Aggiornamenti e News

sabato 8 marzo 2014

"L'Europa che non c'è (mai stata) e la destra che manca".

CONSIGLIO LA LETTURA di quest'ennesimo pezzo di Forte Apache su 'Il Velino'...una provocazione o una verità? 
Ai lettori la scelta...
Fabio Sabbatani Schiuma
Europa nazione, un mito infranto
di Forte Apache 
Ma che bella quest'Europa che balbetta impacciata sulla crisi Ucraina e che non riesce a prendere posizione neppure sull'assurda vicenda dei nostri due Marò in India! Inconsistente e ininfluente sullo scacchiere internazionale, ma coll'indice sempre alzato a redarguire noi reprobi: ecco come appare l' Unione Europea. 
Ed ecco perché nell'approssimarsi di una delle tornate elettorali più incerte e combattute, un sentimento identitario e nazionalista spinge i vessilli dei partiti e dei movimenti di destra. Che sono saldamente in campo ovunque. E ovunque recitano un ruolo da protagonisti. Ovunque, tranne che in Italia. Alla guerra contro un'eurocrazia presuntuosa e pure un po ottusa, il nostro barcollante Stivale partecipa infatti solo con l'iniziativa territoriale leghista e con l'intuito istrionico di Beppe Grillo. Ma non con una formazione politica di destra nazionale chiaramente schierata. Perché? Semplicemente perché la destra non c'è più. Si è liquefatta. Dissolta. Il che, elaborato il lutto, ci consente di dire una verità. Dire cioè che la destra italiana si è bevuta per tanto tempo una fantastica bugia: l'idea di Europa nazione. Un cocktail improvvisato dal dosaggio incerto. Nessuno ha mai avuto il coraggio di ammetterlo. Almeno sino ad oggi. Il tabù ha resistito. Così come sempre resistono i tabù o i dogmi: evitando domande. Un Tabù costruito e teorizzato nell'Europa di ieri, quella col muro di Berlino, col mondo diviso in due blocchi, con internet, smartphone e rivoluzione dei social network ancor di la da venire. Una balla a cui in tanti abbiamo creduto. Per anni il vessillo dell'Europa nazione, ha sedotto fior di gioventù. Ed ha pure procurato una solida base programmatico-ideale a dei cinici mestieranti della politica in cerca di un qualsiasi appiglio culturale per captare consenso. Almeno, per l'appunto, sino alla recente durissima crisi. Che coincide (guarda un po gli scherzi del destino) con l'evaporare della destra dalla scena politica italiana. Schiacciata dalla superficialità, dalla supponenza e dall'incapacità del suo gruppo dirigente, la destra ha infatti collassato proprio mentre una delle sue bandiere ideali, l'Europa Nazione, mostrava chiaramente tutti i suoi limiti. Mentre naufragava la grande fuffa della " Comunità di destini ". Quando l'Europa è stata Nazione? Quali sono i tratti unificanti dei popoli del vecchio continente? Ci hanno pure provato a trovare una risposta. Addirittura in pompa magna. Con la "Convenzione per l'Europa" che per quasi un paio di anni si insediò a Bruxelles sotto la guida di Giscard d'Estaing. Alla fine però convennero che neppure i campanili, che pur ci sono da Lisbona agli Urali, avrebbero potuto dare un tratto unificante. L'unica possibilità di unificare queste terre, per millenni, si era avuta grazie alla persuasione della spada. Cioè con la conquista. Ma, per carità, guai a dirlo! Culture diverse, stili di vita diversi, mentalità diverse. Proprio nell'era dell'esaltazione delle diversità a noi toccava essere uguali per trattato. Il fallimento (silenzioso) della Convenzione avrebbe dovuto far riflettere. Ma siccome già il vento della retorica gonfiava le vele all' Euro (imposto con una tassa e senza chiederci il parere) si preferì tacere. Tutti tacquero. E tacque in special modo la destra italiana. Per calcolo. Per non dispiacere quell'allegra combriccola cui s'era prostrata in attesa di legittimazione. E perché non poteva mettere in discussione uno dei suoi dogmi fondanti. Ma, se l'abito invisibile agli stupidi -spiega Andersen- è una truffa, prima o poi l'innocenza di un bambino la svelerà. Così questa crisi che sta spolpando famiglie e nazioni intere ha svelato ai più che, se non di una truffa, questa logora retorica europeista è figlia almeno di una gigantesca utopia. Che una vera destra nazionale e popolare avrebbe dovuto denunciare. Se non fosse stata compressa nei suoi dogmi e sedotta dagli eurocrati nostrani. Perché per le élite responsabili delle sciagurate scelte di politica economica, per i detentori delle grandi ricchezze, per i politici al traino dei veri forti poteri, l'Europa è sempre e comunque una Dea. L'Europa che non si discute e che si ama. L'Europa che è il futuro e che senza di Lei il diluvio. L'Europa che si può forse correggere, ma mai e poi mai mettere in dubbio. E allora vai con l'offensiva del " comune destino ", vai con " l'irreversibilità della moneta ", vai con quell'imperativo che suona come una minaccia: " non meno, ma più Europa !". Paraponziponzipò. Il circo mediatico è schierato a tutto campo. Suona la grancassa. La compagnia di giro si esibisce nei talk show sempre nella medesima recita a soggetto. E chi è che dice no? Chi si incarica di interpretare il dissenso? Solo il Grillo nazionale, che ha la forza e la follia di urlare il dubbio e di proproporre il referendum consultivo sulla moneta-cappio. E anche il giovane Salvini che prova con questa sfida a riqualificare la Lega. Quanto a coloro che a destra cercano di rimettere insieme i cocci di una identità che appare irrimediabilmente perduta si può soltanto notare quanto sia flebile la loro vocina. Il loro distinguo misurato e impacciato, la loro argomentazione contorta. Per paura di essere silenziati. Perciò fanno precedere l'accenno di critica da una devastante premessa: " Noi siamo europeisti convinti! ". Che li consegnerà dritti dritti all'irrilevanza elettorale e politica. 

