”In Sila la neve abbonda e con regolarità’ si pratica lo Sci nella località di Camigliatello Silano e negli impianti di Palumbo Sila, e questo è un fattore positivo per l’economia turistica, ma gli impianti di Lorica restano chiusi agli appassionati perché dopo trent’anni sono stati dichiarati obsoleti “, dichiara il responsabile calabrese degli enti locali di Riva Destra Vincenzo Caravona” Una Località quella di Lorica ” prosegue Caravona ” posta a quasi 1300 metri dal livello del mare con un panorama mozzafiato che include la fiabesca presenza del bacino dell’Arvo e quella pista, detta – Valle dell’Inferno – che in tempi remoti ha visto lo svolgimento di competizioni nazionali di fondo. La pista di Botte Donato resta impercorribile a causa della mancanza di manutenzione. Bisogna adattarsi a praticare lo Sci di fondo che e’ in realta’ poco esaltante per gli amanti del genere, ma in mancanza d’altro si fa’ di necessita virtù ! Le opere di ammodernamento sono gia’ state finanziate ma come in altri casi (vedasi i liquami fognari sversati nelle coste tirreniche nei periodi estivi) il passo inerte della Regione Calabria ha fatto la differenza venendo sopraffatta dalla macchina burocratica ed impedendo cosi’ quel riscontro economico della nostra terra che ha come filo conduttore il turismo…” conclude Caravona attaccando ” non lamentiamoci dunque se ad ogni complicanza vi e’ una causa, quello che ci fa’ rabbia e’ proprio la questione di non voler crescere e svilupparsi ,scriveva il poeta Eugenio Montale : ” Spesso il male di vivere ho incontrato ! ” ma a lungo andare questo ” male di vivere” diventa stancante “.
( Vincenzo Caravona, Responsabile Enti Locali -Riva Destra Coordinamento Calabria- )
Fonte: A TUTTA DESTRA
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Aggiornamenti e News
lunedì 12 febbraio 2018
Riva Destra sui campi sciistici di Lorica chiusi perché obsoleti.
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Mercati rionali di Roma K.O. IL colpo mortale i minimarket "bangla" e gli abusivi.
“M5S incapace anche di scrivere un bando di gara”. L'intervento
di Fabio Sabbatani Schiuma
La crisi dei mercati rionali romani inizia già dai tempi di Rutelli.
La grande distribuzione ha assestato da allora un colpo durissimo al settore, complice l'assenza di un immediato piano di riordino e riqualificazione degli stessi da parte del Campidoglio. Intorno alla fine degli anni 90, mentre aprivano i grandi centri commerciali, per la verità, l'allora Direttore del Dipartimento, architetto Forleo - l'assessore era Enrico Gasbarra - lo aveva anche pianificato, ma la cronica assenza di fondi permise solo qualche intervento a macchia di leopardo. In sostanza la politica non seppe supportare il settore nel 'reinventarsi' un modo per essere competitivo e al passo con la concorrenza spietata.
Oggi l'associazione Terra ci sottolinea di nuovo come i 127 mercati rionali romani stiano per lo più' morendo, ma il grido d'allarme, inascoltato, si leva da anni. Ora siamo al punto di non ritorno: o la politica romana fa la sua parte nel difendere un patrimonio della sua citta', che, ricordo, e' il comune agricolo più grande d'Italia, o verrà decretata definitivamente la morte del mercato rionale. E già, perche' mentre nelle grandi capitali europee, sono stati negli anni capaci di trasformare un concentrato di banchi di vendita al dettaglio, seppur punto di aggregazione anche sociale, aumentando la varietà dell'offerta e facendo aprire nelle strutture, bar e ristoranti e offrendo servizi e finanche cultura e innovazione, a Roma siamo rimasti fermi.
Il piano industriale promesso dalla Raggi in realtà va proprio in questa direzione, ma i 4 milioni di euro spesi non sono sufficienti, come neanche l'apertura serale, che peraltro io chiedevo dal 2015.
Servono altri e tanti soldi per ristrutturare e qui non si può che ricorrere al privato, alle sponsorizzazioni di aziende, di multinazionali e di grandi gruppo, non necessariamente del settore, che di fatto su questi mercati investano traendone in cambio pubblicità e spazi commerciali gratuiti.
Servono idee e creatività, dallo street food, all'intrattenimento, alla ristorazione fino alla cultura e ai servizi. Ma su questo i grillini sembrano incapaci di guardare oltre e bloccati anche nel saper redigere un bando di gara inattaccabile. Occorre, in sostanza, più managerialità e finanza creativa: trasformare i mercati rionali in centri commerciali, ove regni la qualità e la genuinità del prodotto.
