Aggiornamenti e News

venerdì 22 giugno 2018

Grazie, ma anche no.

L'onore non si rende con la toponomastica





Grazie, no. Il Comune di Roma vota un codicillo municipale per non intitolare strade ai fascisti e però anche no – grazie – non c’era da disturbarsi. L’argomento numero uno per dire no a via Almirante è appunto grazie, no. C’è un repugnante automatismo nella religione antifascista e perciò grazie, no. Si scatena la cagnara obbligatoria. Tutta in malafede, si sa, ma non si fece con Gianni Alemanno sindaco, la strada, perché mai deve farsi adesso? Grazie dunque, no.
E sbaglia chi, a turno – nei recessi della burocrazia toponomastica – pensa di rendergli onore con una strada. Chi lo fa, fa un danno alla memoria di Giorgio Almirante. Offre la stura agli insulti. Perfino la targa dedicata a un ragazzo di 16 anni – Sergio Ramelli, ucciso a Milano – viene regolarmente lordata dagli eroi dell’antifascismo. Un rapper fa il ballo sopra le tombe di Redipuglia, le femministe – è successo lo scorso 8 marzo – profanano l’Altare della Patria scoperchiandosi le natiche davanti al Milite Ignoto, tutto può succedere nell'impunità del ludibrio autorizzato e si finisce sempre con gli appelli contro la via ad Almirante, i proclami di unità antifascista e i ricatti della memoria, accuratamente contraffatta manco a dirlo.

Grazie, quindi. No. Perché lui e quelli come lui – una storia di appena ieri, tre milioni di italiani con la fiamma del Movimento Sociale – sono sconfitti, non sono falliti. Il fallimento del Comunismo nella storia, con Palmiro Togliatti, ha la sua strada. La sconfitta del Fascismo – piegato dagli eserciti di quattro continenti – no, ed è giusto così. Lui e quelli come lui – come Almirante, come Pino Romualdi, come Pino Rauti – non hanno bisogno di slarghi, di piazze e di cortili perché il blasone dei vinti si misura nell'eleganza del silenzio. E nella poesia. Il saluto romano è pur sempre quello di Ezra Pound quando scende la scaletta della nave, tornando in Italia, dopo il suo internamento negli Stati Uniti. È il saluto su cui indugiava Walter Chiari anche a teatro quando, guardando il pubblico, beffardamente sollevava il braccio e diceva: «Un saluto a quelli della Decima!». Qualcuno gli faceva il sopracciò – rischiava di non lavorare in Rai – e lui, ancora più beffardo, li canzonava: «…decima fila!».

È il saluto di Paolo Signorelli, il vero custode di Roma – se Roma è davvero Orma Amor – cui non serve una via, un vicolo o una circonvallazione perché in ogni cespo d’Alloro e in ogni brindisi lui rivive. Grazie, no, perciò. E quella stessa fiamma, poi, ricordatelo, è lo stesso tricolore di Paolo Borsellino. Un altro sconfitto, uno contro cui – per tutto quell'amore che dava alla Patria – è stato necessario usare il tritolo.

Fonte: IL TEMPO

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giovedì 21 giugno 2018

RIVA DESTRA ESPRIME PIENA SOLIDARIETÀ AL PRESIDENTE DELLA REGIONE SICILIANA NELLO MUSUMECI.

Il Presidente è stato raggiunto da minacce di morte da parte di fantomatici vigliacchi, che si nascondono dietro l’anonimato garantito dallo schermo di un computer. Auspichiamo che i colpevoli vengano identificati e puniti secondo la Legge. 
Atti come questi sono il chiaro segnale che il duro lavoro del presidente Musumeci sta dando i propri frutti e che il cambio di rotta, rispetto alle vecchie logiche partitocratiche, inizia a dare fastidio.

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lunedì 18 giugno 2018

Schiuma: Campidoglio deve intitolare strade ad Almirante e Craxi dal 2007.

“Meglio ricordare i fatti ed evitare polemiche inutili e falsità. Il 16 novembre del 2007, con 23 voti contrari e 17 favorevoli, fu bocciata in aula Giulio Cesare la mia proposta per una via da intitolare a Giorgio Almirante. La mozione fu prima bocciata, ma poi fu approvata perché trasformata in ordine del giorno ricollegato ad un’analoga istanza a favore di via Bettino Craxi, e conteneva anche la mia proposta per via Mikis Mantakas: non capisco perché in una città la cui toponomastica celebra la memoria di Lenin, non possa trovare spazio una figura di riconosciuto valore come Almirante”.

Lo dichiara in una nota il consigliere Fabio Sabbatani Schiuma, già vicepresidente del Consiglio Comunale di Roma e fondatore del movimento Riva Destra.

“La presentazione dell’atto – conclude Schiuma – avvenne da parte mia come presidente del gruppo Misto e fu sottoscritta da molti esponenti dell’allora Alleanza Nazionale, tra i quali il consigliere comunale Gianni Alemanno, che poi da Sindaco non ha mai dato seguito, ma anche dell’allora maggioranza di centrosinistra, i cui esponenti dichiararono testualmente: ‘Almirante non è mai stato condannato per atti contro la Repubblica’ ”.

Fonte: Abitare a Roma

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sabato 16 giugno 2018

CATANIA, CONSIGLIERE COMUNALE NINO PENNA, “ADERIRÒ AL GRUPPO #diventeràbellissima E RAPPRESENTERÒ RIVA DESTRA”.

