scattano le manette. Da Bressanone a Lampedusa. Non si sfugge. Se un Pm o un sostituto, un aggiunto o un Procuratore propriamente detto viene a conoscenza di un’ipotesi di reato, scatta l’indagine. L’inchiesta prende il largo. Si apre un fascicolo. Ma, soprattutto, nel men che non si dica, per qualcuno si aprono le porte del carcere. Preventivamente. Perché l’indagato non possa inquinare, reiterare, scappare. Carcerazione preventiva. Un istituto che gli anglosassoni guardano con un misto di sospetto e orrore, ma che da noi ha i suoi esegeti, le sue motivazioni e persino i suoi perché. Ed è appunto un perché quello che ci frulla in mente da qualche giorno. Perché nessun dirigente di una di quelle Banche, nessun consigliere d’amministrazione, nessun presidente, nessun amministratore delegato degli istituti di Credito che hanno messo sul lastrico migliaia di risparmiatori italiani è finito in galera? Possiamo leggere sui giornali ricostruzioni di fatti e misfatti, di attività che nulla hanno a che fare con il credito e il risparmio, di vere e proprie truffe quando non di palesi estorsioni perpetrate ai danni di cittadini magari sempliciotti, ma pur sempre cittadini. Possiamo indignarci e persino preoccuparci, ma nessun Pm pare voglia, in questo caso, far scattare le manette. Nessuna Procura che, per intanto, ordini una raffica di arresti tra i responsabili delle suddette banche: con tanto di telecamere dispiegate, telegiornali e tutto il contorno. Giusto per evitare inquinamenti delle prove o fughe. No, in questo caso pare di no. Pare che i dirigenti degli istituti che hanno prodotto tali danni e tali sofferenze possano tranquillamente attendere a casa, con i propri cari, eventuali sviluppi delle inchieste in corso. Strano, eh? In Italia si va in galera con una semplice ipotesi accusatoria, per una telefonata trascritta, per aver segnalato qualcuno, per aver conosciuto qualcun altro. Ma stavolta, no. Stavolta per l’ipotesi di truffa bancaria ai danni di migliaia di cittadini che, tra l’altro, ha già comportato il suicidio di un pensionato, il carcere preventivo non c’è. Perché?
Fabio Sabbatani Schiuma
www.studiostampa.com
Qualcuno ha truffato. Qualcuno ha estorto.
Tuttavia, ed è qui l’incredibile, nessuno è in galera.
Non ancora almeno. Fatto, a pensarci, che è clamoroso in se. Proprio perché siamo in Italia.
Perché da noi l’obbligatorietà dell’azione penale è un totem. E con essa, la carcerazione preventiva, ove i reati la prevedano. Una certezza assoluta. Che ha reso celebri e celebrati tanti Pm. In un’Italia in cui non c’è null'altro di certo. Neppure il risparmio, a meno che non lo si nasconda dentro al materasso. L’azione penale sì che è certa. E scatta alla sola notizia di reato. Così come scattano le manette. Da Bressanone a Lampedusa. Non si sfugge. Se un Pm o un sostituto, un aggiunto o un Procuratore propriamente detto viene a conoscenza di un’ipotesi di reato, scatta l’indagine. L’inchiesta prende il largo. Si apre un fascicolo. Ma, soprattutto, nel men che non si dica, per qualcuno si aprono le porte del carcere. Preventivamente. Perché l’indagato non possa inquinare, reiterare, scappare. Carcerazione preventiva. Un istituto che gli anglosassoni guardano con un misto di sospetto e orrore, ma che da noi ha i suoi esegeti, le sue motivazioni e persino i suoi perché. Ed è appunto un perché quello che ci frulla in mente da qualche giorno. Perché nessun dirigente di una di quelle Banche, nessun consigliere d’amministrazione, nessun presidente, nessun amministratore delegato degli istituti di Credito che hanno messo sul lastrico migliaia di risparmiatori italiani è finito in galera? Possiamo leggere sui giornali ricostruzioni di fatti e misfatti, di attività che nulla hanno a che fare con il credito e il risparmio, di vere e proprie truffe quando non di palesi estorsioni perpetrate ai danni di cittadini magari sempliciotti, ma pur sempre cittadini. Possiamo indignarci e persino preoccuparci, ma nessun Pm pare voglia, in questo caso, far scattare le manette. Nessuna Procura che, per intanto, ordini una raffica di arresti tra i responsabili delle suddette banche: con tanto di telecamere dispiegate, telegiornali e tutto il contorno. Giusto per evitare inquinamenti delle prove o fughe. No, in questo caso pare di no. Pare che i dirigenti degli istituti che hanno prodotto tali danni e tali sofferenze possano tranquillamente attendere a casa, con i propri cari, eventuali sviluppi delle inchieste in corso. Strano, eh? In Italia si va in galera con una semplice ipotesi accusatoria, per una telefonata trascritta, per aver segnalato qualcuno, per aver conosciuto qualcun altro. Ma stavolta, no. Stavolta per l’ipotesi di truffa bancaria ai danni di migliaia di cittadini che, tra l’altro, ha già comportato il suicidio di un pensionato, il carcere preventivo non c’è. Perché?
Fabio Sabbatani Schiuma
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