Aggiornamenti e News

mercoledì 18 febbraio 2015

EMERGENZA TERRORISMO !

Un interessantissimo articolo di Don Walter Trovato, Cappellano della Polizia di Stato su "IL TEMPO" di oggi.

Don Walter Trovato
Il vescovo Martinelli non è solo.
di Don Walter Trovato, Cappellano della Polizia di Stato.

Caro Direttore, mons. Giovanni Innocenzo Martinelli, Vescovo di Tripoli, ha deciso di non lasciare la Cattedrale di San Francesco in terra libica. Il suo gesto è un atto d i coraggio, segno di una profonda fede, e diventa un esempio di totale dedizione alla Missione che Cristo gli ha affidato. La mia vuole essere però non solo una testimonianza di profonda ammirazione per quest'uomo che resta in piedi nella Chiesa, mentre fuori la violenza bagna di sangue la terra dove peraltro sono anch'io nato. Nel nome di Dio il solo sangue ammesso è quello del martirio, del proprio sangue donato per il Bene e la pace, e non può essere quello di una violenza atroce.
Il solo martirio esistente è infatti donare la propria vita, fermi nella fede per amore di Dio e del prossimo ed anche per quest'ultimo in virtù dell'amor di Dio. Mi resta difficile pensare che esista qualche uomo che in nome di Dio uccida e si auto proclami martire.
Mons. Martinelli, che dà esempio anche a me Sacerdote di Cristo, non resta solo nello sedere su quella Cattedra: tanti cristiani nel mondo lo stanno ammirando e si stringono a lui e per lui, pregano affinché tutto questo abbia presto fine e affinché cessino le violenze quotidiane che i cristiani subiscono nel mondo, a causa di una fede che non uccide.
Concludo, caro Direttore, ringraziandoLa per lo spazio concesso dal Suo giornale e con umiltà e spirito fraterno, chiedo una preghiera e un piccolo sacrificio offerto al Signore, dato anche il Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima, per il Vescovo della capitale libica. Stiamo uniti nella preghiera in questo momento di prova. Vi benedico e saluto con cordialità.

Don Walter Trovato Cappellano della Polizia di Stato.

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IL TEMPO: Armiamoci e partite !

L'Editoriale di
Gian Marco Chiocci
Armiamoci e partite per le crociate. La capriola di Renzi in meno di 12 ore su un tema un tantino delicato come l’intervento militare in Libia, surclassa, ridimensiona, annienta qualsiasi altra performance precedente su promesse brutalmente smentite, assicurazioni puntualmente negate, cambi di passo sempre rimandati. Lo «stai sereno» a Enrico Letta o al Berlusca sull'elezione del Capo dello Stato è niente rispetto a ciò che il premier, con codazzo di ministri in mimetica, è riuscito a dire e a negare agli occhi del mondo e del Califfo che ha piantato le tende a sud di Roma. Se l’altro ieri don Matteo annunciava l’entrata in guerra dell’Italia «pronta a guidare un’operazione militare», lo stesso don Abbondio ieri richiamava goffamente le truppe mandando in crisi il suo ministro della Difesa - che aveva strombazzato l’adunata di 5mila uomini per la Campagna d’Africa - e soprattutto quello degli Esteri, che per aver fatto da megafono ai propositi belligeranti del suo diretto superiore, s’è ritrovato con una fatwa personalizzata dai tagliagola islamici.
A ciò aggiungeteci quel che il ministro dell’Interno è riuscito ad affermare sulla possibilità di un’infiltrazione di terroristi sui barconi, smentendo con ciò almeno cinquanta sue dichiarazioni passate. Si potrebbe infierire sulla figuraccia fatta pure con l’Europa che ha rivelato il menefreghismo italiano nel chiedere aiuto sul fronte Isis, oppure con la decisione di discutere della Libia giovedì in parlamento quando per questioni di propaganda personale il premier è solito convocare i lavori alle 7 del mattino. Se l’avanzata dell’uomo nero e l’esodo via mare preoccupa finalmente tutti (tranne i soliti idioti pacifisti radical chic) a noi terrorizza decisamente altro: l’improvvisazione di quanti dovrebbero pensare a farci dormire sonni tranquilli e invece straparlano senza rendersi conto dei danni che fanno.