Ovviamente il colpo letale lo stanno assestando oggi i mancati controlli nell'assegnazione dei banchi, le troppe frutterie e minimarket, spesso aperti da stranieri per tutta la notte, che sono spuntati come funghi - pensate che solo a Torpignattara ce ne sono circa 80 - e senza controlli. Senza parlare dell'assenza del contrasto all'ambulantato abusivismo dilagante: i controlli vengono pure effettuati dai vigili, ma mancano le sanzioni. E su questa mancata difesa della legalità la Raggi ha invece pesantissime responsabilità, visto che poi è stata la bandiera che l'ha portata in Campidoglio.
*segretario nazionale di Riva Destra e vicepresidente della Commissione Commercio nel Municipio V di Roma
Fonte: Affari Italiani
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di Fabio Sabbatani Schiuma
La crisi dei mercati rionali romani inizia già dai tempi di Rutelli.
La grande distribuzione ha assestato da allora un colpo durissimo al settore, complice l'assenza di un immediato piano di riordino e riqualificazione degli stessi da parte del Campidoglio. Intorno alla fine degli anni 90, mentre aprivano i grandi centri commerciali, per la verità, l'allora Direttore del Dipartimento, architetto Forleo - l'assessore era Enrico Gasbarra - lo aveva anche pianificato, ma la cronica assenza di fondi permise solo qualche intervento a macchia di leopardo. In sostanza la politica non seppe supportare il settore nel 'reinventarsi' un modo per essere competitivo e al passo con la concorrenza spietata.
Oggi l'associazione Terra ci sottolinea di nuovo come i 127 mercati rionali romani stiano per lo più' morendo, ma il grido d'allarme, inascoltato, si leva da anni. Ora siamo al punto di non ritorno: o la politica romana fa la sua parte nel difendere un patrimonio della sua citta', che, ricordo, e' il comune agricolo più grande d'Italia, o verrà decretata definitivamente la morte del mercato rionale. E già, perche' mentre nelle grandi capitali europee, sono stati negli anni capaci di trasformare un concentrato di banchi di vendita al dettaglio, seppur punto di aggregazione anche sociale, aumentando la varietà dell'offerta e facendo aprire nelle strutture, bar e ristoranti e offrendo servizi e finanche cultura e innovazione, a Roma siamo rimasti fermi.
Il piano industriale promesso dalla Raggi in realtà va proprio in questa direzione, ma i 4 milioni di euro spesi non sono sufficienti, come neanche l'apertura serale, che peraltro io chiedevo dal 2015.
Servono altri e tanti soldi per ristrutturare e qui non si può che ricorrere al privato, alle sponsorizzazioni di aziende, di multinazionali e di grandi gruppo, non necessariamente del settore, che di fatto su questi mercati investano traendone in cambio pubblicità e spazi commerciali gratuiti.
Servono idee e creatività, dallo street food, all'intrattenimento, alla ristorazione fino alla cultura e ai servizi. Ma su questo i grillini sembrano incapaci di guardare oltre e bloccati anche nel saper redigere un bando di gara inattaccabile. Occorre, in sostanza, più managerialità e finanza creativa: trasformare i mercati rionali in centri commerciali, ove regni la qualità e la genuinità del prodotto.
Ovviamente il colpo letale lo stanno assestando oggi i mancati controlli nell'assegnazione dei banchi, le troppe frutterie e minimarket, spesso aperti da stranieri per tutta la notte, che sono spuntati come funghi - pensate che solo a Torpignattara ce ne sono circa 80 - e senza controlli. Senza parlare dell'assenza del contrasto all'ambulantato abusivismo dilagante: i controlli vengono pure effettuati dai vigili, ma mancano le sanzioni. E su questa mancata difesa della legalità la Raggi ha invece pesantissime responsabilità, visto che poi è stata la bandiera che l'ha portata in Campidoglio.
*segretario nazionale di Riva Destra e vicepresidente della Commissione Commercio nel Municipio V di Roma
Fonte: Affari Italiani
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domenica 11 febbraio 2018
CALABRIA: IL PROFESSOR SERGIO LA GHEZZA ADERISCE A RIVA DESTRA.
Sara' responsabile territoriale di Castrolibero (Cosenza).
Un grazie al lavoro del coordinatore regionale Francesco Stina' e al responsabile Enti Locali Vincenza Caravona.
Questa e' la sua nota. Benvenuto!