CATANIA, 15 Giugno - 
"Nel consiglio comunale di Catania, coerentemente con la lista nella quale mi sono candidato e in piena sintonia con il Senatore Stancanelli, aderirò al gruppo di " #diventeràbellissima ". Con altrettanta coerenza mi faro' portavoce delle istanze di Riva Destra, movimento nato nel 1997 a Roma, dallo storico primo circolo di Alleanza Nazionale, guidato a livello nazionale dal suo fondatore, il collega capitolino Fabio Sabbatani Schiuma, e in Sicilia dal portavoce nazionale Alfio Bosco, coadiuvato da Giancarmelo Gangemi e Fabio Demetrio, rispettivamente coordinatore e vice di Riva Destra a Catania”.
Lo dichiara in una nota Nino Penna, neoeletto consigliere comunale a Catania.
“Con Riva Destra infatti -continua la nota- non c'e' nessuna incompatibilità, non essendo questa un partito, ma una comunita' militante e un progetto, ossia quello di ricostruire quella destra violentata e cannibalizzata da Gianfranco Fini e soci e oggi dispersa in mille rivoli.
In questo cammino -prosegue la nota- risulta per Riva Destra fondamentale l'apporto che auspichiamo tutti noi da parte di Nello Musumeci, che Riva Destra Sicilia ha convintamente sostenuto alle ultime elezioni e nella cui persona riponiamo fiducia e speranza per il futuro.
Il mio contributo -conclude la nota- sara' proprio in questa direzione, affinché diventerà bellissima di nuovo anche la destra italiana”. 


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Quel treno per Pescara !

Il Presidente della giunta Regionale Calabrese, On. Mario Oliverio e tutta la sua giunta hanno ben pensato, in vista del vitale (?) incontro calcistico che si terra' a Pescara, tra il Cosenza ed il Siena, di mettere a disposizione un treno charter per raggiungere il capoluogo abruzzese, in via del tutto eccezionale. Riteniamo tale scelta uno spot elettorale in vista delle elezioni regionali del 2019, con tutte le problematiche che la rete ferroviaria calabrese presenta. Una problematica grave cosi' come e' grave la carenza delle tratte ferroviarie che collegano la Calabria mettendo a disagio il lavoratore pendolare...crediamo fermamente che la teoria del panem et circenses e' servita su un piatto d'argento, c'era bisogno di un'evento sportivo per riuscire a fare il miracolo seppur nel breve spazio di un'attimo ?
(Vincenzo Caravona - Responsabile Enti Locali- Riva Destra- Coordinamento Calabria)

giovedì 14 giugno 2018

Migranti, disgelo tra Italia e Francia: Macron telefona, Conte andrà a Parigi.

Nella notte il presidente francese chiama Conte: "Mai voluto offendere l'Italia". Confermato il pranzo di domani a Parigi.

Una telefonata cordiale, nella notte. Ad alzare la cornetta è stato Emmanuel Macron dopo che per ore le istituzioni italiane chiedevano un gesto riparatore alle parole offensive pronunciate in seguito alla decisione di Matteo Salvini di chiudere i porti italiani alla nave Aquarius.
Dall'Eliseo hanno subito fatto sapere che i toni scambiati con Giuseppe Conte sono stati "cordiali""Il presidente francese - trapela da Palazzo Chigi - ha sottolineato di non aver pronunciato alcuna espressione volta ad offendere l'Italia e il popolo italiano". E così il premier italiano ha deciso di confermare il viaggio a Parigi previsto per domani: "Con Parigi il caso è chiuso, ma ora dobbiamo lavorare alla riforma dei regolamenti di Dublino".
"La notte ha portato consiglio". Ai microfoni di Rtl 102.5 Di Maio riassume così il riavvicinamento tra i due Paesi. Le tensioni tra Palazzo Chigi e l'Eliseo sono esplose martedì in seguito alla decisione del Viminale di non fare scaricare sulle coste italiane i 630 immigrati che si trovavano a bordo della nave Aquarius. Una decisione che ha scatenato le critiche e, soprattutto, gli insulti dei francesi portando così il ministro dell'Economia Giovanni Tria ad annullare il viaggio di ieri a Parigi e il premier Conte a mettere in forse la sua presenza al bilaterale di domani. A entrare a gamba tesa sul governo italiano non era stato solo Macron che, parlando di "inaccettabile strumentalizzazione politica", aveva denunciato "il cinismo e l'irresponsabilità del governo italiano". Gabriel Attal, portavoce di En Marche, aveva poi rincarato la dose sostenendo che "la linea del governo italiano fa vomitare". E il premier Edouard Philippe aveva, infine, messo il carico da novanta accusando l'Italia di non rispettare i propri "obblighi" di prestare soccorso e accogliere gli immigrati.
Ieri mattina si era tentato un primo approccio con il faccia a faccia tra il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi e l'ambasciatore francese. Ma non era servito a granché. Le parole pronunciate ieri sera dallo stesso Macron ("Non posso dare ragione a chi provoca") avevano raffreddato ulteriormente i rapporti tra i due Paesi. Nella notte, poi, è arrivata la telefonata che è servita a distendere gli animi. Da Palazzo Chigi fanno sapere che Macron ha assicurato a Conte di "non aver pronunciato alcuna espressione volta ad offendere l'Italia e il popolo italiano". E, confermando l'impegno di entrambi i Paesi a "prestare i soccorsi nel quadro delle regole di protezione umanitaria delle persone in pericolo", ha anche garantito di "aver sempre difeso la necessità di una solidarietà europea accresciuta nei confronti dell'Italia". È, quindi, in vista del Consiglio europeo di fine giugno che i due leader hanno deciso di confermare il pranzo di domani all'Eliseo. "Sono necessarie delle nuove iniziative da discutere insieme", fanno sapere da Palazzo Chigi spiegando appunto che per affrontare "i numerosi dossier di comune interesse" (in primis quello dell'immigrazione), Macron e Conte si vedranno domani a Parigi. 

Fonte: IL GIORNALE

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