Di GIAN MARCO CHIOCCI

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ECCO LA VITA DELLE DONNE SOTTO L'ISIS

Il noto quotidiano britannico The Guardian ha condotto un’inchiesta, pubblicata oggi, riguardante le rigide regole che gli estremisti islamici dell’Isis impongono alle donne residenti nelle regioni conquistate.
A parlare sono state alcune donne residenti a Mosul, Raqqa e Dier el-Zour, che attraverso telefoni privati e Skype hanno raccontato di come fossero, ad esempio, costrette ad uscire solo in compagnia di un guardiano, chiamato mahram, e ad indossare pesanti veli a doppio strato per tenere coperto praticamente tutto il corpo.
Una di queste testimoni, la 20enne Sama Maher, ha dichiarato di essere stata più volte incarcerata dalla polizia religiosa per aver contravvenuto a queste rigide norme. La giovane ha infatti dichiarato “E’ impossibile per una donna di Raqqa o di Deir el-Zour andare da qualsiasi parte senza il controllo di un mahram. Ho dovuto interrompere i miei studi ad Aleppo-ha continuato la ragazza-perché non mi è più permesso attraversare i checkpoint senza un mahram, ed uscire dalla città come facevo un tempo”. L’Isis ha infatti, tra le altre cose, provveduto a far chiudere tutte le sedi universitarie nelle aree sotto il suo controllo. Anche gli stessi guardiani maschi sono sottoposti a severe punizioni, nel caso in cui la donna affidata loro si permetta di provare ad eludere anche solo una di queste regole.
“Obbligano le donne di tutte le età a mettere il velo, sebbene la maggior parte delle donne di Mosul indossi lo hijab. L’Hisbah colpisce le donne in testa con un bastone, quando le sorprende senza velo” ha invece confessato Maha Saleh, pediatra di 36 anni. A Raqqa, capitale dell’Isis in Siria, le donne vengono obbligate ad indossare l’abaya (un lungo camice nero che copre tutto il corpo, esclusi piedi e mani), con tanto di velo per coprire il volto, ed in seguito persino un velo per coprire gli occhi.
C’è anche una testimonianza maschile tra le varie voci femminili, ed è quella di Sabah Nadem, cittadino di Mosul, che racconta un tragicomico aneddoto riguardante un normale atto di routine: fare la spesa al supermercato. “Una volta sono andato in un suq (una sorta di grande mercato, nda) con mia moglie, ma dopo un po’ l’ho persa in mezzo alla folla. Il problema è che tutte le donne erano coperte da capo a piedi, e non capivo quale fosse mia moglie. Ero spaventato, temevo di poter tornare a casa con la donna sbagliata. Sarebbe stato un disastro finire in mano all’Hisbah. Non potevo nemmeno utilizzare il cellulare, perché non c’era campo”. Alla fine Nadem ha dichiarato di essere riuscito a trovare sua moglie, a dopo averla chiamata per lungo tempo a gran voce in mezzo al resto della folla.
Persino nelle scuole e negli ospedali vigono queste imprescindibili norme, e sono le donne sopra i 45 anni sono esentate dall’obbligo di indossare il velo per coprire interamente il viso. Anche negli autobus vengono effettuate ispezioni ad opera degli uomini dell’Isis, che controllano caso per caso che le donne indossino ogni singolo capo d’abbigliamento previsto dal fanatico codice, e che siano accompagnate da un mahram. E di recente, a Mosul, l’Isis ha ordinato la chiusura di tutti i saloni di parrucchiere. Drammatica la storia di Samah Nasir, 43 anni, che ha deciso di riaprire il salone nonostante il divieto, perché ormai lei-parrucchiera di professione da 9 anni-non aveva altro modo per dare da mangiare ai propri figli, e pagare le cure mediche per il marito malato.
In seguito a questo fatto, l’Hisbah si presentò a casa sua, portando suo marito davanti alla corte della sharia. Quindi dichiarò che la donna, come pena per aver sfidato le leggi imposte dai terroristi, avrebbe dovuto pagare l’equivalente di 1.500 dollari, e ricevere 10 frustate ai piedi. “Non mi sono mai trovata in una simile situazione” ha confessato Samah agli inviati del The Guardian, aggiungendo poi che ora vive nel terrore, ed esce di casa solo quando strettamente necessario.
Un crudo spaccato che racconta quanto possa essere spaventosa e terrorizzante la vita sotto una dittatura religiosa. 

Fabio Sabbatani Schiuma

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martedì 3 febbraio 2015

SABATO 14 Febbraio, riunione del Comitato Romano di Riva Destra.

Ore 10.30, piazza dei Quiriti 21 - Roma 'Prati' Ovviamente la riunione è aperta a tutti gli interessati. Come sempre.
Ormai siamo al Big bang della destra, ma anche di tutto il centrodestra. Difficile mettere a fuoco dove porteranno di preciso tutte queste spinte gravitazionali dei singoli astri nascenti, le deflagrazioni di stelle piu' o meno morenti e a quali nuovi allineamenti e assetti partitici - e soprattutto elettorali - approderanno. Io sono certo solo di due cose: nulla fortunatamente sarà più come prima e comunque Riva Destra non solo ne è uscita viva, ma si è rafforzata ed è pronta a vivere una nuova era in un nuovo sistema politico. Noi lavoriamo per far risorgere la destra 'da destra' e per la creazione di un nuovo Fronte sociale e nazionale di ispirazione francese, ma di tradizione italiana. E oggi siamo ancora più convinti di farcela. 