"Nel lontano 1966 a 16 anni entrai a far parte del MSI, è indiscutibile l’attrazione verso un movimento politico di grossa portata, con una scuola di mistica che mi affascinò a tal punto che non persi tempo a frequentare le lezioni sulla storia Italiana e i suoi martiri. Ritengo sia inutile fare retorica e recriminare fatti di quel periodo! Un contesto storico dove l’Italia e gli Italiani erano alla ricerca di una identità e dignità ormai smarrita nell'oblio dei sogni. Nel 1968 partecipai come tutti i ragazzi di quel periodo alla cosiddetta contestazione, anche quella una truffa colossale perché mentre noi ci battevamo per i principi che caratterizzavano la nostra parte politica con gli antagonisti di sempre, i partiti di allora al governo della cosa pubblica, costruivano con determinazione i cosiddetti programmi truffa! Per non parlare degli avvenimenti che si susseguirono che con il nostro Grande Leader, On. Giorgio Almirante, riusciva con la sua grande capacità politica, ad imporre correttivi ad uno stato patrigno che tagliò in due tronconi la nostra Nazione in termini di interventi pubblici! L’altra mazzata l’avemmo il 1995 a Fiuggi che con l’azione di un personaggio, il nostro movimento, fu spaccato in due tronconi (dicotomia). Anche oggi, tra colonelli e prebende purtroppo nonostante gli atti di revisionismo da parte mia, mi sono reso conto che al di là dei partiti, con una stretta di mano si può ancora determinare quella inversione di tendenza senza tentennamenti aderendo ad un soggetto politico avanguardistico che tra progettualità e contenuti, può essere determinante per un florido futuro generazionale!
Quindi la mia completa adesione in Riva Destra, dove per la verità si è 'Todos Caballeros inter pares'".
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Un grazie al lavoro del coordinatore regionale Francesco Stina' e al responsabile Enti Locali Vincenza Caravona.
Questa e' la sua nota. Benvenuto!
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Sergio La Ghezza |
Quindi la mia completa adesione in Riva Destra, dove per la verità si è 'Todos Caballeros inter pares'".
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venerdì 9 febbraio 2018
Comitato Romano Riva Destra !
ELEZIONI: RIVA DESTRA BOLOGNA SOSTIENE GALEAZZO BIGNAMI DI FORZA ITALIA.
Il Movimento nato dal primo circolo di Alleanza Nazionale punta sulle persone per ricostruire un'area politica.
BOLOGNA, 9 febbraio - "A Bologna sosteniamo fortemente e convintamente la candidatura di Galeazzo Bignami nella lista di Forza Italia, un politico coraggioso, competente e da sempre dalla parte del popolo e dei suoi problemi. Lo abbiamo avuto ospite nella nostra campagna nazionale 'La Destra Riparte', iniziata a Todi, ed e' grazie a persone come lui che un po' di quella destra oggi rarefatta e ieri distrutta da Fini e dai suoi colonnelli, ancora sopravvive".
Lo dichiara Monica Ricci Garotti, in una nota congiunta con Fabio Sabbatani Schiuma, segretario nazionale di Riva Destra, movimento nato dallo storico primo circolo di Alleanza Nazionale.
"Nella riunione - continua la nota - della nostra Direzione Nazionale, tenutasi a Roma il 27 gennaio scorso, e' stata approvata una mozione con la quale, pur turandoci il naso di fronte alla troppo spesso pessima selezione dei candidati nelle liste nei partiti e complice una legge elettorale vergognosa, abbiamo deciso di sostenere comunque la coalizione di centrodestra.
Lo abbiamo scelto - prosegue la nota - come cittadini, prima che come militanti di destra, in quanto riteniamo letale per l'Italia un governo a 5 stelle o delle sinistre, lasciando pero' autonomia ai territori su quale partito di centrodestra scegliere, in base alla presentabilità dei candidati locali.
A Bologna - conclude la nota - non abbiamo avuto nessun dubbio: il nostro progetto e' creare le basi per la ricostruzione della destra italiana e puntiamo su persone come Bignami per vedere si nuovo la nostra area politica degnamente rappresentata".
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BOLOGNA, 9 febbraio - "A Bologna sosteniamo fortemente e convintamente la candidatura di Galeazzo Bignami nella lista di Forza Italia, un politico coraggioso, competente e da sempre dalla parte del popolo e dei suoi problemi. Lo abbiamo avuto ospite nella nostra campagna nazionale 'La Destra Riparte', iniziata a Todi, ed e' grazie a persone come lui che un po' di quella destra oggi rarefatta e ieri distrutta da Fini e dai suoi colonnelli, ancora sopravvive".