*** CHlARIMENTO *** di Fabio Sabbatani Schiuma

Cercherò di andare direttamente al punto e senza generare interpretazioni distorte. La linea politica di Riva Destra è chiara a tutti: basta portare acqua al mulino dei colonnelli ex An, strutturiamoci sul territorio con chi la pensa come noi, federiamoci con altri movimenti, sosteniamo nuovi leader della destra di domani, di cui vogliamo essere avanguardie nella ricostruzione dalla base, ecc ecc. A breve affronteremo il dibattito sul problema dell'oggi (elezioni europee e rapporti con i partiti attuali di centrodestra), auspicando una decisione approvata da tutti, senza ricorrere a strappi di maggioranza. I nostri valori di riferimento - peraltro anche accennati nel documento politico su www.rivadestra.it - sono comunque quelli della destra storica e su temi fondamentali, anche attuali, non credo ci sia qualcuno a favore dell'immigrazione clandestina o delle politiche economiche di Bruxelles, per fare degli esempi. Ovvio quindi che chi vuole aderire al movimento per l'Alleanza Nazionale o a Fratelli d'Italia, o chi desidera l'adozione di bambini per le coppie gay, si debba rivolgere altrove e sia incompatibile con Riva Destra. Per tutto il resto, non c'e' Mastercard...ma confronto: Riva Destra non è una caserma. Sulla vicenda Ucraina-Crimea, per entrare su un argomento che sta causando qualche fibrillazione interna, si può essere filoamericani o filoPutin - di certo non filo Bilderberg, Trilateral commission, nuovo ordine mondiale - si possono avere in simpatia gli interventi americani nel mondo o meno, ma si DEVE essere per l'autodeterminazione dei popoli. Non entro nel merito, senno' dovrei iniziare dalla questione del Kossovo per arrivare alla Crimea, evidenziando i due pesi e le due misure adottate, ma voglio dire che su certi temi, si possono avere posizioni discordanti anche tra di noi: che problema c'è? Il confronto aiuta poi la crescita, basta che avvenga in toni educati e rispettosi, possibilmente in famiglia e senza URLARE o puntare il dito contro chi la pensa in modo differente. Questo metodo va applicato ai tanti temi attuali o meno, che non sono quelli fondanti di Riva Destra - il filoatlantismo del resto ha da sempre spaccato in due l'Msi stesso - come anche il rapporto con chi ha votato 5 stelle o sulle case chiuse o ancora l'eutanasia. Si discute serenamente poiché non si può avere una linea condivisa da tutti su tutto. Aggiungo una mia personale riflessione: questi sono i sintomi della nostra crescita, le persone aumentano - figuriamoci a Roma dove stiamo per interagire con tutti gli altri amici del nostro Fabrizio Santori - e inizia anche a sentirsi la necessità di dare/avere le linee politiche da tenere. Direi quindi che sia un ottimo sintomo quanto accaduto su Putin: è solo da evitare che diventi una patologia, e questo è compito di tutti noi. Spero di essere stato chiaro. Saluti e buon finesettimana. 

Fabio Sabbatani Schiuma

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domenica 2 marzo 2014

Roma: Santori su arsenico in acqua, subito class action

Roma, 2 mar. - (Adnkronos) - ''L'emergenza Arsenico riscontrata negli acquedotti di Roma Nord è stata gravemente sottovalutata mettendo a rischio la salute pubblica di interi quartieri del XIV e del XV Municipio coinvolgendo anche i comuni di Fiumicino e Sacrofano. E' avvilente pensare che il sindaco Marino abbia emesso l'Ordinanza n.36 solo il 21 febbraio 2014 quando le note di riscontro sui rilievi effettuate dalla Asl Roma C risalgono addirittura al 2013 perfino ritardando di una settimana la pubblicazione all'albo pretorio rendendola pubblica sul sito capitolino solo il 28 febbraio. Gravi ritardi che hanno avvelenato migliaia di concittadini e su cui Roma Capitale deve dei chiarimenti''. 
Lo dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale membro della commissione Ambiente. 

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AMICI ! RIVA DESTRA SI STA RADICANDO SUL TERRITORIO. ABBIAMO BISOGNO DI VOI !!!

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Potete aiutarci in diversi modi:
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3. Invitando i vostri Amici a conoscere la nostra pagina Energia Plurale. E' semplice farlo: basta andare sulla destra dello schermo, utilizzare l'apposita opzione, per invitare i vostri amici ad iscriversi alla nostra pagina.
PER QUALSIASI CHIARIMENTO SCRIVETECI!!!
Lo Staff di Riva Destra 

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