Il Segretario Nazionale Fabio Sabbatani Schiuma 

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lunedì 26 gennaio 2015

RIVA DESTRA APRE COORDINAMENTI REGIONALI IN CALABRIA E PUGLIA.

Il 21 marzo a Varese nuova tappa del tour ''La Destra Riparte''. 
ROMA, 26 gen - "Il movimento Riva Destra ufficializza due nuovi coordinamenti regionali in Calabria e Puglia: sono stati eletti all'unanimità on line dal direttivo nazionale, rispettivamente Francesco Stinà, ex dirigente de ' La Destra', e Francesco De Noia, consigliere comunale di Trani".
Lo comunica una nota dell'ufficio stampa di Riva Destra, "movimento politico presente già in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Campania e Sicilia, oltre che a Berlino". 
"Lavoriamo - hanno dichiarato Stinà e De Noia. in una nota congiunta con Fabio Sabbatani Schiuma, segretario nazionale di Riva Destra - per la destra che verrà: una destra oggi sempre più rarefatta e marginalizzata nel panorama politico italiano, che ha disperatamente bisogno di nuovi leader, dopo il fallimento di Gianfranco Fini e dei suoi colonnelli, nessuno escluso.
E' tempo - prosegue la nota - di ricostruire sulle macerie lasciate da altri, da chi ha preferito una poltrona e uno stipendio, a una battaglia ideale, politica ed etica. Riva Destra lavora per individuare, valorizzare e mettere in sinergia le nuove energie necessarie alla ricostruzione etica, economica, sociale e culturale dell’Italia. 
Riva Destra aggiunge che "il 21 marzo a Varese, presenteremo la nuova tappa del tour 'La destra riparte', ove interverranno, oltre a Fabio Sabbatani Schiuma e Umberto Montagna, rispettivamente segretario nazionale e coordinatore provinciale di Riva Destra, i deputati Paolo Grimoldi (Lega Nord) e Fabrizio Di Stefano (FI), i consiglieri regionali Fabrizio Santori (gruppo Misto - Lazio) e Galeazzo Bignami (FI - Emilia Romagna) e Piero Galparoli, consigliere provinciale di Varese (FI - Orizzonte Ideale). Modererà il giornalista Marcello Signorelli e verrà presentato il libro 'La destra nel labirinto' di Mario Bozzi Sentieri, presente anch'egli". 
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Riva Destra NON è un PARTITO, ma un MOVIMENTO, un'IDEA, un PROGETTO, una SPERANZA.

Oggi Riva Destra sta crescendo. Nei numeri della nostra pagina facebook 'Energia Plurale' - più di un milione e mezzo di profili raggiunti ogni settimana, con i nostri post letti da decine di migliaia di persone - e nella partecipazione. I nuovi coordinamenti regionali in Calabria e Puglia sono solo gli ultimi ratificati, ma presto ne arriveranno altri. 
Cresciamo anche nell'attenzione politica che riceviamo quotidianamente e nella qualità delle iniziative che mettiamo in campo: dopo la giornata di Todi del 30 novembre scorso, ci aspetta quella di Varese il prossimo 21 marzo - e gli interventi saranno decisamente di altissima qualità - e poi ancora Catania, Trani, Cosenza e ovunque saremo in grado di organizzare. 
Dobbiamo però rimanere come siamo: un gruppo di militanti che crede in quello che fa e che affronta la crescita con lo stesso spirito di comunità, coscienti che nessuno rimarrà indietro con l'arrivo di nuovi aderenti, ma con la consapevolezza della necessità di affrontare questa sfida con tutti i rischi che si corrono e le opportunità che si aprono per il radicamento di Riva Destra.
Dobbiamo infatti portare avanti quella che è la nostra idea, il nostro progetto: ricostruire la destra 'da destra', con una nuova classe dirigente, e lavorare per la costruzione di un vasto fronte nazionale e sociale intorno a quelle leadership che stiamo individuando sui territori. 
Sabato 14 febbraio si riunirà il comitato romano e avvieremo un dibattito al nostro interno sul cosa fare di fronte ai prossimi eventi ai quali siamo invitati a partecipare.
Forza e onore!          

Fabio Sabbatani Schiuma - Segretario Nazionale di Riva Destra

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