Lo dichiara Monica Ricci Garotti, in una nota congiunta con Fabio Sabbatani Schiuma, segretario nazionale di Riva Destra, movimento nato dallo storico primo circolo di Alleanza Nazionale.
"Nella riunione - continua la nota - della nostra Direzione Nazionale, tenutasi a Roma il 27 gennaio scorso, e' stata approvata una mozione con la quale, pur turandoci il naso di fronte alla troppo spesso pessima selezione dei candidati nelle liste nei partiti e complice una legge elettorale vergognosa, abbiamo deciso di sostenere comunque la coalizione di centrodestra.
Lo abbiamo scelto - prosegue la nota - come cittadini, prima che come militanti di destra, in quanto riteniamo letale per l'Italia un governo a 5 stelle o delle sinistre, lasciando pero' autonomia ai territori su quale partito di centrodestra scegliere, in base alla presentabilità dei candidati locali.
A Bologna - conclude la nota - non abbiamo avuto nessun dubbio: il nostro progetto e' creare le basi per la ricostruzione della destra italiana e puntiamo su persone come Bignami per vedere si nuovo la nostra area politica degnamente rappresentata".
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lunedì 5 febbraio 2018
RIVA DESTRA E' ONORE, LEALTÀ E FEDELTÀ !
"Non possiamo dimenticare chi siamo e da dove veniamo" di Fabio Sabbatani Schiuma*
Ho rivisto volentieri, dimenticando oramai per quante volte l'ho fatto, il film "L'ultimo Samurai" Domenica 4 febbraio. Una pellicola che mi ha sempre colpito, non solo per la bellezza di Taka e per i suoi tratti di disciplina zen da cui è pervasa quasi ogni singola scena (e sempre ne scopro un aspetto nuovo), ma per le parole che sintetizzano questo film, per quanto commerciale e romanzato: ONORE E FEDELTÀ, in rispetto dei quali, il vero protagonista (non Tom Cruise) arriva a sacrificare la sua stessa vita.
Ebbene, ogni occasione è buona per ricordare a me stesso, la figura di uno zio avuto in famiglia. Al comando di un treno armato in Sicilia, zio Carlo, durante l'ultimo conflitto, lo difese fino allo stremo e solo per non lasciar morire i suoi soldati, a causa della superiorità numerica e logistica delle truppe anglo-americane, alla fine dovette arrendersi. Ricevuto l'onore delle armi dagli avversari, che riconobbero il coraggio e il valore di questo manipolo di nostri connazionali, gli fu restituita la sua pistola. Ebbene, Carlo prese la Bandiera Italiana e, con le parole (testimoniate dai suoi commilitoni sopravvissuti) "questa non posso consegnarla", si sparò alla tempia.
Altri tempi, certamente, nell'orrore di qualsiasi guerra. Ma anche della lenta agonia di queste due parole sempre più in disuso.
Per chi passa in via Germanico a Roma, c'è un balcone al secondo piano, la mia abitazione, con esposto 365 giorni l'anno, un tricolore.
È la tua bandiera, zio Carlo.
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Ebbene, ogni occasione è buona per ricordare a me stesso, la figura di uno zio avuto in famiglia. Al comando di un treno armato in Sicilia, zio Carlo, durante l'ultimo conflitto, lo difese fino allo stremo e solo per non lasciar morire i suoi soldati, a causa della superiorità numerica e logistica delle truppe anglo-americane, alla fine dovette arrendersi. Ricevuto l'onore delle armi dagli avversari, che riconobbero il coraggio e il valore di questo manipolo di nostri connazionali, gli fu restituita la sua pistola. Ebbene, Carlo prese la Bandiera Italiana e, con le parole (testimoniate dai suoi commilitoni sopravvissuti) "questa non posso consegnarla", si sparò alla tempia.
Altri tempi, certamente, nell'orrore di qualsiasi guerra. Ma anche della lenta agonia di queste due parole sempre più in disuso.
Per chi passa in via Germanico a Roma, c'è un balcone al secondo piano, la mia abitazione, con esposto 365 giorni l'anno, un tricolore.
È la tua bandiera, zio Carlo.
LA MACEDONIA È GRECIA !!!
Riva Destra sostiene i popoli che difendono la propria identità. La causa macedone è l'emblema di come i burocrati di Bruxelles, per ingraziarsi nuovi ingressi e governi complici, come lo fu per noi quello di Prodi, non esitino a calpestare la storia e la dignità dei popoli. Insieme alla Grecia e alla Spagna per rafforzare le politiche del Mediterraneo e frenare l'invadenza della Germania e dei paesi del nord Europa.
Fabio Sabbatani Schiuma, Segretario Nazionale di Riva Destra
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