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Don Walter Trovato |
di Don Walter Trovato, Cappellano della Polizia di Stato.
Caro Direttore, mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, Vescovo di Tripoli, ha deciso di non lasciare la Cattedrale di San Francesco in terra libica. Il suo gesto è un atto d i coraggio, segno di una profonda fede, e diventa un esempio di totale dedizione alla Missione che Cristo gli ha affidato. La mia vuole essere però non solo una testimonianza di profonda ammirazione per quest'uomo che resta in piedi nella Chiesa, mentre fuori la violenza bagna di sangue la terra dove peraltro sono anch'io nato. Nel nome di Dio il solo sangue ammesso è quello del martirio, del proprio sangue donato per il Bene e la pace, e non può essere quello di una violenza atroce.
Il solo martirio esistente è infatti donare la propria vita, fermi nella fede per amore di Dio e del prossimo ed anche per quest'ultimo in virtù dell'amor di Dio. Mi resta difficile pensare che esista qualche uomo che in nome di Dio uccida e si auto proclami martire.
Mons. Martinelli, che dà esempio anche a me Sacerdote di Cristo, non resta solo nello sedere su quella Cattedra: tanti cristiani nel mondo lo stanno ammirando e si stringono a lui e per lui, pregano affinché tutto questo abbia presto fine e affinché cessino le violenze quotidiane che i cristiani subiscono nel mondo, a causa di una fede che non uccide.
Concludo, caro Direttore, ringraziandoLa per lo spazio concesso dal Suo giornale e con umiltà e spirito fraterno, chiedo una preghiera e un piccolo sacrificio offerto al Signore, dato anche il Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima, per il Vescovo della capitale libica. Stiamo uniti nella preghiera in questo momento di prova. Vi benedico e saluto con cordialità.
Don Walter Trovato Cappellano della Polizia di Stato.
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